Capitolo 41

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ALLISON'S POV

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ALLISON'S POV

Quattro ore più tardi eravamo entrambi distesi tra il tepore delle soffici lenzuola bianche , sul voluminoso letto posto al centro della nostra suite imperiale. Erano le due di notte, e la città , dall'altro lato della vetrata, viveva armoniosamente. I nostri occhi erano puntati verso le luci colorate dei grattacieli vicini, mentre la smisurata ruota panoramica continuava a girare lentamente per dare ai turisti notturni una squisita visuale su Las Vegas. E le nostre labbra, quando non erano occupate ad accarezzarsi e a guerreggiare tra di loro, aspiravano soavemente un po' di nicotina. Così le sigarette terminavano, moltiplicandosi nel portacenere posato di fianco al letto, e i minuti passavano, il silenzio diventava sempre più intenso, e la mia voglia di restare sepolta tra il suo accogliente calore aumentava sempre di più.

Eravamo poggiati di schiena contro il morbido materasso che sosteneva il nostro peso, io con la spalla sinistra posta sul suo petto, e lui con il suo braccio incastrato attorno al mio collo. Le nostre mani di tanto in tanto si incrociavano, giusto per qualche minuto, prima che per Harry fosse troppo, lasciando che le nostre dita si perdessero in uno scatto lugubre. Altre volte l'iniziativa era proprio mia, quando giravo il collo e guardavo il suo profilo perdendomi nel suo estremo incanto. Accarezzavo smaniosamente i suoi lineamenti decisi , facendomi largo nel solito tornado di ossessione incessante. Le lenzuola lo coprivano a malapena , anche se il buio della stanza continuava a formare sul suo corpo una sorta di velo invisibile, uno scudo che lo salvaguardava dalla sfera affettiva che lo spaventava. E per quanto fossi logorata, non avevo la minima intenzione di chiudere occhio. Harry aveva la sua solita espressione dubbiosa stampata in volto, ed io mi sforzavo nel leggere attraverso le righe quale fosse il problema. Ma cosa potevo pensare? Niente, in quel momento completamente niente. Ed era giusto così, dopotutto.

Strofinai il mio naso contro la pelle del suo collo, mugolando. Harry non era mai stato bravo nell'essere discreto e aggraziato, e non si era ovviamente nemmeno preoccupato di far sembrare il contrario. Ed in quel momento voleva ricordarmelo, mentre una delle sue mani andava ad intrufolarsi insistente sotto le lenzuola che mi facevano da barriera. Proprio come una gazza ladra che si era invaghita di un oggetto luccicante, astuta e passionale , Harry afferrò il mio seno scoperto senza indugiare nemmeno un attimo. Mi ricomposi, sorridendo pigramente contro la pelle delle sue guance, prima che anche lui voltasse la sua testa verso la mia direzione, lasciando un casto bacio sulle mie labbra bagnate dal desiderio.

Spogliarmi era stata la prima cosa che aveva fatto quando, tra un bacio e l'altro, eravamo finalmente riusciti ad entrare in camera. Tutto totalmente in ordine, fino al punto in cui i nostri corpi avevano fatto irruzione in stanza, interrompendo la quieta. Eravamo noi il caos. Ma Harry non aveva intenzioni lussuriose, voleva soltanto che io fossi lì, nuda sotto ai suoi occhi, o almeno vestita unicamente della solita pelle d'oca che mi accompagnava quando ero con lui. E nessuno dei due aveva osato andare oltre, anche se tutto quello che volevamo era proprio perderci nella passione.

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