CAPITOLO 2

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Mia Pov's

Dopo aver finito di fare il colloquio , uscii per tornare a casa. Avrei cominciato l'indomani  dalle 15.00 alle 22.00. Avrei dovuto lavorare ogni giorno fino all'inizio dell'anno scolastico, dato che non avrei avuto nulla da fare per tutta l'estate.

Finalmente rientrai a casa. Presi l'ascensore, ma invece di andare al settimo piano, andai all'ultimo, il decimo. Quando arrivai, mi ritrovai in un piccolo corridoio con una porta, mi avvicinai e la spinsi. Quando la porta si aprì vidi come panorama la città e il tramonto, una delle cose che amo di più ,era magnifico ancora piu fantastico visto da qui.
Avanzai e osservai il panorama,pensai fra me e me che  ero stata davvero fortunata a trovare quel lavoro.
Decisi di aver fatto abbastanza per questo pomeriggio e mi avviai nella mia stanza.

Quando entrai, chiamai mia madre.

-Mamma ci sei?
Nessuna risposta,sicuramente sarà andata a visitare la città. Guardai il mio orologio e quando vidi che erano le 15.00, decisi di mangiare, mi preparai le lasagne.

Quando ho finito, ne presi un pezzo insieme a un bicchiere di succo d'arancia, poi andai in soggiorno per guardare un po' di televisione, dopodichè misi sul  telegiornale. La giornalista parlava di un incidente d'auto sospetto:

"I poliziotti hanno ricevuto una chiamata d'emergenza verso le 14.00. Un giovane uomo di 20 anni era alla guida di una macchina. Alla polizia questo incidente pare strano! Ma non ci possono mostrare le prove di questo!.."

Cambiai canale, perché non mi interessava granché .
Dopo aver finito di mangiare e di fare la lavastoviglie guardai l'ora ed erano già le 19.00 e mia mamma non era ancora rientrata. Non mi preoccupai per lei, poiché le se ne fregava altamente di me.
Andai in camera mia  mi sdraiai sul letto e mi addormentai quasi subito.

Mi svegliai spaventata e sudata. Il mio cuore batteva velocissimo,respirai in fretta, avevo avuto un incubo.

Ero in un vicolo buio e stretto. Poi d'un tratto un uomo mi incollò contro il muro e cercò di baciarmi, mi dimenai quando improvvisamente non sentii più nulla sul mio corpo. Aprii gli occhi e vidi l'uomo che voleva farmi del male. Era un ragazzo, non lo vedevo bene a causa del buio, vidi soltanto i suoi occhi verdi e furiosi, poi scappò. Cercai di raggiungerlo ma mi risvegliai.

Mi stesi meglio sul letto e chiusi gli occhi per riaddormentarmi. Un'ora più tardi sprofondai nel sonno.

Mi svegliai a causa dei raggi del sole che entravano dalla finestra. Mi alzai dal letto e guardai l'ora, era mezzogiorno. Mi feci la solita doccia. Quando uscii il mio telefono squillò:

-Pronto...-

-Si Buongiorno...sono Laurent

-Ah sì, buongiorno  signor Butot, per quale motivo mi ha chiamata? C'è qualche problema?

-Nono! Volevo avvertirla che per stasera deve indossare una camicia bianca e un pantalone classico nero e aderente. Si deve mettere la camicia dentro i pantaloni e fare ai suoi capelli una coda di cavallo.

-Certo signor. Butot.

-Molto bene! Allora a stasera e non arrivi in ritardo.

- Non si preoccupi. Arrivederci.

-Arrivederci.

Riattaccai e mi preparai. Il proprietario mi piaceva, era davvero gentile. Ero pronta per andare al lavoro, mi misi un tratto di eyliner  e un po' di mascara. Mia mamma non era ancora rientrata, supposi che fosse andata da un uomo per una bella nottata, mi vergognavo di lei.

Quando arrivai, mi accorsi di essere in anticipo. Entrai dentro il ristorante e Annalise mi accolse con un sorriso, mi avvicinai e le sorrisi:

-Hei

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