capitolo 30

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Dopo due ore di pullman arrivo ad Halifax. Cerco un posto in cui dormire, sono le 9 del mattino, tra un ora gli assistenti sociali saranno a casa,ma non mi troveranno.

Per di piu sospetto che louis non si sia ancora svegliato,dato che non mi ha ancora cercato..
Eh mi dispiace cosi tanto perche lo amo troppo...

"Salve" dice un signore appena entro in uno ostello per giovani.

"Um salve. Quanto per una stanza?"

"20 euro a notte."

"Okay. Può darmi un stanza?"

"Si certo. Un documento?" Do la mia carta d'identita.

"Sei minorenne.."

"Si ma è urgente perfavore."

"Um okay. Tutto bene ragazzo?"

"Si."

"La prima porta a sinistra del primo piano. C'è un letto,un comodino,qualche presa,un piccolo frigorifero e beh una finestra. Spero tu troverai bene."

Annuisco e mi da le chiavi,inizio a salire le scale.

"Ragazzo,per qualsiasi cosa mi trovi sempre qua eh."

"Okay. Grazie." Mi sorride e salgo le scale.

E quando mi siedo sul letto inizio a piangere e il mio cellulare inizia a suonare freneticamente.
Lo spengo.
Cosi come sono mi stendo su quel letto e mi odio.
Mi odio parecchio.

Prendo un sonnifero,sperando di non avere niente...che se propio dovesse succedere qualcosa, spero almeno che sia la morte.

--

Quando mi sveglio non so che ore siano. Vado nel piccolo bagno della stanza e mi guardo allo specchio. Ho un'aspetto orribile. Meglio dormire ancora.
Cosi,torno nella stanza,mi tolgo un giubbotto e prendo un'altra pillola. Crollo di nuovo ma mi fa stare male durante il sonno,ma ormai chissene frega. Ci sono abbituato.

Mi sveglio quando bussano freneticamente alla porta,la apro ed e il signore della reception.

"Em,scusami. È solo che mi volevo assicurare che vada tutto bene. Stai bene,harry?"

"Um si. Grazie per essersi interessato. Um..sa dirmi che ore sono?"

"Dammi del tu." Annuisco e guarda l'orologio.

"Sono le 4.20 del pomeriggio.."

"Solamente?"

"Del 6 febbraio. È lunedì,ragazzo. E non ti ho mai visto uscire per mangiare.."

"Io..sto bene. Tranquillo."

"Non hai mangiato? Vieni con me insisito."

"Sono apposto cosi,grazie."

"Dai." Scende le scale e lo seguo al piano di sotto, apre una porta,ma non è una semplice camera. È un vero e propio appartamento.

"Cosa hai fatto tutto questo tempo?"

"Io..penso di aver dormito."

"Siediti pure. Io abito qua. Ti piace la pasta al tonno?"

"Si,ma sto bene, davvero."

"Ragazzo,chi cerchi di prendere in giro? Me? Perchr qui non ce nessuno se non qualche ragazza o ragazzo di sopra." E inizia a cucinare mentre io mi siedo appoggiando le braccia sul tavolo di legno.
Si siede anche lui.

"Quindi,ti chiami harry e sei minorenne."

"17 anni..."

"Piacere,mi chiamo steve." Gli stringo la mano.

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