Capitolo 39

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There is only one happiness in this life, to love and be loved

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There is only one happiness in this life, to love and be loved.
-George Sand

ALLISON'S POV

Il buio era calato dolcemente sul Nevada, dando inizio alla vivace vita notturna che rendeva gloriosa Las Vegas. Il terzo piano del Butterfly hotel non era disposto molto in alto, ma , da quel punto preciso, ci si poteva lo stesso perdere in un panorama pazzesco. Le luci della strada brillavano di intenso, al contrario del mio stesso umore. Le macchine correvano, i ragazzi si divertivano. In cielo, la luna stava facendo del suo meglio per dare vita ad un ottimo quadro, accompagnata dalle stelle che la circondavano. Questo posto è celestiale, pensai incantandomi. Avrei probabilmente dovuto aggiungerlo prima alla lista dei posti da dover visitare prima di morire.

Ma ormai c'ero già, con la fronte schiacciata contro la vetrata fredda della suite 16C ed un mal di testa bestiale. L'adrenalina stava iniziando a farsi sentire, insieme ad un leggero pizzico di apprensione. L'abito fasciava bene il mio corpo, ne ero rimasta molto più incantata di quella stessa mattina. I capelli ricadevano dolci, al contrario del rossetto rosso fuoco che mi dipingeva le labbra, segno di forza mentale e fisica, o forse...nel mio caso.

Ero pronta, finalmente pronta. Magari credevo di esserlo, magari era veramente così. Non mi importava. Avevo preso una decisione, sperando questa volta di poter mantenere la mia stessa parola. Se nessuno voleva veramente dirmi cosa stava succedendo, avrei trovato delle risposte da sola.

Harry non mi aiutava, e seppur volesse farlo per il mio bene, non riuscivo ad essere dalla sua parte. Avevo ormai ben capito che, quando era incredibilmente arrabbiato o nervoso, cacciava fuori dalla sua bocca tantissime stronzate. E non ne ero meravigliata. Infondo ero stata io a stuzzicarlo, ma per motivi validi. Era sempre stato abituato a persone che gli concedevano l'ultima parola su tutto, perché lui era il capo e perché poteva, si. Tanto nessuno avrebbe mai osato contraddirlo, era questo quello che Harry pensava. Ma con me non funzionava, credevo l'avesse capito ormai. Non riuscivo a trovare nessun tipo di collaborazione da parte sua, e questo mi faceva andare su di giri.

Ero scappata nella camera delle ragazze perché non volevo rimanere un secondo in più con lui, dicendogli che stare un po' da solo gli sarebbe potuto servire per riflettere sulla questione, anche se quella era in parte una verità. Con l'orgoglio che ci rivestiva entrambi, avremmo aperto bocca per scambiare qualche parola al massimo un paio di volte quella stessa sera. E , cavolo, non sapevo ,date le circostanze, se quella cosa avrebbe potuto giocare a mio favore o meno.

Alzai gli occhi al cielo cacciando uno sbuffo, gli uomini erano tutti quanti uguali. Ed Harry, tra l'altro, aveva una doppia personalità che lo rendeva un momento prima un diavolo cattivo, quello dopo abbastanza clemente, ma...pur sempre un diavolo.

Wicked // HSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora