Capitolo 18

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Il sipario si apre, le luci si accendono, la musica parte e inizia un'altra esibizione: gruppo caraibici con la "Salsa".

Diego ed io siamo in prima fila, in un teatro gremito di gente e gli occhi puntati addosso. Mia è tra le braccia di Diletta e ci guarda mentre cominciamo ad esibirci. È come sempre un trionfo, anche perché con il passare degli anni miglioriamo a vista d'occhio.

Quando l'esibizione termina, Diana ci raggiunge insieme a Diletta e Mia e ci fanno i complimenti. Dopo qualche parola al microfono, Michela raggiunge il palco e si posiziona al fianco di Diana che le passa il microfono.

"Innanzitutto, volevo fare gli auguri a Diego e Aurora, la cornuta, per la nascita di Mia".

A quelle parole Diana le strappa il microfono dalle mani e ci manda tutti dietro le quinte.

Entro nei camerini nera dalla rabbia, non solo perché sono stata definita cornuta davanti a tutti, ma anche perché lo ha fatto la persona meno adatta.

"Come ti sei permessa di dire quelle cose in pubblico?" urlo quando sono in camerino.

"E' la verità no?" chiede sarcastica.

"Qui l'unico tradito è tuo figlio. La sua carissima fidanzata, prima che Diego stesse con me, se lo scopava tutti i giorni" affermo e i loro volti diventano rossi dalla vergogna.

"Basta!" – urla Diana – "Non avete il diritto di rovinarmi il saggio di Natale. Michela tu e la tua famiglia non siete più i benvenuti" afferma decisa.

Con lo sguardo basso e la rabbia negli occhi vanno via uscendo dal retro per non dare nell'occhio.

Diana, intanto, ritorna fuori e in camerino rimaniamo solo Diego ed io.

"Sei sempre la solita combina guai" - ammette lasciandomi un sonoro schiaffo sulla guancia – "Non dovevi dire nulla del mio passato con Melania" continua colpendomi di nuovo.

Le lacrime cominciano a rigarmi il viso, gli blocco le mani con le mie e lo guardo fisso negli occhi per fargli capire che mi ha ferita. Non mi aveva mai nemmeno sfiorata.

"E dovevo farmi chiamare cornuta senza difendermi?" domando lasciandogli i polsi e chiudendomi in bagno.

Non sento nessuna risposta, solo una sbattere di una porta e capisco che è andato via.

Decido di cambiarmi per il prossimo ballo e non pensare a nulla. Mi sistemo il trucco, rovinato con il pianto e con un falso sorriso rientro in sala.

hb

Ballo per amare (wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora