26) Ed ora?

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Mi svegliai piena di energia. Guardai l'ora sulla sveglia ed erano ancora la cinque del mattino, troppo presto per mettersi in piedi. Fuori era ancora buio. Girandomi verso l'interno del letto vidi le spalle sexy e femminili di Alex; provocandomi un sorriso ebete sulle labbra. Dio quanto è bella.

Non ero pentita di quello che era successo. Avrei voluto svegliarla per parlare. Ma stava dormendo come un angelo, mi sarebbe dispiaciuto rovinarle il riposo.
Cercai di riaddormentarmi, ma ogni volta che chiudevo le palpebre, Alex mi appariva come in un sogno rivivendo la scena d'accapo.
Era stato tutto stupendo da far paura. Solo pensarci mi provocava le vampate. Non credo che un etero possa provare queste sensazioni per una persona dello stesso sesso. O forse si? Sono confusa su come funzionino queste cose.

Riguardai la sveglia ed erano le 5:53, che noia, fra un'ora dovrei prepararmi per andare a scuola. E vedere Austin, quella smorfiosa di Emily, quei due rinnegatori di amici di Rachel e Cooper. Non mi andava per niente.

Mi alzai dal letto facendo attenzione a non svegliare Alex che si girò a pancia in su appena raggiunsi la porta del bagno.
Facendo pipì mi spuntò un sorriso ebete sul viso pensando che probabilmente potessi provare qualcosa per Alex.
Mi guardai allo specchio e malgrado avessi dormito massimo quattro ore avevo un aspetto abbastanza decente. Ritornai a letto e appena mi sdraiai Alex disse qualche parola in aramaico antico
Ma riuscì a capire solo una parola: Jess. Improvvisamente si affollarono mille interrogativi su perché avesse detto quel nome. Per quanto ne sapevo poteva ancora essere la sua ragazza, collegai subito dopo Jodie, e ricordai che definì Jessica un passatempo, ma l'ha detto anche sta notte per Jodie; e se ora fossi io il suo passa tempo?
Vidi Alex agitarsi nel sonno, iniziando a professare l'aramaico antico, iniziò a muovere le braccia casualmente urlando ripetutamente "Scusa scusa Jess." poi riprese a parlare aramaico urlando e aggiunse "Scusa è stata colpa mia" iniziando ad urlare come se provasse dolore. Facendomi allarmare.

-"Alex... Al. Sveglia!" Esclamai scuotendola per svegliarla da quel incubo. Quando aprì gli occhi fui solleva ma nello stesso tempo terrorizzata.

Quelle parole mi lasciarono disorientata, cos'era successo di così grave? E perché non mi aveva detto nulla se qualcosa la turbava?
Beh questa è una domanda stupida; per lo stesso motivo per cui io sorvolo sulla mia famiglia con tutti.

Quando aprì gli occhi le scorse una lacrima lungo la guancia, questo mi farì, vederla soffrire mi faceva rabbia, volevo aiutarla, ma non sapevo cosa fare.

-"Che palle!" Esclamò Alex una volta sveglia vedendomi al suo fianco, non era un espressione come per dire: cosa ci fa qui?; ma invece era tipo: è successo di nuovo; cazzo, dovrò darle delle spiegazioni; "Kate. Scusami!" Esclamò seccata portandosi le mani alla testa dopo aver asciugato le lacrime.

-"Tranquilla... Mi hai spaventata quando ti sei messa a parlare in aramaivo antico, ma qualche bicchierino di tequila mi aiuteranno." Risposi cercando di far scomparire il suo imbarazzo, con una battuta abbastanza squallida.

Sorrise, ma non riuscì a capire se fosse un sorriso reale o costretto per far buon viso a cattivo gioco.
Mi sentivo un'idiota.

-"Ne vuoi parlare?"aggiunsi vedendola incupita.

-"Cosa ho detto?" Chiese guardandomi negli occhi.

-"Qualcosa su Jessica, ma il tuo accento aramaico era troppo stretto che si capiva a tratti." Risposi cercando di rendere la conversazione meno pesante possibile.

-"Faccio questo incubo quasi tutte le sere da quando sono a Sugarfield..." Iniziò a parlare evitando di guardarmi "Ti ricordi quel giorno che tu e Rachel vi perdeste a Los Angeles, e andammo al Time Share? E tornammo in auto su di giri? " Chiese continuando dopo avermi vista annuire "Il pusher di Ian ci aveva dato un bel gruzzoletto più il doppio di droga da vendere; di solito dividevamo le pasticche per ciascuno in parti uguali. Ma siccome stava diventando troppo pericoloso, rifiutai costringendo anche Lucas a non accettare. Ma Jess è sempre stata cocciuta e impulsiva, le piaceva fare soldi facili. Così volle fare di testa sua. Andarono avanti per un mezzo mese. Un ragazzo si sentì male e fecero la soffiata su chi gli avesse venduto la droga. Ian si trovò nei guai, ora è in carcere di minima sicurezza da qualche parte nel Texas. Annie è stata fortunata perché nessuno fece il suo nome così come Jess, ma non ha avuto la stessa volontà di Annie nel uscire dai guai. Buttare quelle fottute pasticche era uno spreco per lei. Le conservò per uso personale." Aggiunse incupendosi con le lacrime agli occhi "Una sera eravamo in un pub e iniziammo a litigare per un assurdo motivo, così la mandai a fanculo e tornai a casa a piedi, siccome le chiavi dell'auto le aveva lei." Disse asciugandosi una lacrima che le rigava il viso. "Sapevo che il suo comportamento era alterato dalla droga, ma non ci diedi peso. Quella stessa notte mi arrivò una chiamata dall'ospedale, Jess aveva fatto un incidente ed era entrata in coma, dissero che aveva assunto alcol e sostanze stupefacenti, cose che probabilmente provocarono l'incidente, comunque ci sono alte probabilità che fosse già svenuta nell'impatto. Ha riportato varie contusioni e lacerazioni distruggendo la macchina contro un palo, in più ha riportato un trauma cranico, che le ha fregato metà del cervello." Disse tutto d'un fiato cercando di trattenere le lacrime.
"Avrei potuto impedirlo se solo non mi fossi comportata da altizzosa. Avrei dovuto aiutarla ad uscire dalla droga. Sarei dovuta restare con lei in qualsiasi caso. È colpa mia se le è successo questo." Aggiunse infine scoppiando in lacrime.

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