-Capitolo 4:Verità che vengono a galla e sensi di colpa -

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<<Come pensavo. Ci hai mentito, figlia di Draugluin.>>disse Thranduil guardandola con gli occhi divenuti delle fessure mentre Legolas indignato lasciava la stanza, Tauriel lo seguì poco dopo.
<<I tuoi lineamenti ti hanno tradita,  Alatariel era una capoguardia al mio servizio, era tua madre dico bene? >>disse il Re attendendo una risposta da parte dell'elfa.

<<Sì mio Signore. >>rispose  Ainwen, arrendendosi dopo alcuni minuti.

<<Sono un Re clemente e molto paziente, nonostante tu mi abbia mentito, potrei convincere tuo zio a farti restare, sei una delle mie migliori guardie e un elfo in più nel mio esercito non nuoce di certo. >>disse l'elfo dai capelli chiari. <<Vai da mio figlio, sicuramente vorrà delle spiegazioni. >>disse prima di uscire dalla sala del trono per raggiungere Elrond.

La ragazza si affrettò settacciando ogni angolo di Bosco Atro, lo trovò seduto  davanti alla statua della madre, le dava le spalle .

<<Perché mi hai  mentito?>>
chiese Legolas sentendo la presenza della ragazza dietro di sé.

<<Non potevo evitarlo, se Elrond avesse scoperto che ero venuta qui molto probabilmente mi avrebbe impedito di addestrarmi. Che io lo voglia o no, sono una principessa Legolas , ho i miei doveri e le mie responsabilità, non voglio tornare a Imladris. Voglio rimanere qui, con te e Tauriel. >>disse Ainwen per poi sedersi accanto a lui. <<In qualche modo riesci sempre a farmi stare bene. >>disse la ragazza voltandosi leggermente verso l'elfo biondo, poi si alzò, doveva andare a parlare con suo zio. Ritornò nei pressi della stanza del trono, trovando i due sovrani vicino alle mura appena fuori dalla stanza.

<<Tuo zio è disposto a farti rimanere. >>disse Thranduil facendole un piccolo sorriso.

<<Davvero? >>chiese la bella elfa a Elrond.

<<Sì, purché tu mi venga a trovare. >>disse il Signore di Imladris.

Arrivò il momento dei saluti, abbracciò il parente dicendogli di portare un saluto ai suoi cugini, in particolare ad Arwen.
<<Mi raccomando, sii sempre ubbidiente e porta rispetto al Re. >>disse infine il sovrano che insieme alle sue guardie rimontò a cavallo, scomparendo lentamente oltre il confine del reame boscoso.
L'imbrunire si fece vedere presto, Legolas e Ainwen non si erano più parlati da quel pomeriggio, la ragazza andò a dormire con cattivi pensieri che non le davano pace, si sentiva in colpa nei confronti dell'elfo di cui ormai, volente o nolente, si era innamorata,almeno una soddisfazione l'aveva ottenuta, era andata meglio di quanto pensasse .

Il giorno dopo si svolse in tutta normalità, fin quando un gruppo di ragni attaccò i dintorni del regno, i due giovani principi insieme a Tauriel e altre guardie erano usciti dall'enorme cancello, addentrandosi tra gli alberi del bosco, li seguirono per un tratto di sentiero e ne uccisero alcuni scoccandogli alcune frecce.

<<Legolas, sbaglio o quelli sono nani? >>chiese Ainwen in elfico indicando una fila di uomini molto bassi.

<<Non sbagli. >>le rispose l'elfo.
La ragazza insieme al gruppo di elfi scoccò qualche freccia uccidendo alcuni aracnidi poi si agganciò a un filo di ragnatela,dopo aver ucciso un altro ragno atterò accanto all'erede di Thranduil,
tenevano tutti gli archi tesi e puntati verso il gruppo di nani.

<<Non credere che non ti uccida, nano.Lo farei con piacere. >>disse Legolas al piccolo uomo che capeggiava il gruppo, Ainwen parve riconoscerlo, era il nipote di Thror, Re di Erebor, suo zio lo conosceva e anche Thranduil ne aveva parlato in qualche occasione.

To be continued...



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