capitolo 58

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La morte è forse la cosa più tragica che possa accadere. Le persone ne hanno paura, alcuni vorrebbero vivere in eterno.
Altri invece no.
La morte per quando brutta e dolorosa, prende e da.
Specialmente per le persone suicida.
La morte toglie la vita, ma in qualsiasi modo tu l'abbia vissuta ti ha dato qualcosa nel passato.
Per i suicida non è cosi.
Per loro la morte toglie quella vita che loro hanno odiato e non hanno saputo vivere, ma da la libertà.. ovvero tutti ciò che loro hanno sempre desiderato.

E per harry era così. È così.
Lui voleva solo essere libero. Libero di essere e fare ciò che vuole.

"Lou pronto?" Domanda noah sedendosi sul letto.

"Non a dirgli addio."

"Parlerai? Farai un discorso?" Annuisco e lui mi sorride flebile.

"Dobbiamo iniziare ad andare." Alec entra in camera e mette le mani sulle mie spalle.

"Tutto okay?"

"Si. Credo. Sono pronto, comunque."

"Andiamo allora." Prendo il foglio tutto piegato, lo metto in tasca. Faccii un respiro profondo e andiamo.

Oggi dopo il funerale e la sepoltura, liam,niall ed altre persone verrano nella casa famiglia. Dopodiché consegnerò le lettere che harry ha lasciato. Poi tornerò a casa mia.

Il problema è che sono svenuto gia due volte per via del panico. Non sento piu niente da quando lui non c'è piu.
Mi nanca alla follia e lo sogno ogni notte,quandi formo.

Arriviami fuori alla chiesa  siamo i primi, ovviamente dovevamo venire un po prima.

La bara non ce ancora.
E io sono sempre piu vuoto.
Piano, le persone entrano in chiesa; i ragazzi della casa, gli educatori, la cuoca,il  direttore.. niall e la sua famiglia, quella di liam.. e ovviamente la sua famiglia.
Poi vedo arrivare altre persone, alcune delle quali riconosco il viso familiare dato che soni gli studenti  della scuola.
E pian piano le persone aumentano sempre di piu, e quando la chiesa è quasi del tutto piena che mi rendo conto quanto le persone facciano schifo e siano false.
Persone che lo insultavano, che lo menavano, che lo deridevano e quando lui aveva bisogno di aiuto nessuno gli ha dato una mano.
A lato, accanto al confessionale, c'è un poliziotto con il padre di harry.

È tutto così ridicolo che mi verrebbe voglia di andarmene per non far parte di quedto circo insulso.

La messa inizia e appena fanno entrare la bara posandola poi a terra, un brivido parte da dietro la schiena.

E un po mi dispiace il fatto con non riesca a seguire la cerimonia, ma sono troppo concentrato su quella cassa di legno.
Non posso crederci.
Mi sento scomodo.
Questi vestiti sembrani stretti su di me, harry è lontano da me ma cosi vicino.
E tutto cio che vorrei fare ora è stendermi accanto a lui. Vorrei abbracciarlo, accarezzargli il viso e dirgli quando lo amo, quanto l'ho amato e quanto lo amerò per sempre.
Vorrei essere andato con lui quando doveva scrivere.
Vorrei essere andato via con lui.
Vorrei tornare indietro e provare a salvarlo in altri modi.
Vorrei essere scappato con lui da tutta questa merda.

"Louis, se vuoi andare a fare il discorso il prete ha detto ora." Mi dice alec.

"Um si. Si grazie."  Salgo quei tre scalini,mi metto dietro il leggio e abbasso un po quel microfono.
Chiudo un'attimo gli occhi cercando di sopprimere le lacrime e poi faccio un respiro profondo.

"Harry Styles.  Un ragazzo di 17 anni, il mio ragazzo. Ho visto che siamo in tanti, ora.. il che è ridicolo ma ora non è importante questo. Harry era ed è un persona magnifica. Lui dava sempre tutto di se pur di rendere gli altri felici. Lui era un angelo. Vorrei leggere due righe del su diario." Mi mordo il labbro e stendo il foglio sul leggio.

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