17. Messaggio Segreto

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Fred si rigirò per l'ennesima volta nel letto e, non riuscendo a chiudere occhio, sbuffò e si alzò per uscire dal dormitorio.

Erano le tre di notte e, ovviamente, tutti stavano dormendo tranne lui, perché i pensieri che gli riempivano la mente gli davano il mal di testa impedendogli di riposare per qualche ora.

Andò a sedersi sulla poltrona in un angolo della sala comune, e passò una mano tra i capelli cercando di mettere in ordine ciò che lo mandava in confusione: i suoi sentimenti.

Tuttavia, non era certo di poterli chiamare tali, dato che ciò che provava per Hermione non erano, o non sembravano essere, quel tipo di sentimenti. Loro due erano amici, e lo avevano chiarito già quando avevano iniziato una strana relazione amorosa, che si era poi rivelata disastrosa vista la bizzarria della situazione.

Ma ciò che gli mandava più in tilt il cervello, era quello che l'Amortentia gli aveva fatto sentire.
Se quella stupida pozione dimostrava ciò che attrae una persona, allora Fred era attratto da Hermione.

Un pensiero simile sembrava così assurdo per il rosso. Lui non poteva pensare a Hermione in quel modo. Era già stato un casino una volta, e se si fosse ripetuto, probabilmente la loro amicizia sarebbe stata rovinata per sempre.
E lui avrebbe voluto qualunque cosa, tranne che perdere la sua amicizia, perché le voleva davvero bene.

Poi, c'era anche Cameron che sembrava provare un certo interesse per lei, e Hermione non sembrava del tutto indifferente... C'era Susan, per la quale sentiva una particolare affinità...

Scosse la testa per scacciare ancora una volta quei pensieri. Credeva di stare impazzendo, sentendosi il classico adolescente che sbandava di qua e di là per una ragazza. E si sentiva ancora più stupido pensando che alla fine era soltanto un ragazzino, che stava dando troppa importanza a una cosa che aveva ancora tempo per capire; perché, dopotutto, aveva tempo per provare l'amore, quello vero.

Passò una buona mezz'ora, poi rendendosi conto che non servisse a niente stare lì, salì di nuovo nella sua stanza. Si stese nel letto e quando chiuse gli occhi riuscì a cadere in un sonno senza sogni.

***

— Ben svegliato, fratello! Dormito bene? — chiese George al suo gemello, che lo guardava ancora assonnato dopo la nottata appena trascorsa.

— Più o meno. Quanto tempo ho per
prepararmi? —

— Due minuti. Lee ci sta aspettando di sotto. —

Era sabato e, come Fred aveva dimenticato, dovevano andare ad Hogsmeade. Si alzò in fretta e, dopo essersi vestito, corse giù per le scale, raggiungendo suo fratello e il suo migliore amico.

— Tutto bene? — chiese Lee squadrandolo dalla testa ai piedi.

— Certo. Non si vede? —

— Per niente. Hai una faccia... e poi hai messo il maglione al contrario — aggiunse ridendo.

— Oh... - disse guardandosi. — Sono solo stanco. Allora, andiamo o no? —

— Muoviamoci, o faremo tardi — disse George dandogli una pacca sulla spalla, e facendo un sorriso a trentadue denti.

Si avviarono verso l'uscita della sala comune e, mettendo da parte ciò che ancora lo tormentava, Fred decise che quel giorno si sarebbe divertito come non faceva da tempo.

E come aveva previsto, fu un successo: andarono da Mielandia a comprare dolci in abbondanza, presero una Burrobirra ai Tre Manici di Scopa, fecero un salto alla Stamberga Strillante per spaventare i ragazzini del primo anno, provarono il nuovo modello della Nimbus e fecero tante altre cose che resero il tutto indimenticabile.

— A mio parere è stata una giornata stupenda! — disse Lee davvero contento mentre rientravano al castello.

— Sono d'accordo, amico! — risposero i gemelli all'unisono.

Si avviarono verso la Sala Grande per andare a cena e appena varcata la soglia, Malcom Hughes si avvicinò a Fred, e senza dire niente gli porse un biglietto.

— Grazie — gli disse prendendolo.

— Di niente — e così com'era arrivato se ne andò.

Il rosso lo guardò interrogativo, mentre apriva il pezzo di carta per leggere cosa c'era scritto.

Incontriamoci sulla Torre di Astronomia stasera alle 11.00. Mi raccomando, non fare tardi.
                                                           S. C.

— Chi te lo manda? — chiese George sporgendosi sopra la sua spalla.

— Non so, ci sono solo le iniziali... —

Andarono a sedersi al tavolo dei Grifondoro e nonostante la fame che aveva, Fred non riusciva a pensare ad altro che al misterioso appuntamento di quella sera.

— Ehi! Ci sei? — chiese Leanne schioccando le dita davanti la sua faccia per attirare l'attenzione.

— Cosa? Hai detto qualcosa? —

Hermione lo guardò divertita.

— Ti ho chiesto se potevi passarmi il succo
di zucca. —

— Oh sì, te lo passo subito. —

— Sicuro di stare bene? — chiese la riccia ironicamente ma allo stesso tempo preoccupata.

— Tutto bene, Herm. Grazie per averlo chiesto. —

Hermione gli sorrise, e Fred le fece l'occhiolino per farla stare tranquilla, mentre cercava di capire chi potesse essere il mittente di quel messaggio.

Angolo Autrice

Ebbene sì, oggi doppio aggiornamento! È il mio regalo per farmi perdonare della mia pessima puntualità. Spero vi siano piaciuti entrambi i capitoli, soprattutto perché stavolta mi sono incentrata più su Fred che su Hermione, per farvi capire un po' quello che pensa e che sta passando anche lui. Bene, grazie ancora, cari lettori, per continuare a leggere questa storia e grazie per i commenti speciali che scrivete.
Al prossimo capitolo! ❤️❤️❤️

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