Le nostre amiche, in groppa alle fenici guidate dai due guardiani, arrivarono finalmente a Tansy, capitale di Werpo, nonché città dove c'era il castello di Fiorven e Criro, imperatori del pianeta.
Era da qualche minuto che volavano tra gli edifici. La città era molto organizzata: le case erano gigantesche e molto distanti l'una dall'altra, in modo che tra esse potessero passare almeno due fenici affiancate; le abitazioni erano ovali, alte e molto ampie in modo da ospitare una fenice o a volte anche due o tre, in base agli individui che convivevano in uno stesso appartamento; questa struttura fatta con un materiale simile alla pietra leccese, ma colorata, veniva tenuta molto più in alto rispetto al terreno da una specie di piedistallo composto da pietre preziose. Le case dai piedistalli più alti facevano da perimetro alla città e man mano che ci si avvicinava al centro esse diventavano sempre più basse, fino ad arrivare al castello, in cui la struttura ovale era poggiata direttamente a terra ed era affiancata da due torri molto più alte di qualsiasi altro edificio. Quest'organizzazione serviva a proteggere il re e la ragina da eventuali incursioni nemiche: le fenici e i loro Cavalieri, conservando ancora la loro natura da cacciatori, avrebbero potuto tenere qualsiasi nemico impegnato per un bel po' prima di farlo arrivare al centro-città, al castello, permettendo così agli imperatori un eventuale fuga. Più in là, oltre le case, vi erano molti campi coltivati che macchiavano il terreno di verde, giallo e rosso, secondo piantagioni che l'Anima Terrestre non conosceva.
Pedif e Umorarn volavano uno dietro l'altro tra i piedistalli delle case, che alla fine finirono per formare una specie di foresta tempestata di gemme. Era impossibile orientarsi là in mezzo, eppure gli abitati ce la facevano.Per fortuna che i guardiani le stavano scortando, altrimenti si sarebbero già perse.
Man mano che si avvicinavano al centro, il loro volo si abbassava sempre di più. Mary e Shiva iniziarono a sentirsi delle formiche: guardavano dal basso la base delle enormi case sotto cui volavano e le enormi strutture gemmate che le mantenevano su; ogni tanto venivano sorpassati da delle frettolose fenici con in groppa il proprio compagno o compagna, erano di qualsiasi colore e dimensione, stupende, e anche le più piccole erano grandi quanto una semplice casa terrestre a pian terreno.
L'atterraggio fu morbido e tutti scesero dal dorso di Umorarn e Pedif, davanti al castello, in ombra sotto le dimore dei sudditi e sotto alle sue due torri.
-Aspettateci qui...- disse Faraton, mentre si allontanava con Kiofna, verso l'alto ed elegante portone d'oro e mogano che permetteva l'entrata al grande ed alto (ma non troppo) castello color corallo.
Shiva, a questo punto, saltellò fino a Mary e, come aveva fatto a Nilsen, saltò e si posizionò sulla sua spalla luminosa, ancora con una piuma blu di Umorarn tra il becco.
-Com'è stato il viaggio?- chiese Mary a Shiva, vedendola nervosa.
-Com'è andato?! Chiedi a quell'uccellaccio millenario!- gridò stridula, riferendosi a Umorarn che, insieme a Pedif, era appollaiato alle loro spalle.
<<Taci...>> disse Umorarn, diffondendo il suo pensiero a tutti coloro che gli stavano vicino.
Shiva saltellò di nuovo a terra e andò di fronte alla fenice blu e Mary la seguì, andandosi a sedere accanto a Pedif, e fu qui che osservò con più attenzione la cicatrice che le aveva lasciato la ferita inferta dalla lupa-regina.
-Taci a me?!- gridò Shiva. Era divertente vedere un'aquilotta di mare confrontarsi con un uccello molto, molto più grande di lei. Era come vedere un cucciolo di chiwawa abbaiare ad un alano.
<<Certo! Lo sai che il mio piumaggio è molto più bello, nobile ed antico del tuo!>> rispose la fenice, facendo vedere alla rapace una sua stessa piuma bianca, strappatale dalla coda.
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Una scommessa aliena.
Tiểu Thuyết ChungTi è mai capitato di guardare il cielo in una notte limpida e piena di stelle, chiedendoti se, da qualche parte lassù, ci sia qualcun altro oltre a noi? Ti è mai capitato di fantasticare su ciò che potresti trovare tra le stelle? Beh, a me è capitat...
