34. James Bond, il ritorno

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-È una cosa stupida.- sentenziai, nascosto dietro l'angolo di un muro insieme a Niall.
Lui mi zittì con uno schiaffetto sul braccio, lanciandomi un'occhiata di fuoco. -Non è una cosa stupida.- ribattè -È un pedinamento.-
-Stiamo pedinando il mio ragazzo.- sbuffai esasperato.
-Ovvio, dobbiamo essere pronti per quando farà un passo falso.- replicò il mio migliore amico.
-Ma quale passo falso!- quasi esclamai, costringendomi all'ultimo minuto a tenere basso il tono della voce.
-Senti, sei tu quello sicuro che ti abbia mentito. Quindi adesso non lamentarti dei miei metodi.- mi riprese spazientito Niall -Ecco, ha svoltato l'angolo. Ora possiamo andare.- Mi prese per un lembo del cappotto e mi trascinò con sè, continuando a rasentare la parete della palazzina accanto a noi.

-Io ho solo detto che, secondo me, lui conosce quel tizio. Non significa per forza che mi stia nascondendo qualcosa.- protestai, abbassando la testa per non sbattere contro il davanzale di una finestra.
-Beh, controllare non nuoce.- ribattè Niall, apparendo un po' troppo esaltato per il momento. L'azione gli aveva sempre fatto uno strano effetto.
Sospirai e mi rassegnai a seguirlo, pedinando Louis fino a quella che si rivelò essere la casa di Liam.

-Però, che scoop!- sussurrai ironico verso Niall, che mi tirò uno scappellotto.
-Taci e ascolta.- mi rimproverò, un po' troppo calato nella sua interpretazione di spia.
Guardai Louis e Liam proseguire lungo la strada, chiacchierando e spintonandosi ridendo di tanto in tanto, in quella che sembrava una normalissima conversazione tra amici.

Niall continuava a tenermi per il cappotto, guardandosi intorno cautamente e al contempo tenendo d'occhio "i due sospettati" (o meglio, il sospettato e il suo amico), finchè non si fermò di botto, facendomi sbattere per sbaglio contro la sua schiena.
-Ehi! Perchè ti sei bloccato?- chiesi confuso, seguendo poi il suo sguardo fino al bar di fronte a noi.
-Sono entrati lì.- spiegò -Non li hai visti?-

-Uh, no.- risposi, grattandomi la nuca in imbarazzo -Siamo passati davanti a un negozio di scarpe e c'erano degli stivaletti che...-
-Oddio.- sospirò Niall -Saresti la spia peggiore di tutti i tempi.-
-Ehi, non è che stessimo seguendo un caso interessante!- protestai -Lou e Liam non hanno fatto altro che parlare e ridere per tutto il tempo.-

-Va bene, va bene.- sbuffò Niall, allontanando il pensiero con un gesto della mano. -Ora pensiamo a come entrare in quel bar senza farci riconoscere.-
-Che cosa?!- esclamai -Avanti, vuoi sul serio seguirli ancora?-
-Certo che sì. Se diranno qualcosa di interessante, puoi scommetterci che accadrà lì dentro.- replicò sicuro Niall, guardandosi poi intorno con aria pensierosa.
-E come pensi di "non farti riconoscere"?- domandai sarcastico, iniziando però a preoccuparmi quando vidi i suoi occhi illuminarsi.
-Ho un'idea.- sorrise -Seguimi.-

***

-Neanche per sogno.- sbottai -Non andrei in giro conciato così nemmeno se mi pagassi.-
-Smettila di frignare ed esci. È per una buona causa.- ordinò spazientito Niall, incrociando le braccia sul petto.
-"Buona causa"?!- ripetei incredulo -Stiamo spiando il mio ragazzo senza una motivazione valida!-

-Alla fine di questa giornata mi ringrazierai, te lo dico io.- insistè invece Niall -E adesso esci dal camerino.-
-Prima spiegami perchè devo essere io la donna.-
-Perchè hai la faccia giusta. Io verrei scoperto subito.-
-Stai dicendo che sembro una femmina?-
-Vuoi smettere di lamentarti? Abbiamo già perso un quarto d'ora, qui dentro.-

Sbuffai offeso e Niall mi prese per un braccio, trascinandomi fuori dal camerino in cui eravamo chiusi da quindici minuti abbondanti.
Lanciai un ultimo, sconsolato sguardo allo specchio, osservando la parrucca grigia e riccioluta che mi copriva i capelli, lo scialle rosa chiaro che avevo sulle spalle e la gonna grigia che mi arrivava a metà polpaccio, accompagnata da un paio di calze di lana, grigie anch'esse.

Fake Friendzone || L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora