27. Tutti toccano il fondo

985 103 10
                                    

27. Tutti toccano il fondo

"Come ha preso Via il fatto che tu l'abbia lasciata?" domandai a Justin dandogli un bacio a stampo appena entrò.

Sospirò e cacciò una risata.
"Non molto bene, veramente"

"Mi dispiace avervi costretto a fare questo" ammisi "in realtà non era nei miei piani. Non avrei mai voluto vedervi separati a causa mia"

Justin si mise a ridere.
"E dimmi una cosa, quali erano i tuoi piani?"

Sorrisi, arrossendo un po'.
"In realtà non ho mai avuto nessun genere di piano"

Per un attimo non disse nulla, ma rimase a guardami.

"Comunque dubito che tra me e lei avrebbe potuto funzionare" sospirò "siamo troppo diversi, io e Via. Lei non è il tipo adatto con cui costruire una realzione seria, almeno per adesso dato che prende tutto come se fosse un gioco e per non sentirsi sola, ma se io volessi qualcosa di più non credo che riuscirei ad ottenerlo da lei.
Magari questo modo di fare mi faceva comodo in passato, ma adesso non più"

***

Decisi che era arrivato il momento di farlo, o almeno crederci sul serio.
Me ne accorsi una mattina, guardando il sole fare la sua prima comparsa dopo una notte piovosa di fine febbraio.

Potevo sentire ancora le goccioline d'acqua rimaste sul tetto cadere davanti la mia finestra, dato che era il silenzio a circondarmi.

Il cielo era invaso da mille colori, come se fosse un dipinto e nonostante la temperatura fosse ancora rigida, l'aria stava diventando sempre più calda.

Fu proprio mentre credevo di non pensare a niente che mi convinsi a provare ad uscire di casa.

Dovevo farlo per me stessa, perché così non potevo continuare. Dovevo farlo anche per Justin perché al suo fianco si meritava una persona forte, che riusce a sconfiggere le sue maledette paure e capace di renderlo felice.

Justin si meritava il meglio di me ed io ero pronta a tirarlo fuori.

Presi con ansia il telefono, composi il numero di Justin. Dopo un paio di squilli udii la sua voce roca.

"Genesis, è successo qualcosa?" disse con un tono un po' preoccupato.

Ridacchiai.
"No. Va tutto bene. Volevo solo chiamarti, non deve essere successo per forza qualcosa di terribile se ti chiamo"

Lo sentii sospirare convinta che in quel momento si stesse toccando i capelli.

"Non so se te ne sei resa conto ma sono le cinque del mattino"

Guardai l'orologio digitale vicino a me e mi schiaffeggiai mentalmente.
"Allora l'errore è mio, scusami" dissi ridendo.

Lo sentii ridere e mi tranquillizzai.

"Comunque cosa dovevi dirmi?"

"Oh giusto" sussultai come se me ne fossi ricordata solo il quel momento. "Ho deciso che domani uscirò di qui"

Justin stava per dire qualcosa, ma lo fermai.
"Sul serio" aggiunsi "voglio farlo e ne sono sicura".

"Va bene, vedo che ne sei convinta"

"Parliamo dopo con calma" gli dissi "ti lascio dormire"

"Dovresti dormire un po' di più anche tu, Gen"

Scrollai le spalle nonostante Justin non potesse vedermi.
"Non riesco mai a dormire più di qualche ora" risposi "ma ormai ci ho fatto l'abitudine"

Agorafobia; jdbDove le storie prendono vita. Scoprilo ora