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Rose e Francesca si staccarono lentamente, con gli occhi chiusi, portando le mani distese lungo i fianchi, ma intrecciate le une all'altre.
Lentamente aprirono entrambe gli occhi, e Rose notò Francesca arrossire.
"Scusa...non, ehm, non volevo. Mi dispiace."-balbettò, slegando le loro mani e portandosene una alla nuca.
"Non scusarti, mi è piaciuto."-le sorrise, anche lei un po' in imbarazzo.
"Non pensavo fossi..."-balbettò Francesca, incapace di continuare.
"Lesbica? No, non lo sono."-la interruppe, accennando un risolino e portandosi anche lei una mano alla nuca.
"Stavo per dire bisessuale; è evidente che non sei lesbica. Basta vedere come guardi Scorpius."-affermò, quasi acida.
"Io non lo guardo."-borbottò Rose.
"Come?"-fu un gesto istintivo dirlo, come se la parola le fosse uscita in un impeto che non era riuscita a controllare.
"Ho detto che non lo guardo."-ripeté, strofinando il tacco sull'erba leggermente bagnata di rugiada.
"Oh eccome se lo guardi."-rise Francesca.-"Anzi, non è che lo guardi, lo mangi con gli occhi."
Rose la spinse lievemente, intimandola di smetterla con lo sguardo.
"Siamo fratelli, Francesca."-borbottò, appoggiandosi alla corteccia, con ambedue le spalle contro essa e con le mani incrociate dietro la schiena, guardando l'erba che aveva decisamente bisogna di una tagliata.
"Non sempre l'amore, o il desiderio, sono diminuiti dal disgusto."-affermò, appoggiandosi sulla corteccia, affiancandola.
"E se questo amore, ora, fosse diminuito?"-disse timida, alzando lo sguardo e incontrando gli occhi nocciola di Francesca.
"Cosa intendi?"-disse, confusa, girandosi e appoggiandosi con una sola spalla alla corteccia, anziché entrambe.
"Forse provo qualcosa per te. Qualcosa che non sapevo di provare, prima di oggi."-mormorò, a disagio.
Francesca sorrise, gettandole le mani al collo, abbracciandola.
"Va più che bene come mini dichiarazione."-rise tra le sue braccia.
Rose ricambiò l'abbraccio, sorridendo.
"Allora possiamo dire di essere...come dire..."-disse Rose, una volta sciolto l'abbraccio, impacciata.
"Una coppia?"-le prese una mano.-"Se a te non dà fastidio stare con una persona del tuo stesso sesso."-fece spallucce, come se la cosa non le importasse. E invece le importava, forse anche troppo.
Aveva capito di provare qualcosa per quella ragazza quando la vide a casa di Valentine, in ginocchio e con la madre tra le braccia, morta. Forse era solo pena e preoccupazione che provava verso i suoi confronti, ma in quel momento non le importava; avrebbe capito con il tempo cosa realmente provava.
"Assolutamente no. Perché dovrebbe?"-strinse la presa alla sua mano.
Si sedettero entrambe a terra, contro la corteccia, e Rose poggiò la testa sulla spalla di Francesca.
"Pensavo..."-sussurrò Rose, accarezzando il dorso della mano della sua nuova amata con il polpastrello del pollice.
"A cosa?"-mormorò, beandosi di quel lieve, ma confortevole, tocco.
"Perché non vuoi che ti chiami Fran?"-chiese, ignara del significato che quel soprannome aveva per lei.
A Rose parve che Francesca si irrigidì a quel tocco, ma non lo seppe mai con certezza, perché così le parve, così la sensazione smise di esistere.
"Non...non mi piacciono i soprannomi."-balbettò.
"Non ti credo neanche se me lo dicessi sotto l'effetto del Veritaserum."-disse falsamente divertita.
Francesca sospirò, facendo scricchiolare il collo.
"Mia madre mi chiamava così."-tirò fuori tutto d'un fiato, come se parlare lentamente facesse meno male. Eppure il dolore era lo stesso.
"E tua madre...beh, non c'è?"-disse Rose, in lieve imbarazzo.
"Oh no no. Cioè è viva, ma è come se non ci fosse."-fece un risolino falso per spezzare la tensione creatasi, non riuscendoci.-"È lei la Shadowhunter nella mia famiglia, e beh è sempre nella nostra città Natale, Alicante."-pronunciò quel nome con occhi sognanti, come se fosse un diamante prezioso.-"I miei sono separati, e a malapena vedo mio padre perché, ovviamente sono qui ad Hogwarts. Diciamo che vedo mia madre due volte all'anno, se sono fortunata."
Ci furono minuti di silenzio, poi Francesca parlò di nuovo.
"Ecco perché voglio così bene a Magnus. Mia madre, essendo Shadowhunter, non avrebbe potuto avermi con mio padre, infatti io sono nata da una notte di passione."-gli occhi le erano lucidi, e Rose le stava per dire che se non voleva parlare, non importava, ma prima che potesse dirlo, lei tornò imperturbabile come sempre.-"Diciamo, un errore di percorso, ma Magnus ha aiutato mia madre a non perdere i marchi; per mia madre era tutto combattere tra la sua gente, ne sarebbe morta. Ancora non conoscevo Clary e Jace, ma Magnus mi rilevò che anche loro l'avevano aiutata."-sorrise, lontana con la mente, probabilmente a qualche anno prima, riconoscente ai tre sopraelencati.-"Clary, Jace e Magnus hanno un grande cuore. E dopo tanto tempo di infelicità, si meritano di essere felici. Dopotutto ora hanno una trentina d'anni,* è arrivato il loro momento. Dopo la scomparsa di Jace, Clary, Isabelle, Magnus e Alec non erano gli stessi, ma ora, beh, è tornato tutto alla normalità. Per loro, ovviamente."-raccontò, perdendosi nelle parole, poi si rese conto di quello detto e sospirò, guardando Rose negli occhi.-"E fidati, arriverà il momento in cui anche tu sarai felice."-accennò un sorriso.
"Lo spero."-sospirò, ricambiando il sorriso accennato.
Senza dir nulla, si alzarono da terra, mano nella mano, ripulendosi dai residui di erba.
"Dio, ho il sedere tutto bagnato."-si lamentò Rose.
"Ed anche il trucco sbavato."-rise Francesca, avvicinandosi al suo viso per osservarla meglio.-"E, per la cronaca, anch'io ho il sedere bagnato!"
"Questo è un effetto collaterale del sedersi su un prato bagnato."-fece spallucce Rose.-"Delle volte, anche le cose belle possono far male."
"Oh, puoi dirlo forte!"-affermò Francesca, iniziando a camminare e trascinando Rose con lei. Vide una rosa da lontano e la indicò.-"Guarda quella rosa, è bellissima vero?"
"Si, sono orgogliosa di portare il nome di questo bellissimo fiore. Ma dove vuoi arrivare?"-le chiese, curiosa ma allo stesso tempo stranita.
"È una cosa bella, no? Ma se la raccogli a mani nude, ti punge, ti pizzica, ti fa del male. La rosa è un esempio che tutto le cose belle possono far male."-abbassò il braccio, ancora alzato ad indicare la rosa fino a quel momento.
"Si narra che l'usignolo amasse così tanto la rosa da farsi trafiggere il cuore dalle sue spine. Beh, visto che siamo in ambito poetico..."-le scappò un risolino.-"...possiamo dire che anche le cose che amiamo possono farci male."
"Quelle più di tutti."-disse seria Francesca.-"Quelle sono, forse, la fonte più grande del nostro dolore. Ma, delle volte, anche del nostro benessere."
Rose cercava qualcosa per controbattere, per far durare la conversazione, ma vide un Patronus arrivarle incontro. E come poterlo scambiare con quello di qualcun altro: era quello della McGranitt.
E aveva un messaggio per lei.

ANGOLO AUTRICE=
*ho sempre approssimato l'età all'anno in cui si svolgono le vicende, quindi siamo intorno al 2022.
Capitolo dedicato alla nuova coppietta, ma anche capitolo di passaggio.
Fa un po' schifo, maaaaa è da tanto che non pubblico.
Comunque non temete, d'altronde è sempre una Scorose!
Il Patronus della McGranitt ha un messaggio per Rose...la prima persona che indovina di che si tratta avrà in esclusiva un biscotto della nostra anziana preside!
Cooooomunque credo di aver detto tutto
Spero vi sia piaciuto e niente
Dubaiii.

An Error ||Rospius||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora