5. Clotilde Burtmund

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Quando i funerali del professor Vitious terminarono, la tristezza aleggiava ancora nell'aria.

I ragazzi erano rimasti commossi dalle parole di Silente: aveva parlato di tempo e amicizia, ma anche di dolore e perdita.

Mentre gli studenti si muovevano come un ammasso oscuro verso il castello, con i mantelli della divisa che provocano un persistente fruscio sulla ghiaia, i professori rimasero fermi lì sulle sponde del Lago Nero, per dare l'ultimo addio al loro collega e amico.

— Non ci posso ancora credere — disse Hermione, una volta tornati nella sala comune. Strinse le gambe al petto mentre se ne stava seduta sul divano.

I suoi amici la raggiunsero, Ron sistemandosi accanto a lei con Harry, mentre Lav e Lea prendevano posto nelle poltrone ai due lati del divano. Stare insieme, stare vicini in quel momento, infondeva loro un calore più affettuoso e piacevole del fuoco che scoppiettava nel camino.

Gli altri Grifondoro erano tutti nelle loro stanze, quindi a fargli compagnia c'erano solo il silenzio e il fuoco, che faceva brillare i colori rosso e oro delle pareti.

— Secondo voi lui è ancora qui? — chiese Ron, con la voce che gli tremava impercettibilmente.

— Non lo so. Ma anche se fosse non ci potrà fare niente. Domani torniamo a casa — disse Harry con un'alzata di spalle, sprofondano sempre di più nei cuscini.

— La nostra avventura a Hogwarts è finita ancora prima di cominciare — constatò Lavanda dispiaciuta, mentre fissava le fiamme che ballavano davanti ai suoi occhi con aria pensierosa.

— E propio ora che sono diventato il più giovane cercatore nella storia del Quidditch! — aggiunse ancora Harry.

— Io non parlerei così in fretta... — ribatté qualcuno alle loro spalle.

Si voltarono all'unisono, fissando Fred con sguardo interrogativo. Lui e George erano appena passati dal buco nel ritratto e sembravano tristi e vivaci allo stesso tempo: avevano entrambi i capelli rossi spettinati e la divisa sgualcita. I loro occhi, però, luccicavano di determinazione.

— Che cosa intendi dire? — chiese Hermione improvvisamente sull'attenti.

— Be', che non dovremo per forza tornare a casa domani — continuò il rosso, poggiandosi alla pietra fredda del grande camino con fare disinvolto.

— Ah, no? — chiese lei in tono scettico.

— No. Potremmo rimanere e scoprire cosa sta succedendo — disse Fred guardandoli uno ad uno.

— Sai, mi sembra ovvio quello che sta succedendo. C'è un pazzo che ha ucciso un professore e, se non ce ne andiamo, i prossimi potremmo essere noi quindi... — replicò l'altra.

— E invece no. Non è così semplice come credi — fece allora Fred mettendo le mani nelle tasche dei pantaloni.

— E com'è, sentiamo? —

Fred fissò gli occhi nei suoi, studiandola.
— Sai, Granger, il tuo tono sarcastico sta iniziando a darmi un po' sui nervi.

— Abituatici — disse lei semplicemente e distogliendo lo sguardo.

— Comunque, Fred ha ragione — intervenne George accanto a lui. — Non è come sembra. Voi non la leggete La Gazzetta del Profeta?

Fred & HermioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora