34. Giustizia
"Caspita" esclamò. "È una storia parecchio strana"
Annuii.
"E inquietante" aggiunse subito dopo.
"Lo so" risposi io. "E il bello è che è proprio così"
Justin alzò un sopracciglio.
"Quindi secondo te c'è dell'altro?""Esattamente, solo che non ho la più pallida idea di cosa possa essere"
Sospirò, chiudendo il libro.
"O forse ti stai solo lasciando coinvolgere un po' troppo. Forse non c'è nulla di più, magari quel sogno ti ha solo condizionata"Per un attimo pensai che Justin potesse aver ragione. Forse stavo vedendo la questione in modo esagerato. Forse nulla era vero.
"Genesis?"
Mi voltai.
"Va tutto bene?"
Sospirai, trattenendo le lacrime.
"Però era tutto così reale, così simile alla realtà"
"Ma non lo era" mi corresse lui. "Forse era solo un brutto sogno e nulla di più"
Lo guardai perplessa.
"Però anche se ci fosse dell'altro non vale la pena fasciarsi la testa e starci male. La verità verrà a galla da sola" concluse.
"Hai ragione"
"Comunque" continuò, "sei cambiata tantissimo in questi ultimi mesi"
"Già" risposi. "Spero di essere cambiata in meglio"
Justin fece una smorfia.
"Secondo me sei cambiata in peggio"Lo guardai, non capendo se stesse scherzando oppure no.
Soffocò una risata.
"Ti sto prendendo in giro"Mi finisi offesa e gli tirai un piccolo schiaffo. Ci mettemmo a ridere.
***
"Lasciami indovinare" disse pensieroso osservando con attenzione la fotografia. "Tu sei questa qui"
Indicò la bambina in prima fila, a destra.
"Esatto" dissi. "Hai indovinato"
Mi mise un braccio attorno al collo.
"Anche perché è l'unica bambina con i capelli rossi"Voltai pagina dell'album. C'era una foto di me con mia madre in un prato pieno di margherite.
"Accidenti" esclamò sorpreso. "Siete identiche, davvero"
"Come potrei darti torto? Non c'è nulla di più vero"
Mi strinse a sé.
"Avevi i capelli ancora più rossi da piccola" disse sorridendo, indicando la foto.
Sorrisi.
"Potrei sapere come mai sei così preso dai miei capelli? In fondo non sono l'unica persona al mondo con questo colore"Justin passò una mano tra di essi, sorridendo.
"Hai ragione" spiegò. "Non so perché mi piacciono tanto. Alcune volte le cose le adori e basta, senza alcuna motivazione"
Sbadigliai, chiudendo gli occhi e appoggiando la testa sul suo petto.
"Hai sonno?" chiese accarezzandomi la schiena.
Annuii, ripensando all'ultima volta che avevo dormito serenamente. Rimpiansi quei momenti di tranquillità.
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Agorafobia; jdb
Fanfiction«L'agorafobia è la sensazione di paura o grave disagio che un soggetto prova quando si ritrova in ambienti non familiari o comunque in ampi spazi all'aperto, temendo di non riuscire a controllare la situazione che lo porta a desiderare una via di fu...