Capitolo 16

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HARRY'S POV

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HARRY'S POV

La pausa pranzo stava quasi per iniziare ed io non avevo scritto nemmeno la metà dell'articolo che poco prima Christopher mi aveva chiesto di finire entro la giornata. Ieri avevo passato l'intera serata con i ragazzi in un locale vicino casa e questa mattina mi ero svegliato con la testa che mi scoppiava e metà corpo di una rossa steso su di me. Mi ero rifiutato di ricordare cosa fosse successo, anche se avevo già una mezza idea su quello che avessimo fatto durante la notte, ed ero sgattaiolato fuori casa della ragazza borbottando tra me e me.

Guardai il titolo che avevo scritto al computer e  poi presi un altro sorso di whiskey e cola dal bicchiere di cristallo che mi ero fatto portare poco prima da una delle mie segretarie. Probabilmente sarebbe stato meglio bere un caffè ,ma avrei sofferto un botto con il caldo che faceva quel giorno. Aprii l'agenda che avevo al mio fianco sulla scrivania e ci scarabocchiai qualcosa su aspettando con ansia che l'orologio appeso alla parere segnasse le due.

Alzai poi la testa quando la porta del mio ufficio fu aperta di scatto e contrassi la mia faccia in un'espressione dura quando mi accorsi di chi si trattasse "quante cazzo di volte devo dirti che devi bussare prima di entrare?" ringhiai portando due dita alle tempie.

"E tu invece perché sei sempre così incazzato con il mondo intero?" si avvicinò sbuffando prima di sedersi sulla scrivania ed accavallare le gambe.

"Ci sono due poltrone in questo ufficio proprio per questo, Cassie" la rimproverai, sbuffando alla sua poca maturità.

"Ed io voglio sedermi qui" mi rivolse un finto sorriso.

"Cosa vuoi? Non ho tempo da perdere" feci scorrere i miei occhi sulle parole scritte al computer.

"Christopher mi ha chiesto di dirti che dopo la pausa pranzo dobbiamo raggiungerlo in sala riunioni" poggiò una sua mano sulla mia spalla , fece poi sbattere i suoi occhi come era solita fare quando desiderava qualcosa "a proposito di pausa pranzo, hai da fare?"

"Si, mangiare" bofonchiai, la vidi alzare gli occhi al cielo prima di scendere dalla scrivania e posizionarsi dietro di me.

"Dipende, però, da che tipo di fame hai" mi sussurrò facendo scorrere le sue mani sul mio petto, finirono subito dopo all'interno della mia camicia per metà sbottonata.

"Non sono in vena di queste stronzate Cassie, tornatene a lavorare" spinsi il suo tocco via da me.

"Si può sapere cosa cazzo ti sta succedendo?" si allontanò immediatamente incrociando le braccia al petto. La vidi aspettare impaziente una mia risposta.

"Niente" ringhiai pronunciando quella parola lentamente "dovete fottutamente  smetterla di domandarmi cosa cazzo ho perché non ho un bel niente, ci siamo intesi?" portai le mie mani tra i capelli ,scompigliandoli di poco.

Wicked // HSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora