Capitolo 15

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HARRY'S POV

"Okay, per oggi va bene. Possiamo parlarne di nuovo quando arriverà lo scarico delle merci" disse Rakim mentre si arrotolava l'ennesima canna della giornata , mi stesi meglio sulla poltrona su cui ero seduto e portai alle labbra un altro po' di birra. Quel garage puzzava di sporco e di fumo ma era anche l'unico posto dove potevamo stare insieme e parlare in santa pace escludendo ovviamente il casinò di Los Angeles. Guardai Stephen che per tutto il tempo non aveva fatto altro che cercare di dirmi qualcosa anche se ogni volta veniva sempre interrotto da qualcuno. Accesi velocemente una sigaretta prima di posare una mia mano sul manto lucido di Pablo il rottweiler di Rakim ,che al mio tocco si rilassò e chiuse gli occhi.

"Styles" mi girai nella direzione della voce trovando Stephen che stava per prendere posto al mio fianco "dobbiamo scambiarci due chiacchiere noi due" feci scoccare la mia lingua sul palato come segno di irritazione ,poi lo guardai aspettando che parlasse.

"Sei strano ultimamente" prese una sigaretta dal mio pacchetto buttato ai nostri piedi e l'accese senza nemmeno chiedermi il permesso "non voglio sapere cosa cazzo ti passa per la testa perché non sono uno psicologo o qualche merdata del genere, ma l'ultima cosa che ci serve ora è che tu venga distratto da qualcosa" sapevo già dove volesse andare a parare "o qualcuno" , bingo.

Mi feci scappare una risata isterica, avevo davvero voglia di spaccare qualcosa ma mi limitai solo a far uscire insistentemente una nuvola di fumo dalle mie labbra "ti ho già detto che non sono cazzi tuoi e che devi fottutamente fidarti, ho tutto sotto controllo"

"Hai sotto controllo anche la moretta? Aspetta com'è che si chiama , Allison" sentivo il veleno in ogni parola che uscisse dalla sua bocca , nonostante fossimo dei buoni amici quando si trattava di distrazioni Stephen come anche Rakim riuscivano ad essere davvero dei pezzi di merda, l'unico a salvarsi era Will...a lui non fotteva mai un cazzo di niente. Strinsi i pugni e dilatai le narici, non ero in vena di pensarci figuriamoci di parlarne.

"Te la sei scopata?" continuò facendomi serrare la mascella , sarei esploso a momenti se avesse continuato con la sua predica del cazzo.

"Anche se fosse?" alzai le sopracciglia in segno di sfida.

Un sorrisetto comparve sul suo volto , bagnò le sue labbra prima di piegarsi e posare i gomiti sulle ginocchia "sono felice per te, amico. È una ragazza davvero sexy" sapevo lo stesse facendo per testare il mio autocontrollo, le mani mi iniziarono a pizzicare quando continuò a parlare "ho visto come la guardavi ballare ieri notte , non eri l'unico in realtà, sa muoversi davvero bene" mandai giù una gran quantità di saliva prima di respirare pesantemente.

"Lo so" risposi sorridendo "peccato lo stesse facendo pensando solo a me"  parlai, ricordando gli avvenimenti della sera prima. Poi girai il capo nella sua direzione "ma sai che tutto quello che faccio è già progettato nella mia mente, per un motivo ben preciso" feci scoccare le mie dita "quella ragazza non è niente per me se è quello che vuoi sapere, puoi dormire sogni tranquilli" sapevo di star mentendo ad una parte di me stesso ,ma l'ultima cosa che volevo era quella di deludere i miei amici.

"Bene, era quello che volevo sentirti dire" si alzò dandomi una pacca sulla spalla "hai voglia di divertirti? Stanno arrivando Cassie e le sue amiche, saranno sicuramente in cerca di sesso" schiacciò l'occhio destro prima di prendere una birra dal mini frigo nell'angolo della stanza ed andare via.

Mi portai le mani in viso non appena Stephen lasciò il garage per dirigersi verso il resto dei ragazzi che era fuori in giardino, chiusi gli occhi e portai due dita alle tempie massaggiandole cercando di alleviare almeno un po' quel dolore alla testa che mi stava uccidendo. Recuperai il telefono che era nella tasca posteriore dei miei jeans e lo sbloccai non trovando però nessun messaggio. Quando quella stessa mattina Allison era scappata via in lacrime mi ero sentito in parte un pezzo di merda in parte di aver fatto la cosa giusta. Quella ragazza mi stava fottendo il cervello e non stavo facendo niente per impedirglielo , era anche questo il motivo per cui mi ero comportato in quel modo con lei. Quando ieri notte ero entrato nella mia stanza senza rivolgerle nemmeno una parola avevo visto la delusione stampata sul suo volto e nemmeno due ore dopo stavo camminando verso la sua camera perché mi accertassi che stesse dormendo senza problemi. Mi accorsi di dover dare un taglio e porre fine a tutto prima ancora che iniziasse quando l'avevo guardata dormire per troppo tempo beandomi della sua bellezza, era un angelo.

Wicked // HSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora