-Capitolo 38:Amici ricongiunti e oggetti occulti-

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I rimasugli della compagnia insieme ad Théoden e suo nipote si inoltrarono nella foresta di Fangorn ,attraverlandola per dirigendosi a sud fino ad arrivare ad Isengard.
Arrivarono vicino al confine segnato dalle mura notando Merry e Pipino seduti, che conversavano,erano contenti di rivederli dopo così tanti mesi.

<<Benvenuti, miei signori, ad Isengard. >>disse Mastro Brandibuck levatosi in piedi.

<<Voi! Piccole canaglie, ci avete spinto ad una bella caccia e ora vi troviamo a.. banchettare e fumare?! >>disse Gimli.

<<Siamo seduti sul campo della vittoria.. gustandoci cosucce che ci siamo meritati..il maiale salato è particolarmente buono. >>disse Pipino.

<<Maiale salato..?! >>disse il piccolo uomo di Moria leccandosi i baffi.

<<Hobbit.. >>mormorò Gandalf.

<<Siamo agli ordini di Barbalbero che da ora in avanti comanda Isengard. >>rispose Merry.

Poco dopo entrarono in ciò che era rimasto del regno di Saruman, dirigendo i cavalli in mezzo alla palude fangosa che si era creata.

<<Giovane Mastro Gandalf, sono contento che tu sia qui. Legno e acqua, tronchi e pietre, li posso dominare, ma qui c'è un mago con cui avere a che fare.. chiuso in questa torre. >>disse l'Ent accogliendoli.

<<E lì Saruman deve rimanere, controllato da te, Barbalbero. >>disse lo stregone bianco.

<<Prendiamoci la sua testa e facciamola finita. >>disse il piccolo uomo di Moria.

<<No. Oramai non ha poteri. >>disse l'anziano.

<<L'indecenza di Saruman, si sta dissolvendo. Gli alberi torneranno a vivere qui,alberi giovani, alberi selvatici. >>disse Barbalbero.

<<Pipino! >>chiamò Aragorn, il giovane hobbit era sceso dal cavallo di Éomer, piombando sull'acqua,ne tirò fuori una sfera scura, solida e nera.

<<Per la mia corteccia! >>esclamò l'enorme albero parlante.

<<Peregrino Tuc.>>disse Gandalf. <<Lo prendo io, giovanotto.Su, presto. >>continuò.

<<Cos'è? >>chiese Ainwen curiosa, osservando oltre la spalla del compagno la sfera che lo stregone asciugava con le sue vesti.

<<Di certo..non una cosa per elfi,principessa. >>rispose Gandalf, la nipote di Elrond, dal canto suo non ci fece caso, decidendo di lasciar perdere.

Ripercorsero la strada a ritroso, ritornando ad Edoras, dove Eowyn e il resto della popolazione li attendeva.

<<Stasera, ricordiamo chi ha versato il proprio sangue,per difendere questo paese. A voi, morti vittoriosi!>>disse Théoden alzando il boccale,in quel momento la giovane elfa si portò il contenitore ricolmo di vino alla bocca, ripensando a suo fratello, avrebbe voluto tornare nella valle di Imladris per comunicare di persona, a suo zio e i suoi cugini, la morte di Haldir, ma sapeva che Elrond, sapeva già tutto grazie alle sue visioni,venne riscossa dai suoi pensieri dal gusto asprigno del vino,che stava consumando in silenzio insieme ai suoi compagni di viaggio e i Rohirrim presenti nel salone.
Un banchetto prese vita quella sera stessa, la gente vociava allegra e spensierata, la nipote di Elrond si guardò intorno, le persone ridevano e chiacchieravano allegre mentre i due hobbit ricongiunti cantavano e ballavano su un tavolo in legno, mentre i sudditi del Signore di Rohan, i due elfi e Gimli li guardavano divertiti.
Al termine della serata Ainwen insieme al suo compagno uscì dal palazzo per prendere una boccata d'aria, coperti dai mantelli guardavano l'orizzonte,la principessa era poggiata contro il petto di Legolas e quest'ultimo li cingeva la vita con un braccio.

<<Ti ricordi il mattino in cui siamo partiti per il Fosso? >>le chiese lui ad un certo punto.

<<Sì. >>rispose la ragazza.

<<Ti avevo fatto un promessa.. non l'ho mantenuta. Non avrei voluto che vedessi tuo fratello morire,era meglio se restavi a Granburrone..è colpa mia.. se io non ti avessi amata, non ti avrei portato a seguirmi in questa impresa.. e non avresti dovuto assistere alla sorte di Haldir. >>confessò il principe.

<<Non è colpa tua. Io ti amo e continuerò a farlo per il resto del tempo che mi rimane, te l'ho detto, io ti seguirò fino in capo al mondo se necessario. Il mio cuore ti appartiene. >>rispose l'elfa,troncarono lì il discorso sentendo i passi di Aragorn dietro di loro.

<<Le stelle sono velate, qualcosa si muove ad est. Un insonne malanimo,l'occhio del nemico si muove. >>disse l'erede di Thranduil incrociando lo sguardo dell'amico.

<<Io lo sento,lui è qui.>>disse Ainwen avvertendo la presenza oscura di Sauron,i tre rientrarono velocemente nel salone in cui erano stati sistemati per la notte,Pipino aveva in mano l'oscura sfera trovata quel pomeriggio e si dimenava colto dalle convulsioni.

<<Aiutatelo! >>supplicò Merry.

<<Tenetelo fermo. >>disse la principessa ai due uomini, il rammingo cercò di toglierli la sfera venendo colto anche lui dal forte potere di quest'ultima, che poi abbandonò a terra mentre l'elfa di Lothlórien si avvicinava velocemente al Mastro Tuc che non reagiva.

<<Lasto beth nîn, tolo dan nan galad. *>>pronunciò Ainwen in elfico, subito dopo l'hobbit iniziò ad ansimare, risentendo la vita battergli nel petto.

<<Gandalf, perdonami. >>sussurrò Pipino guardando lo stregone.

<<Che cosa hai visto? >>lo interrogò l'anziano.

<<Un albero.. c'era un albero bianco, in un cortile in pietra. Era morto, la città era in fiamme.>>rispose sconvolto il giovane della contea.

<<Minas Thirit.. La città di Boromir. >>mormorò la nipote di Elrond.

<<È questo che hai visto? >>chiese lo stregone bianco.

<<Ho visto.. Ho visto lui, sentivo la sua voce nella testa. >>rispose Mastro Tuc.

<<E cosa li hai detto..? Parla! >>insistette l'anziano.

<<Mi ha chiesto il mio nome, non gli ho risposto..mi ha fatto male. >>rispose Pipino.

<<Cosa gli hai detto di Frodo e dell'anello?>>chiese Gandalf.

<<Niente. >>rispose solo l'uomo della contea.

Tutti decisero che era meglio riposare, avrebbero approfondito il discorso il giorno seguente.

To be continued...

*Lasto beth nîn, tolo dan nan galad. =ascolta la mia voce, torna alla luce.

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