• Caschetto e cappello di lana •

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Ed é qui che inizia la nostra storia, perciò torniamo sulla Terra.

In un piccolissimo paese, ecco che Asia, come ogni mattina, camminava silenziosa per le vie, diretta alla fermata del bus che l'avrebbe portata a scuola.

L'aria fredda del mattino le tagliava la faccia e la costrinse ad alzare la sua sciarpa di lana fino al suo naso freddo. Le sue nuove Adidas rosse aderivano perfettamente al terreno, spinte a fatica da quei piedi ormai congelati.

Asia era una ragazza dai capelli neri, portati sempre lisci in quel caschetto che le arrivava fino a metà del collo. Aveva un fisico ben proporzionato con delle spalle grandi e forti a causa dei suoi cinque anni passati in piscina. Indossava con amore i suoi occhiali da vista in plastica nera che incorniciavano i suoi occhioni grandi e verdi e le rendevano più carino il suo viso colorito, sempre abbellito da quel rossetto rosso sulle labbra.
Amava le felpe e i pantaloni sportivi. Indossava sempre il suo cappellino di lana che copriva le sue ciocche.

Erano i primi giorni di Novembre e faceva un freddo cane, finalmente arrivò alla fermata e salutò i suoi amici compaesani che in parte la ignorarono.
Arrivò il bus, ci salì e come ogni mattina rimase in piedi perché i posti a sedere erano tutti occupati, si mise le cuffie e cominciò a guardare dal finestrino i paesi che si risvegliavano da una notte piovosa.

Coccolata dalla musica delle sue cuffie rosa, viaggiava con la mente nel flusso dei suoi pensieri che molte volte la portavano a pensare al ragazzo di cui era innamorata, ma che naturalmente non la degnava di uno sguardo, alle sue poche amiche che le volevano bene e... A tutti i giudizi e gli insulti che molte volte gli facevano alcuni suoi amici, i quali credevano che non le facessero male solo perché la vedevano sempre e solo con un sorriso stampato in faccia. Lei gli assecondava per non iniziare a litigare: "Tanto scherzano" si ripeteva, ma poi si creava dei complessi, delle paranoie talmente ingarbugliate intorno a quegli insulti che finiva sempre col piangere nel suo letto caldo la notte; "Sto bene" diceva, ma intanto immagazzinava tutto e a momenti esplodeva.

Arrivò in classe e si tolse il cappello.
-Buongiornoo!- gridò per farsi sentire da tutti.
-Asiaa! Buondí!- gridarono le sue amiche che andarono ad abbracciarla affettuosamente come se non si vedessero da una vita, anziché dal giorno prima.
Le raccontarono le ultime notizie di ciò che avevano fatto nel pomeriggio precedente e poi si sedette  al suo banco, rimasto vuoto dall'inizio dell'anno, e cominciò a ripetere la sua materia preferita: la chimica, stava diventando una piccola geniaccia.

-Wei! Come sta la mia secchiona preferita?- le diete un buffetto sulla guancia Valerio, il suo migliore amico, che da quando si era fidanzato con il suo ragazzo, aveva lasciato lei un po' in disparte  anche se era stata la prima a saperlo. Si sentiva un po' più sola da quando non usciva più con lui, anche perché le sue amiche vivevano lontano da lei e, al di fuori della scuola, si vedevano poche volte.
-Wei! Io bene! E il mio gigante buono, invece?- gli chiese sorridendo.
- Alla grande! Sai, ti vedo strana ultimamente... Sicura di stare bene?- divenne serio all'improvviso.
-Tranquillo tutto ok!-
-Mmm... Non mi convinci ugualmente...-
-Davvero! Tutto ok!-
Guardando la sua migliore amica con gli occhi socchiusi, Valerio se ne andò a sedere al proprio posto pensieroso.
Asia osservò il banco rimasto vuoto accanto a lei e si pentì di essere arrivata in ritardo il primo giorno di scuola, tanto da capitare in prima fila da sola.

La professoressa di chimica stava tardando ad arrivare, cosa insolita per quella donna. In classe c'era un baccano tremendo.

Asia, in cuor suo, sentiva che quel giorno sarebbe cambiato qualcosa.

-Ragazzi buongiorno!- salutò la professoressa di chimica barcollando su quei suoi tacchi vertiginosi -Vi presento Saphira Steward! La nostra nuova compagna di classe!- presenta la nuova alunna accanto a lei.

"La mia autostima sprofonderà sottoterra appena si siederà accanto a me" pensò Asia.

Saphira Steward era alta, bella, slanciata. Accompagnata dagli sguardi di tutti (specialmente dei ragazzi), con il suo sorriso perfetto e la sua sicurezza, si accomodò accanto ad Asia, la quale fu subito attirata da quei capelli ramati e da quegli occhi color ambra che dalla penombra la fissavano.
La professoressa iniziò a spiegare.

-Ehi! Piacere di conoscerti, io sono Vincenzo!- si presenta il loro compagno di classe seduto dietro alle ragazze.
Asia faceva finta di non sentire. Quel Vincenzo era sempre il solito... E a lei dava sempre sui nervi il suo comportamento da egocentrico e da presuntuoso che assumeva.

-Ciao Vincenzo...- sussurrò Saphira senza voltarsi a guardarlo. La sua voce suonava nelle orecchie di Asia come qualcosa di amichevole e sicuro.

-Sai, pensavo...Sei bella, ti va di uscire con me sabato sera? Giusto un giro in paese- chiese il ragazzo senza un minimo di disagio e molto maliziosamente.

Saphira si voltò verso la sua compagna di banco mandandole uno sguardo come per dire "Ma se nemmeno mi conosce!" -Ehm... No grazie...- disse gentilmente.

-Oh e dai! Non fare la timida! Una bella ragazza come te non deve...-
Viene subito interrotto da Saphira -Mi dispiace, ma quando dico no é no e poi neanche ci conosciamo...- si altera leggermente sempre rimanendo composta, ma questa volta girata per osservare meglio il ragazzo.

-Ma cosa ti costa? É per conoscerci meglio, appunto!- disse Vincenzo.

Saphira chiuse gli occhi e inspirò lentamente, poi gli riaprì all' improvviso -Ti ho detto di no.Gira alla larga-

-E dai cos...- cominciò ad insistere di nuovo e, siccome Saphira si stava già innervosendo senza neanche conoscerlo, immaginate Asia e così lo interruppe - La vuoi smettere?! Ti ha detto di no, basta! Non fare sempre lo stupido, a stenti riesci a ricordare il suo nome e già ci provi!- lo rimproverò.

Vincenzo affilò il suo sguardo malizioso -Ehi, cosa c'é? La brutta anatroccola é gelosa del cigno che ha accanto?-

Come al solito, Asia abbassò lo sguardo, immagazzinò un altro insulto e si girò per continuare a seguire la lezione di chimica.

Saphira batté un piccolo pugno sul banco e poi si rivolse a Vincenzo con una voce soffocata -Mi dispiace, ma non voglio uscire con una persona che definisce brutta una ragazza così dolce e carina!-
Si girò verso la cattedra proprio mentre la prof staccava il gesso dalla lavagna e ordinava a Vincenzo di star zitto altrimenti, come sempre, non avrebbe capito un cavolo.

"Caspita, che caratterino..." pensò la ragazza col caschetto.

Asia (ancora incredula su quello che aveva appena detto Saphira) alzò lo sguardo verso la sua nuova compagna di banco che con un sorriso le chiese -Ti chiami Asia, giusto?-
-Si...ehm...grazie- rispose lei un po' impacciata.

La nostra Asia si chiese perché una ragazza così perfetta, l'aveva protetta... Cosa che nessuno aveva mai fatto.
Asia sentì che da quel momento qualcosa sarebbe cambiato.

• Spazio scrittrice

Ed ecco a voi il secondo capitolo di questa nuova avventura!
Che ve ne pare? Come vi sembrano Asia e Saphira? E soprattutto, secondo voi, avrà ragione Asia a pensare che qualcosa sarebbe cambiato? E cosa cambierà?

Fatemi sapere le vostre idee nei commenti eh! E se questo capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina qui sotto!⬇😄

Arrivederci!!!

Una scommessa aliena.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora