34.
Una settimana. Una settimana. Una settimana. Una settimana.
Queste parole rimbombavano nella testa di Rose da ormai tre giorni.
Ricordava le lacrime di Danielle che bagnavano la sua spalla, il viso afflitto di Magnus, la tristezza negli occhi di Francesca e della McGranitt. E Rose...Rose era distrutta.
Danielle non poteva morire, le aveva fatto una promessa, le aveva detto che sarebbe rimasta. E si disse che quello era un pensiero tremendamente egoista e da Serpeverde: pensare alla propria infelicità alla morta di una persona, ma non alla persona stessa.
Magnus aveva spiegato loro come aveva fatto a contrarre la malattia: aveva avuto un rapporto sessuale con un demone, anche se lei non ne era a conoscenza.
La sua piccola Danielle, vittima di un inganno.
Si fece spiegare da Danielle quando era successo. A quel punto, i suoi occhi si inumidirono.
Le disse solamente:"Aveva preso le sembianze di Albus...non so come."
Rose aveva capito, e l'aveva stretta a sé, mentre lei le continuava a dire:"Sono stata una stupida... Ho provato a parlarne con Albus, ma mi interrompeva sempre e... Oddio che cretina che sono stata..."
Aveva cercato di rendere quei tre giorni fantastici, per Danielle, ma lei non riusciva ad alzarsi dal letto, era stremata. Non l'aveva mai vista così. Ogni persona che la vedeva, non poteva far a meno di essere contagiata dal suo smagliante sorriso. Ed ora, quel sorriso era spento. Così come i sorrisi delle persone che le stavano intorno.
E come se non bastasse, quel giorno c'erano i funerali di sua madre.
La McGranitt l'aveva presa da parte, dicendole della lettera di Draco Malfoy, e glielo aveva riferito.
Avrebbe rivisto Scorpius. Non lo aveva più rivisto, da quando si era addormentato nelle sue braccia, tre giorni addietro. Non era neanche venuto a trovare Danielle, e Rose sapeva che la notizia era circolata abbastanza da essere arrivata anche a lui.
Aveva scritto qualcosa per sua madre da dire al funerale, la sera precedente, ma non la convinceva; sua madre era stata troppo perfetta per essere descritta con delle semplici parole uscite da una piuma, sporca di inchiostro, di un adolescente in pena.
Chissà se il suo presunto padre aveva scritto qualcosa.
Ora Rose si guardava allo specchio, e non riusciva a non notare le somiglianze con Draco Malfoy. Quegli occhi ghiacciati, tipici dei Malfoy, quei capelli castano chiaro che andavano nel biondo scuro, quei tratti tipici di ogni Malfoy... Perché non se n'era accorta prima?
"Francesca..."-sussurrò Rose.
"Dimmi."-subito la sua amica si avvicinò.
Amica. Rose non l'avrebbe mai detto. E pensare che inizialmente le stava anche antipatica.
Non poteva esserne sicura, ma nei suoi occhi vedeva il senso di colpa. Ma per quale motivo? Poi ci pensò su, e si ricordò che lei era una Shadowhunter, ed era suo compito tenere i demoni lontano dalla scuola, e per la prima volta non era riuscita nel suo intento.
"Puoi chiudermi il vestito?"-mormorò, senza forze.
"Certo..."-sussurrò, alzando la zip sul dietro del vestito.-"Sei bellissima..."-disse, poggiandole le mani sulle sue spalle, delicatamente.
Era molto più bassa di Rose, più di metà testa, ma riusciva a guardarsi fino al naso, attraverso allo specchio.
Rose indossava un abito che arrivava al ginocchio, nero pece, ampio, ricamato come piaceva a sua madre, nei limiti del giusto. Era a mezze maniche, ma sopra portava un copri spalle. Ai piedi portava dei normali tacchi neri, con delle calze fini del medesimo colore.
Francesca invece era il suo contrario.
Indossava un tubino bianco a giro maniche, con un copri spalle del medesimo colore. Tacchi alti, sempre bianchi, ma nessuna traccia di calze.
Rose si chiese se avesse freddo.
Quando le si era presentata davanti, era quasi indignata dal suo completo total white, e glielo aveva anche detto.
Lei, dolcemente, le aveva spiegato che il colore per il lutto e il dolore, per gli Shadowhunters, è il bianco. Anche se, le aveva detto, se le avesse dato fastidio, avrebbe potuto anche indossarne uno nero. Rose la rassicurò, dicendole che andava bene; ognuno ha le proprie tradizioni e non devono essere giudicate perché diversa da quelle generalmente 'normali'.
"Non hai freddo?"-le chiese Rose, girandosi per guardarla bene in faccia.
"Ho delle rune, ma le ho coperte con del trucco. Può essere che qualcuno, concentrandosi, le veda, e mi sembra brutto essere imbrattata da quelli che tutti credono siano tatuaggi. Una mancanza di rispetto."-le spiegò.-"Già con il vestito bianco esagero..."-sussurrò, quasi parlando tra sé.
"Non è vero, solo le tue tradizioni, e le accetto."-le sorrise. Un sorriso falso, perché velato da una profonda ed evidente tristezza.-"Dai, andiamo da Danielle. Tra poco viene Malfoy a prenderci, penso che dovremmo andarla a salutare."-propose Rose, prendendola sotto braccio e avviandosi fuori la sala comune Serpeverde.-"E non sentirti in colpa."-aggiunse, non riuscendo a fermare le parole sul nascere.
"Che intendi?"-disse Francesca, cercando di sembrare confusa, invano.
"Sai cosa intendo, e non è colpa tua. Tu adempi perfettamente al tuo compito, e non devi crucciarti su di una cosa di cui tu non hai colpa, okay?"-le mormorò, accarezzandole un braccio, spostando lo sguardo nel suo e fermandosi sul posto, seguita dalla ragazza al suo fianco.
Francesca ricambiò lo sguardo, accennando un sorriso amaro.
"Grazie."-sussurrò, con gli occhi lucidi, che durarono poco, perché si ricompose, invitandola a camminare nuovamente.

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An Error ||Rospius||
FanficRose Minerva Granger Weasley sembra vivere in una continuità solita e monotona, con gli insulti di James Potter e l'odio di tutti ad incomberle sulle spalle. La sua vita verrà stravolta quando Scorpius Hyperion Malfoy entrerà in scena, difendendola...