Capitolo 22

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"Hai ancora mal di stomaco?" Sam entró nella mia stanza con una scatola di medicine tra le mani, il problema era che a me non aveva mai fatto male lo stomaco.

"Sto meglio, posso anche andare a lavoro" dissi alzandomi dal letto, afferrai il mio telefono prima che potesse farlo lei per poi spostarlo da qualche altra parte.

"Cos'hai?" mi disse quando la mia espressione iniziò a diventare seria, si sedette sulla sedia in legno con le spalle rivolte verso la scrivania.

"Niente" mentii, presi un jeans dall'armadio e lo indossai velocemente.

"Proprio niente? Sei sicura?" mi guardò, portò le sue gambe al petto.

"Non voglio che tu faccia tardi a lavoro per me, c'è comunque Joss in casa"

"Non farò tardi, in ogni caso ora vado. Sei sicura di non aver bisogno di niente?" mi demandò. Scossi la testa ,apprezzavo questo suo lato premuroso. Ma il problema era che non avrebbe mai potuto capire realmente cosa mi stesse passando per la testa in quel momento, dato che non sapeva.

"Va bene" mormorò " non esitare a chiamarmi se succede qualcosa"

Accennai un sorriso e poi indossai la mia solita camicetta bianca "ti ho detto che non devi preoccuparti, vai" la vidi annuire e silenziosamente uscire dalla mi camera.

Mi sedetti sul letto quando sentii Sam uscire di casa, sospirai pesantemente riprendendo il mio telefono tra le mani. Harry non aveva fatto altro che mandarmi messaggi da quando mi aveva vista andare via nel modo in cui avevo fatto ieri sera. Mi aveva anche chiamata, ma da parte mia non c'era stata ovviamente nessuna risposta. Tutti i suoi messaggi non accennavano nemmeno ad una scusa, lui sapeva che avessi sentito tutte le cattiverie che aveva detto su di me ,ma sembrava essere più preoccupando per il fatto che io stessi origliando una delle conversazioni che stava avendo con i suoi amici. Si era arrabbiato parecchio quando avevo rifiutato ogni sua singola chiamata, fino a quando non avevo deciso di spegnere il telefono per non fare in modo che continuasse ad infastidirmi.

Alzai gli occhi al cielo infastidita, mi diressi poi verso lo specchio che si trovava ad uno dei lati della stanza. Cercai di sistemare con le mani i capelli disordinati ,dato che non avevo alcuna forza di legarli né tantomeno di pettinarli. Passai un po' di mascara sulle mie ciglia, indossando subito dopo un paio di tacchi bianchi.

Sorrisi quando qualcosa mi accarezzò le caviglie, abbassai lo sguardo ritrovandomi ai piedi il piccolo pelosetto che avevamo accolto a casa quella mattina. Quella di andarlo a prendere era stato il primo pensiero che aveva avuto Joss nell'esatto istante in cui aveva aperto i suoi occhi "ciao piccolino" mi abbassai per accarezzarlo, in risposta lui fece un piccolo mugolio.

"Come hai fatto a salire fin quassù?" aggrottai la fronte , era ancora abbastanza piccolo per poter riuscire in qualcosa del genere.

Wicked // HSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora