Era terribile ma allo stesso tempo affascinante come una persona potesse prosciugarti ogni minima forza, Harry lo faceva ogni volta che mi era vicino. Ero arrivata ad etichettarlo come il buio, come qualcosa di terribilmente oscuro e pauroso. Avevo...
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C'erano momenti dove semplicemente avresti voluto chiudere gli occhi, riposare le palpebre e farti cullare dal buio. Ed io, in quel momento, avevo inevitabilmente bisogno di sfuggire dalla realtà, la stessa che man mano stava realmente mettendo a dura prova la mia remissività. Ma al contrario di come sarebbe dovuto essere, i miei occhi erano ben aperti, fissi su quell'orrore che non avrei mai immaginato neanche nei miei incubi più brutti. Il mio passato era lì di fianco al mio corpo inginocchiato, il mio presente immobile nella parte opposta di quella gattabuia. Il mio sguardo terrificato ma allo stesso tempo inquisitorio faceva avanti ed indietro tra quelle due fazioni della mia vita , cercando di capire quale uragano fosse appena scoppiato tra loro. E potevo quasi giurare di sentire il fragore del dolore che da lontano si avvicinava sempre di più, dritto verso il mio petto e verso quella poca felicità che mi aveva aggraziata per quei pochi giorni che erano appena terminati in un esatto istante. Harry mi guardava afflitto , mi guardava come se non fosse realmente stato lui l'artefice di tutto quel sangue che adesso sporcava anche le mie mani, mentre afferravo il volto di Cameron in una mossa stretta e cercavo di capire come dopo tutto quello che mi avesse fatto fossi ancora in pena per lui, dispiaciuta ed amareggiata per chissà quale assurdo supplizio.
Una singola lacrima cadde su una delle sue guance, proprio quando i suoi occhi iniziarono a guardarmi "cosa gli avete fatto?" mormorai, prima di guardarmi intorno, non riuscendo nemmeno più a reggere il dispiacere che aveva reso il suo sguardo più cupo. "Rispondetemi cazzo! Rispondetemi immediatamente!" il mio petto iniziò ad andare su e giù freneticamente, quando nessuno di loro ebbe intenzione di aprire bocca.
Il volto di Harry era indecifrabile, e se solo l'avessi conosciuto un po' meglio, avrei quasi giurato che fosse mortificato "Allison perché sei qui?" la sua voce fu un soffio leggero, ma non osò avvicinarsi un po' più del dovuto.
Pulii le mie guance bagnate, sporcandomi gli zigomi di colore rosso "Perché? Perché sono qui? Qualcuno mi ha chiesto di farlo per conto tuo, bastardo! Era questo quello che volevi che vedessi, eh?! Ci sei riuscito ancora una volta, tu... tu sei incredibilmente malato!" strillai, non riuscendo più a contenere la rabbia che minacciava di esplodere. Come poteva chiedermi una cosa del genere in quel momento?
Ma quello che disse Harry poco dopo doveva sicuramente spiegare la sua espressione confusa , mentre si voltava verso gli altri ragazzi con la fronte aggrottata, ricevendo da questi ultimi nient'altro che occhiate disorientate "non ho chiesto a nessuno di avvertirti che mi avresti potuto raggiungere qui, se fosse stato così l'avrei fatto di persona"
E allora le idee mi furono subito chiare. Qualcuno si era preso gioco di noi ancora una volta, e l'aveva fatto talmente bene da riuscire nel suo malato tentativo. In quel momento si spiegava tutto ciò che era successo quel pomeriggio, la voce sconosciuta, il numero risultato inesistente e la confusione di Leonardo alla mia proposta di recarsi al casinò. La mia vita doveva essere un fottuto scherzo della natura , o era semplicemente l'Onnipotente che si divertiva a giocare con la mia miserabile marionetta. Calai lo sguardo, riflettendo su chi fosse in grado di odiarmi così tanto, e soprattutto su cosa avessi fatto di così infame da meritarmelo. Lo sguardo di Harry mi cercò disperatamente, anche lui aveva capito quale fosse stato quel tanto corrotto meccanismo.
