35.

970 69 4
                                    

35.

Tutti e quattro si erano materializzati proprio davanti alla tomba di Hermione.
Quel cimitero era un luogo tranquillo e silenzioso, lontano dalle altre tombe; era stata la salvatrice del Mondo Magico, le avevano riservato un posto appartato. Era una grande distesa di verde, dove crescevano piccoli fiorellini e denti di leone, che perdevano i loro petali appena il vento soffiava un po' più forte del normale.
In quella radura isolata e silenziosa, di un silenzio così religioso che era quasi assordante, si intravedeva solo un alto albero di ciliegio, che aveva visto tempi migliori: sicuramente l'estate o la primavera; era spoglio, qualche fogliolina si manteneva ancora a stento, i rami esili erano nudi di qualsiasi fiore di ciliegio.
Subito gli occhi di Rose iniziarono a pungere, con le lacrime che minacciavano di uscire, quindi distolse lo sguardo, tirando su col naso e allontanandosi di qualche passo.
"Io vado ragazzi..."-mormorò Draco, che sembrava soffrire tanto quanto Rose.-"Vado ad accogliere le persone che gentilmente verranno. Voi restate qui, se volete, o almeno nelle vicinanze."-detto questo si allontanò, con un'andatura elegante, ma fredda e rigida. Rose era quasi sicura che brividi di freddo gli stessero percorrendo lungo tutta la spina dorsale.
Cercò di distogliere la sua mente dal pensiero di sua madre, che giaceva pochi metri sotto terra in via di decomposizione, in una tomba; pensò a Danielle, e subito guardò Scorpius, che sembrava annoiato, ma pensieroso.
I lievi raggi del sole d'inizio febbraio rendevano i suoi capelli più lucenti, e i suoi occhi sembravano sciogliersi. Tanta la bellezza, sembrava brillare davanti alla luce del sole.
Scosse la testa, come per far uscire quei pensieri incestuosi dalla testa, e iniziò a marciare impettita verso di lui, con le mani chiuse a pugno lungo i fianchi, non pensandoci due volte a scaricare tutte le emozioni che stava provando in quel momento su di lui: rabbia, tristezza, frustrazione, incredulità, disprezzo.
Lo prese per una spalla, girandolo violentemente. Era evidente che non se lo aspettasse, data la sua espressione stupita e confusa.
"Rose...ma cosa?"-fece, stranito.
"Prima mi consoli, poi mi ignori. Ma che hai?"-iniziò a sbraitare.-"Se non sei venuto a trovare Danielle in infermeria solo perché avevi paura di incontrarmi, beh sei un grandissimo coglione!"-sputò quella parola poco educata, cercando di imprimervi tutto il disprezzo e l'orrore che provava per lui in quel momento.-"Lei ci è rimasta di merda! Eri il suo migliore amico una volta! Lei voleva averti al suo fianco nei suoi ultimi giorni di vita!"-concluse, respirando affannosamente.
Non servì a nulla sfogarsi contro Scorpius, urlando ai quattro venti i suoi problemi e le sue preoccupazioni. Si sentiva come prima, vuota, triste, quasi disorientata.
"Rose ma che stai dicendo? Perché Danielle è in infermeria? Perché hai detto che sono i suoi ultimi giorni di vita? Ma che sta succedendo?"-chiese, sempre più confuso e con le sopracciglia aggrottate.
Dietro di loro, Francesca osservava tutta la scena in un religioso silenzio.
Rose sghignazzò, stava sicuramente mentendo. Era ovvio che sapeva, come poteva non saperlo?
"Sai, pensavo mentissi meglio. So che sai della malattia di Danielle, Scorpius. Eri ad Hogwarts, e la voce è girata così velocemente che ormai tutti sapevano tutto, quindi non rifilarmi la storiella del 'non lo sapevo, non è colpa mia'."-la sua voce assunse un tono meschino, quasi ironico. Cercava di essere il più dura possibile.
"Prima di parlare, informati. Sono rinchiuso nella mia stanza da quando ti ho consolato. Caroline mi portava il minimo indispensabile per sopravvivere: cibo ed acqua, delle volte anche del succo di zucca. E lo sapresti, se mi avessi degnato di una minima attenzione. Quindi no, non so nulla, e gradirei che tu mi spiegassi la situazione."-sbottò, cercando di non dilungarsi troppo.-"E ricordati che qui, l'unica che soffre, non sei solo tu."-aggiunse, assumendo un tono acido.
"Non credo che Caroline non ti ha detto nulla."-esclamò, con le braccia incrociate al petto ed un'espressione incredula stampata sul viso, ignorando prontamente le sue frecciatine; se gli avesse risposto, sarebbe nato un putiferio.
"Non ci parlavamo mai. Lei mi faceva il favore di portarmi qualcosa da mangiare, ma finiva lì. Nessun saluto,  nessun dialogo, solo un prendere e posare di piatti e/o vassoi; non volevo parlare con nessuno."-le spiegò.-"E adesso, vuoi spiegarmi cosa succede a Danielle?"-sbottò, spazientito ma anche con una lieve punta di preoccupazione.
Rose si avvicinò all'albero di ciliegio per sostenersi, mentre le gambe le cedevano. Si strusciò contro la corteccia disidratata, ritrovandosi seduta sull'erba lievemente bagnata dalla rugiada. Si lisciò il vestito, con le mani alle tempie.
"Allora davvero non sai nulla..."-sussurrò.
Francesca, vedendola sedersi e con quell'espressione sul volto, corse subito in suo soccorso, accovacciandosi affianco a lei e accarezzandole delicatamente la spalla, come per infonderle sicurezza.
"No, non so nulla, ma vorrei sapere."-non era curioso, solo preoccupato. Se prima la preoccupazione era appena udibile, ora dalle sue labbra si riversava solo essa insieme alle parole; quel sentimento quasi le soffocava, troppo forte e quasi palpabile.
Rose era muta come un pesce, non perché non volesse parlare, ma perché non ci riusciva; aveva un groppo in gola, un nodo, che non riusciva a sciogliersi. Francesca lo capì, e spiegò la situazione a Scorpius al suo posto.
Il ragazzo biondo si lasciò cadere accanto Rose, con la testa fra le mani.
"Salazar, sono una persona orribile..."-sussurrò, incredulo.-"Lei sta morendo per chissà quale malattia, ed io non sono stata con lei neanche due minuti."
Rose e Francesca stettero zitte, aspettando che Scorpius assimilasse il tutto.
"Ragazzi, potete venire. Tra 5 minuti si celebrerà il..."-Draco si interruppe, con un groppo in gola, mentre si avvicinava a loro.-"...funerale."-concluse, deglutendo.-"Che succede?"-chiese, mentre Rose, Francesca e Scorpius si alzavano, ripulendosi dai residui di erba e terriccio.
"Nulla."-disse Scorpius, chiudendo le mani a pugno.
Rose era tesa come una corda di violino; Francesca se ne accorse, e le strinse la mano, sorridendole. Sorriso che Rose ricambiò, o almeno ci provò.

Tutti gli 'invitati'-se così possiamo chiamarli-si riunirono intorno alla lapide. Essa recitava:"Hermione Jean Granger 19 settembre 1979-30 marzo 2022* Nata Babbana, La Strega Più Brillante Della Sua Generazione, Salvatrice Del Mondo Magico, Ministro Della Magia."
Una lacrima scappò al suo controllo, ma la asciugò prontamente, mentre ascoltava le solite, identiche parole che diceva il celebratore ad ogni funerale.
"Adesso, se qualcuno vuole dire qualcosa..."-disse il celebratore. Rose non aveva ben afferrato il suo nome.
"Io."-Rose si fece subito avanti, con la voce che le tremava.
Il celebratore le sorrise mesto, chiedendole cosa fosse per la defunta.
"Sono sua figlia."-disse solamente, prima di prendere il suo posto.
Prese la bacchetta, ampliando la sua voce con un incantesimo.
"Ho scritto due righe, per rendere memoria a mia madre..."-iniziò, seguendo a memoria quel che aveva scritto e successivamente imparato. Poi lasciò perdere.-"Anzi, non voglio seguire quel che ho scritto. Non voglio avere freni. Non voglio dire quello che ripetono sempre. No, mia madre merita qualcosa di più."-squadrò tutti i presenti.
Vide Ginevra, George, Bill, Charlie e Percy Weasley, vide Neville Paciock, vide Luna Lovegood, vide Hannah Abbott, vide Seamus Finnigan e Dean Thomas. Ma non vide Harry Potter e quello che era stato suo padre.
Il Golden trio ormai non esisteva più. Sgretolato, frantumato.
Erano tutti vestiti rigorosamente di nero, solo Francesca spiccava con il suo vestito bianco. O forse non solo Francesca. In lontananza rispetto a tutti, vi erano Jace Herondale e Clarissa Fairchild, anch'essi vestiti di bianco. Rose non li aveva visti prima, ma era felice che fossero lì. Alla fine non li conosceva neanche, ma erano lì.
"Mia madre è morta tra le mie braccia. Si è messa tra me e la morte; mi ha salvata. Dovevo morire io, non lei. Sapete cosa significa vedere la propria madre morire e cadere fra le proprie braccia? Non dimenticherò mai il momento in cui i suoi occhi hanno perso la luce che li differenziava da tutti gli altri."-gli occhi le si inumidirono immediatamente, e dovette chiamare a sé tutto il suo autocontrollo per non scoppiare a piangere.-"Lei era la perfezione fatta persona. Ha salvato un intero mondo dalla distruzione, è diventato Ministro, ha fatto sì che la sua immagine spiccasse ovunque, e nessuno aveva mai creduto in lei solo perché Nata Babbana. E per una sola azione che lei ha commesso, in nome dell'amore, che ormai è sulla bocca di tutti, tutte le cose che ha fatto sono state azzerate. Provo, provavo e proverò sempre una profonda stima per mia madre. Io so che lei ora, è qui, perché è nel mio cuore, e non la dimenticherò mai. Le persone muoiono davvero solo quando le si dimenticano, ed io non lo farò mai e nessuno di voi deve farlo, perché merita di essere ricordata.
Ho sempre avuto solo lei, lei e nessun altro. Lei colmava tutti i vuoti che avevo; amici, padre, zii, nonni, fratelli, sorelle, lei occupava tutto, e mi faceva sentire apprezzata.
Lei era tutto quello che c'è di buono sulla Terra. Era il mio tutto. E mi è stato strappato via da quello che avrebbe dovuto essere mio nonno, solo per una questione di sangue.
Manderò sempre avanti il nome di mia madre, racconterò di lei a tutti quelli che non hanno e avranno il piacere di conoscerla. Perché lei meritava di meglio, meritava la Terra e la Luna. Il Sole e le Stelle. Meritava il sistema solare intero. Lei era perfetta in tutto ciò che faceva, e meritava molto di più di quello che ha avuto.
Ti amo mamma..."-una lacrima le solcò una guancia, mentre spostava il suo sguardo sulla tomba, precedentemente posato sulla folla.-"Fino alla luna e ritorno."
Se ne andò correndo, lasciando tutti senza fiato e facendo procedere la veglia funebre.
Corse incontro all'albero di Ciliegio, e forse perché batteva i piedi troppo pesantemente sull'erba umida, ma non sentì dei passi correre dietro di lei, raggiungendola. Se ne accorse solo quando, sedendosi contro la corteccia dell'albero, facendo in modo che nessuno dei presenti al funerale la vedesse, scoppiò a piangere e sentì una mano sulla sua spalla. Una mano molto familiare.

ANGOLO AUTRICE:
*come sempre è una data approssimata, non so se è giusta.

Ehila! Eccoci di nuovo con un capitolo più lungo del solito, di nuovo!
Secondo voi chi avrà seguito Rose?
Stranamente non ho nulla da dire, quindi...Buona Domenica!(?)
Credo di aver detto tutto...
Spero vi sia piaciuto e niente.
Dubaiii.

An Error ||Rospius||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora