Una scommessa aliena.

• Vita da umani •

Erano passate quasi tre settimane dal risveglio di Mary e lei aveva finalmente ripreso la sua vita normale: era ritornata a scuola, aveva ricominciato a nuotare, ad andare a cavallo, ad uscire con le sue amiche, a mangiare schifezze (soprattutto) e tutto il resto delle cose che faceva prima di entrare nello stato di coma.
La prima cosa che fece quando uscì dall'ospedale fu andare dal parrucchiere, rasarsi i capelli, tingerseli di blu e andare a farsi una galoppata nel suo maneggio.
Tutti l'accolsero con tanto affetto e quando le sue amiche le chiedevano "Mary, ma è vero che quando si sta in coma si ha la sensazione di dormire normalmente?" a lei veniva voglia di raccontare loro tutte le bellissime avventure che aveva vissuto, solo che le promesse che aveva fatto agli alieni facevano da deterrente alla sua lingua fremente.
Le giornate passavano lente e serene, solo che a Mary tornava sempre in mente il pensiero di Shiva e Saphira ad incupirle le ore. Come stava la Rossa? Era ritornata al suo pianeta senza salutare?

Quella notte era animata solo da un filo di vento che batteva sulle tapparelle della camera delle ragazze. Grays dormiva tranquillamente tra le braccia di Asia che era sprofondata sotto il piumone, nel suo letto, anche se non riusciva a prendere sonno. Mary invece, tanto per cambiare, dormiva profondamente avvolta dal calore delle coperte. La quiete della notte colmava la stanza.
-Mary...- la chiamò Asia girandosi verso il letto della sorella, ma lei non rispose. Riprovò a chiamarla due, tre volte altre fin quando non fu costretta a lanciarle il cuscino in faccia per svegliarla.

-Ma che cavolo! Non si può più dormire in pace...- sbottò.

-Non credi che tu abbia dormito abbastanza in questi mesi?- ridacchiò lei.

-No. Dormire e mangiare non è mai abbastanza per me... sappilo.- rispose scherzando Mary.

-Sai Mary, ho notato una cosa. Perché quando parliamo del tuo coma tu sorridi e dici che in realtà noi non sappiamo veramente cosa hai vissuto?-

-Perché non lo sapete veramente. Voi credete  che io abbia dormito , per così dire, ma in realtà ho vissuto un'avventura che voi esseri umani non potete immaginarvi- rispose sorridendo la sorella minore.

-Noi esseri umani? E tu cosa sei?- rise Asia.

-Non lo so. So solo che una parte di me è rimasta tra le stelle-

-Oddio. Ci siamo date alla poesia, Mary?-

La ragazza dai capelli corti rise e poi chiese -E tu invece? Come va? Hai ancora tutte quelle fissazioni sul fatto di non sentirti accettata? E con la lista dei Love e degli Hate?-

-Non mi serve più una lista per capire chi mi vuole bene. Ormai non me ne frego più dei giudizi della gente. È bello essere sé stessi. E se  persona non ricambia il tuo sentimento? Si manda a quel paese punto e basta.
Grazie Mary per avermi aiutata.-

-Di niente! Sono contenta per te, e con Johnny, invece?-

-Ah Johnny. Johnny è un ragazzo d'oro- sorrise lei -Non so cosa farei senza di lui. Mi ha letteralmente salvata: in tutto questo periodo mi è stato sempre accanto...-

-Pff...si vede che è un bravo ragazzo...-" ...ma mai quanto Kecevil" aggiunse mentalmente e, con la sua immagine impressa nella testa, si riaddormentò.

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La sveglia quella mattina non suonò, le due sorelle avevano deciso di non andare a scuola quel giorno.Mary era avvolta nel caldo del suo piumone quando un dolce soffio di vento fresco le soffiò in pieno viso e lei aprì gli occhi accecata dai raggi del sole che filtravano dalla finestra. Un po' assonnata, piantò il gomito nel cuscino e si sollevò, osservando confusa la finestra spalancata. "Che mi venga un colpo, come abbiamo fatto a dimenticarci la finestra aperta?" pensò e, controvoglia, si alzò dal letto stiracchiandosi e andò a chiuderla: la giornata prometteva un bel tempo, gli uccellini cantavano annunciando il nuovo giorno e il paese si stava pian piano svegliando per cadere nella frenesia dei giorni lavorativi.