Capitolo 5

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Non sapevo se parlarne con Sam e Joss, ero confusa da quello che fosse appena successo e spaventata dall'idea di dover collaborare con lui per l'articolo che il signor Hill avrebbe scritto su di me, questo stava senza dubbio a significare che avre...

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Non sapevo se parlarne con Sam e Joss, ero confusa da quello che fosse appena successo e spaventata dall'idea di dover collaborare con lui per l'articolo che il signor Hill avrebbe scritto su di me, questo stava senza dubbio a significare che avrei di nuovo dovuto avere a che fare con lo stronzo arrogante. Ero rimasta un po' attonita nell'essermelo ritrovato difronte, soprattutto in un contesto che non avrei mai immaginato si addicesse ad uno come lui. Anche se la cosa allo stesso tempo mi affascinava, il fatto che oltre al suo solito fare da sfacciato ci fosse un uomo dotato di uno straordinario talento. Ma nonostante fosse emersa l'unica cosa di positivo , riuscivo sempre a provare quel senso di disprezzo verso la sua persona.

Era forse una parte del mio carattere di cui non ne andavo tanto fiera, se non l'unica. Ma era anche grazie a questo se spesso riuscivo a frenare le mie ambizioni verso persone che non meritavano nemmeno un quarto di quello che invece avrei voluto dargli. Ero una stronza, questo lo sapevo benissimo. Ma i motivi per cui lo ero diventata erano davvero tanti, tante anche le circostante in cui tendevo ad assumere questo mio atteggiamento.Avevo costruito delle mura, delle forti e possenti barriere. Le consideravo forse come un qualcosa che riuscivano a salvaguardarmi, a far in modo che non mi cacciassi nuovamente nei guai.

Decisi di non pensarci, di scappare nuovamente dai miei pensieri, gli stessi con cui ogni volta venivo risucchiata in un vortice violento. Mi concentrai invece sulle idee per le foto , qualcosa mi era già venuto in mente ma avrei sicuramente potuto fare di meglio, il problema era che avevo la testa completamente altrove. Intanto ero seduta al tavolo di un piccolo bar che avevo trovato strada facendo, avevo bisogno di passare un po' di tempo sola con me stessa e quello mi sembrava il luogo più adatto. Mi persi per un po' a guardare fuori dalla vetrata di quel posto così calmo, all'esterno c'erano persone che ridevano , altre che portavano a spasso i propri cani , bambini che correvano e perfino alcune coppiette di anziani che si tenevano amorevolmente per mano. La vita a Los Angeles sembrava davvero piacere a tutti e la maggior parte delle volte era così , ormai era diventata casa pure per me. Qui avevo praticamente trovato tutto quello di cui avevo bisogno, ma non potevo non ammettere che a volte anche New Orleans poteva mancarmi sotto alcuni aspetti.

Ci ero ritornata praticamente pochissime volte dal giorno in cui decisi di andare via , l'unica cosa da cui non volevo scappare erano mia nonna e mio fratello. Ricordo che quando decisi di dirgli che sarei stata più felice di trasferirmi in un'altra parte del mondo invece che rimanere a soffrire in quel posto mi abbracciarono e tra le lacrime continuavano a ripetermi che lo avrebbero accettato se era quello di cui avevo bisogno per essere felice.

Sorrisi malinconicamente prima di prendere il mio Iphone dalla tasca dei jeans e di comporre frettolosamente il numero di mio fratello. Pensare a loro e alla mia vecchia casa mi aveva fatto venire ancora più nostalgia, così decisi di chiamarli.

Servì giusto qualche squillo prima che il suono della dolce voce di mio fratello mi facesse riempire il cuore di gioia.

"Allison!" parlò Aaron dall'altra parte del telefono.

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