12.

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"Potter, lasciala stare."-ringhiò.
"Oh! La Granger ha anche il fidanzatino!"-disse divertito, buttandola a terra.
"Fidanzata o meno, non sono affari che ti riguardano. Finiscila."-avanzò.
"Altrimenti?"-rise.

Scorpius estrasse la bacchetta da sotto il suo mantello e disse:"Everte Statim!"

James, del tutto impreparato, volò all'indietro per un metro scarso, cadendo di schiena.

"Serpensortia."-disse ancora ed un serpente si avvicinava sempre di più.
Ghignò.
"Paura Potter? Non reagisci?"
"Reducto."-sussurrò Lily al serpente, che si ridusse ad un cumulo di polvere che si levò in aria.

Rose intanto era ancora a terra mentre incantesimi volavano sul suo capo.
Scorpius le si avvicinò e portò il braccio di lei attorno al suo collo, facendola alzare.

"Grazie..."-sussurrò.
"Di niente."-le sorrise.

Rose levò il braccio dicendo:"C'è la faccio da sola."

Scorpius e Rose si girarono per andarsene, ma quest'ultima sentì un rumore, quasi udibile, si fermò e sentì le prime parole di un incantesimo:"Sectum.."
Così si girò velocemente, estraendo la bacchetta e disse:"Protego."

Richiamato dall'incantesimo, Scorpius si girò.
"Non ti devo più niente."-gli sussurrò, poi disse:"Stupeficium."-facendo cadere nuovamente James al suolo, dolorante.
"Andiamocene di qui."-sussurrò Scorpius.
Rose annuì e se ne andarono.
Sentirono solo:"Me la pagherete." poi niente.

Dopo qualche metro silenzioso, Rose iniziò a parlare:"Perché mi hai protetta?"
Voleva sembrare tranquilla, ma era tutto, tranne quello. Le uscì un mezzo sussurro imbarazzato.
"Non...non lo so."-sospirò il biondo.
"Sei evocare un Patronus?"-domandò di scatto.
"Lo insegnano al settimo anno. Ovvio che non lo so evocare. Tu invece?"-replicò.
"Si. Me l'ha insegnato mia madre."-sorrise, accecata dai ricordi felici, poi continuò, risvegliandosi dal suo stato di trance,:"Se vuoi posso farti da 'insegnante'. Per sdebitarmi."-fece spallucce.
"Mi hai salvato anche tu, non devi sdebitarti. Lo hai detto anche tu."-le ricordò.
"Non ho salvato solo te, anche me stessa. Lascia che mi sdebiti veramente."-lo pregò quasi.
"Va bene. Quando?"-accettò.
"Alle sponde del Lago Nero. Stasera, subito dopo cena."-gli sorrise.
"Ci sto."-le sorrise.
"Allora a stasera."-prese congedo.
"A stasera."-e le loro strade si divisero.

Quell'appuntamento equivaleva all'inizio di qualcosa di più dell'indifferenza e questo Scorpius lo sapeva.
Sapeva anche che Rose davvero voleva solo sdebitarsi, ma aveva paura.
Come sempre.
Paura che potesse nascere un'amicizia.
Perché lui di amici veri non ne aveva. Si potevano contare sulle dita di una sola mano.
Non sapeva come comportarsi in caso di amicizia.
Aveva paura anche delle sciocchezze, come, per esempio, di dimenticarsi il giorno del compleanno o dell'onomastico.
Aveva paura di scegliere il regalo sbagliato per il Natale, o i dolci sbagliati per L'Epifania.
Aveva paura di avere persone che tenessero a lui, perché lui non sapeva come comportarsi.
Lui era sempre rimasto solo e avere persone che lo volevano bene non era facile da gestire, per lui.
Suo padre lo voleva bene, ma non lo vedeva quasi mai. Sua madre? No, per niente. Pensava solo alla ricchezza e al potere. Suo figlio? Quale figlio? Ne aveva uno?
Suo nonno? Rinchiuso ad Azkaban.
Sua nonna? Caduta in depressione.
Chi lo voleva bene? Danielle? Caroline? Forse.
Stefan? No. Lo affiancava solo per la sua popolarità.
Ecco perché trattava male le persone, non che lui volesse, semplicemente non sapeva come fare senza ferirle o deriderle.

An Error ||Rospius||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora