Ancora una volta
«E tu con gli occhi dolci e il carattere forte» Cit.
09:30.
« Scusami per il ritardo, mi son svegliato tardi» ammetto non appena metto piede nell'ufficio di Richard, il mio migliore amico sin dai tempi del liceo.«Non preoccuparti, ho avuto dei contrattempi anch'io, direi che siamo pari» strizza appena l'occhio, venendomi incontro e dandomi il cinque.
«Sono già passato dalla tua segretaria e ho fatto firmare i moduli che mi hai chiesto, in più ho dovuto sbrigare alcune faccende riguardanti la mia attività e ho comperato dei giornali» comincio a raccontargli la mia breve ma intensa giornata non appena la sua dipendente entra, portandoci due tazze di caffè.
«Giornali?» mi chiede, afferrando la sua tazza ed inarcando un sopracciglio.
«Da posizionare sul tavolino di fronte al divano, nella sala d'attesa. Non vorrei che i miei clienti si annoiassero in attesa che finisca una qualsiasi altra persona»Continua a tenere il sopracciglio inarcato, fissandomi, smettendo di bere il suo caffè.
«Da quando è nato tutto questo interesse per i clienti? Mi era parso di capire che tatui per sfogarti, non per fare amicizie»
«A dire il vero, attualmente il mio lavoro é diventata la mia priorità», comincio a spiegargli, alzandomi e dirigendomi verso la finestra. «Tatuo per sfogarmi, lo sai. Lo faccio dall'età di diciassette anni e ad oggi, è passato tanto di quel tempo. Tu sei l'unico ed il solo che conosce interamente la mia storia, Richard. Voglio che chiunque scelga me per farsi incidere una qualsiasi cosa sulla loro pelle, mi ricordi. Non voglio più essere trasparente» ricomincio a dirgli, guardando Diana dalla finestra aprire il mio rifugio, nonché il mio lavoro.
È un pregio avere un migliore amico avvocato, il quale sceglie di aprirsi un suo studio di fronte a quel che è il tuo mondo, attualmente.
«Tutto chiaro, non sei lucido» ironizza infine, venendomi incontro e dandomi una pacca sulla spalla.
Sorrido piacevolmente, sollevando un angolo della bocca e guardando un'ultima volta dalla finestra.
«Non sono mai stato lucido in vita mia. Ed è bene che il mio amico avvocato lo approvi» mi sposto leggermente, allungando la mano verso il piccolo divano e riprendendo la mia giacca.
«È meglio che tu vada, prima che possa cambiare idea» ridacchia, alzando gli occhi al cielo.«Per l'amore del cielo Richard, non vorrai sbattermi dentro una cella» gli strizzo un occhio, prima di chiudere la porta alle mie spalle e percorrendo le scale frettolosamente.
L'aria è gelida, sembra quasi volermi travolgere. Riesco a sentire i miei ricci sguazzare liberi contro il vento, arruffandosi.
Chiudo totalmente la zip del mio cappotto ed attraverso a passo svelto, svoltando verso il mio locale.Saluto con un cenno di testa alcune mie vecchie conoscenze, passanti proprio di lì e busso alla porta non appena arrivato, sperando che Diana mi senta.
«Diana son io, potresti aprirmi? Credo di aver lasciato le chiavi nell'ufficio di Richard» dico a voce ben alta, bussando ancora una volta, con più forza.
«Con meno arroganza, suppongo che possa aprirti»Riconosco la sua voce odiosa.
La vedo quasi venirmi incontro, con in mano il suo solito vassoio e con indosso l'uniforme da cameriera. Pff, da sguattera, magari.«Non venirmi a rompere le palle, mocciosa» sbotto, vedendola ridere di me.
«Chiariamo una cosa, Caleb. Sarà meglio che impari il mio nome e che tu accetta l'idea di dovermi incontrare qui. Il fatto che tu sia interamente ricoperto di tatuaggi e che abbia un teschio sotto al collo, non mi spaventa. Affatto» marchia le parole, scandendo bene le ultime.
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Indelebile.
Chick-Lit[COMPLETA] Caleb Stevens, ha una vita intera colma di rimorsi da portare dietro le spalle. E' in grado di inghiottire chiunque lo circonda nel suo mondo definito "caos", senza dar loro la possibilità di ascoltarlo e di stargli vicino. All'età di di...