22. Football, baby

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Il giovedì mattina era partito abbastanza bene: io mi sentivo piuttosto di buon umore, nel cielo piccole nuvole bianche e grigie lasciavano di tanto in tanto spazio al sole, e per quel giorno non erano previste nè verifiche nè altre seccature simili.
L'unica cosa un po' noiosa era che all'ultima ora avevo ginnastica, e la prof si era messa in testa di farci giocare a calcio. Certo, meglio che l'atletica o la "ginnastica artistica" (consistente in capriole fatte a caso su materassini scomodi e tentativi di camminare sull'asse senza suicidarsi), però era comunque una rottura.

Specialmente perchè la prof aveva messo come capitani Nick e Cassie, che stavano discutendo da un secolo perchè entrambi mi volevano nella propria squadra.
-Styles, sembra che tu sia molto benvoluto.- rise la prof, dandomi una manata sulla schiena che mi spostò in avanti di mezzo metro. Cacchio, ma era la moglie di Mister Muscolo?
-Ehm, più o meno...- balbettai.
-Scegli tu in che squadra vuoi stare, così quei due la smettono.-
-Oh okay...- Uff, che dovevo fare? Non mi andava di ritrovarmi fianco a fianco con Cassie, ma anche Nick a volte era un po' appiccicoso... Meglio di Cassie di sicuro, però. -Vado con Nick.- sospirai quindi, raggiungendo il ragazzo, che alzò la mano per farsi dare il cinque.
Manco fossimo stati nella pubblicità dei Ringo...

-Bene, iniziate a giocare, adesso!- gridò la prof, nonostante fossimo a meno di un metro da lei, rendendoci tutti momentaneamente sordi. Poi soffiò a random nel fischietto, assordandoci definitivamente.
Forse lavorava segretamente per Amplifon e voleva più clienti...

In ogni caso, iniziammo a giocare, e per la prima mezz'ora andò tutto bene. La mia squadra era piuttosto scarsa, soprattutto perchè Nick come portiere era meno utile di un budino, ma riuscimmo anche a segnare un paio di punti.
Iniziò invece a salirmi l'ansia quando vidi Louis e un gruppetto di altri ragazzi andare a sedersi sugli spalti a bordo campo, perchè, non so come funzioni per la gente normale, ma per me giocare davanti alla mia crush era quasi il livello massimo dell'imbarazzo.

-Vai Harry!- sentii gridare non appena la palla si trovò davanti ai miei piedi, e potevo scommetterci tutte le banane del mondo che la voce era quella di Louis.
"Oh merda" pensai, iniziando a sudare freddo, mentre correvo con la palla totalmente a caso. Stavo mirando alla porta giusta, almeno?
-Dai Harry, ci sei quasi!- urlò ancora Louis, prima che un ragazzo si buttasse praticamente a peso morto su di me, spiaccicandomi nella fanghiglia.
Dolore.
-Cazzo!- sentii gridare, mentre il tizio sopra di me non sembrava in grado di spostarsi.

-Tomlinson, RESTA SUGLI SPALTI!- strillò la prof, ma evidentemente Louis non le diede retta, perchè un attimo dopo le sue gambe stupende comparvero all'interno del mio campo visivo.
-Haz, stai bene?- mi chiese lui preoccupato.
-Ho avuto giorni migliori.- sospirai.
-Harry, ti sei fatto male?- esclamò in quel momento Nick, avvicinandosi di corsa.
-Oddio, Harry, il tuo pene è a posto?- strillò Cassie, accorrendo a sua volta verso di me.
-Ma che cazz...-
-State lontani dal mio Harry. E tu spostati, beluga incinto.- sbottò Louis, rivolgendosi infine al tizio ancora spaparanzato su di me.
-Non ci riesco, mi fa male la caviglia!- rispose quello.

-Ti aiuto io, Gorman.- intervenne finalmente la prof, aiutando il ragazzo ad alzarsi. -E tu, Grimshaw, porta Harry a sedersi in panchina. Poi passo a vedere se ha qualcosa che non va. Tomlinson, tu invece esci immediatamente dal campo.-
-Ma io...-
-Esci.-
-Ma Harry...-
-Esci.-
-Ma...-
-Tomlinson. Esci.-
-Oh, okay, che palle.-

Mi alzai con un po' di fatica dal prato fangoso e lasciai che Nick mettesse un braccio intorno alla mia vita, giusto perchè mi sentivo dolorante e non avevo voglia di zoppicare da solo fino alla panchina. Quando ci arrivai trovai Louis ad aspettarmi, che mandò via Nick senza troppa gentilezza e iniziò a fissarmi preoccupato.
-Ti fa male qualcosa?- domandò squadrandomi da capo a piedi.
-Uhm, un po' tutto, al momento, ma tra un attimo mi passa.- risposi stringendomi nelle spalle.
Louis si accucciò davanti a me, iniziando a tastarmi le gambe con aria da esperto, passando poi alle braccia e alla schiena, mentre io rabbrividivo a ogni suo tocco.
"Stai calmo" continuavo a ripetermi mentalmente "Pensa a Rosita".

-Non sembra che tu abbia qualcosa di rotto.- decretò infine Louis, sedendosi accanto a me.
-Te l'ho detto, sto bene.- cercai di rassicurarlo, mentre lui mi toglieva pezzetti di terra dalla maglia.
-Posso portarti in infermeria, se vuoi.- disse, ancora un po' preoccupato.
-Lou, stai tranquillo, è tutto okay.- sorrisi intenerito.
-Uff, va bene...- mormorò lui, avvicinandosi di più per accarezzarmi la schiena.
-Come mai non sei a lezione?- gli chiesi per distrarlo.
-Il prof dell'ultima ora è assente, perciò sono venuto qua con gli altri.- spiegò brevemente, indicando poi con un cenno il gruppetto ancora seduto sugli spalti. -Volevo vederti giocare.-
-Sai a memoria il mio orario?- sorrisi, cercando di non mettermi a saltellare stile Heidi per la felicità.
-Uh, può darsi.- rispose Louis, arrossendo un po'.

-Tomlinson, sbaglio o ti avevo detto di uscire dal campo?- sbraitò in quel momento la prof, tornando probabilmente dall'infermeria, dove doveva aver lasciato Gorman.
-Stavo solo facendo compagnia a Harry. E poi sono sulla panchina, qui non è neanche campo...- si difese Louis.
La prof alzò gli occhi al cielo, decidendo di rassegnarsi, e poi si concentrò su di me per essere sicura che non mi fossi fatto male.

-Beh, direi che te la caverai con qualche livido.- sorrise infine -Niente di grave, per fortuna.-
-Visto, Lou?- dissi, rivolto al ragazzo ancora accanto a me. -Tutto a posto.-
-Styles, se vuoi puoi andare a cambiarti. Tanto tra dieci minuti la lezione è finita comunque.- mi informò la prof, prima di tornare dagli altri, che avevano ripreso a giocare da un pezzo.

-Lou, puoi aiutarmi?- chiesi un po' imbarazzato, rendendomi conto che le mie gambe sembravano ancora un po' troppo malferme per reggermi senza difficoltà.
-A cambiarti?- domandò Louis con espressione da maniaco.
-A tornare dentro, stupido.- risposi arrossendo leggermente, e Louis annuì ridendo, circondandomi i fianchi con un braccio per riportarmi allo spogliatoio.
Quando ci arrivammo mi fece sedere davanti all'armadietto in cui avevo lasciato i miei vestiti, poi mi stampò un bacio sulla guancia e si allontanò.
-Se hai bisogno di una mano sono qui fuori.- sorrise facendomi l'occhiolino, prima di uscire. -E il doppio senso c'è di proposito.- gridò poi, sparendo oltre la porta.
Dio, quel ragazzo mi avrebbe fatto impazzire.

***

In un modo o nell'altro, Harold è sempre per terra, lol
Tra l'altro mi ero anche dimenticata dell'esistenza di questo capitolo, ditemi voi se sono normale...
Ma vabbè, sorvoliamo e ci vediamo mercoledì, sweeties

Ele xx

Fake Friendzone || L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora