Capitolo 17.

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        Accidenti come sei bella

«Son qui perché se mi arrendo questa volta mi arrenderò tutta la vita» Cit. 

«Buongiorno» accenniamo ad unisono io e Jess, entrando nel mio studio, mano nella mano.
«Buongiorno a voi», ci risponde Diana, accogliendoci con un caloroso sorriso.

«È arrivata Shay?» domando, scrutando l'orario dall'orologio che ho indosso sul polso.
«Chi è Shay?» mi chiede Jess, guardandomi.

Sorrido, vedendola quasi infastidita.
«Una nuova tatuatrice», le chiarisco. «Ricordavo di avertelo già accennato», l'abbraccio, baciandole una tempia.

«Ah, lei» si schiarisce la voce, vedendola arrivare. «La ricordo, perfettamente»
«Ci conosciamo?» domanda Shay, avvicinandosi e porgendole la mano.

«Potrebbe essere» ribatte secca la mia lei.
La stringo più a me, sorridendo.
«Ti fermi qui mentre lavoriamo?» le chiedo.
«Se non sono un problema», risponde come se fosse una bimba. La mia. 

[...]

Shay sembra essersi messa a suo agio nel mio studio. Lo sistema, pulisce, decora quasi come fosse il suo.

«Dovresti occuparti di tatuare, non di architettura» le tengo presente, accennando una risata.
Tra me e Shay non scorre buon sangue.

Soltanto la prima sera, abbiamo scambiato qualche chiacchiera amichevolmente.
Ma del resto, nessuno si rivela subito per quel che è. Compreso me.

«Il nostro studio deve essere impeccabile», precisa lei, strizzandomi un occhio.
«Nostro?» domando, tossendo.

«Trascorriamo tutte le mattinate assieme qui, perché non definirlo tale?» mi domanda a sua volta, mangiandosi le unghia.
Venti anni e non sentirli.

«Vorresti essere già sbattuta fuori a calci, cara?» si intromette poi Jess, guardandola con occhi di sfida.

«Come, scusa?» ribatte Shay, girandosi verso la sua direzione e scrutandola da capo a piedi.
Accenno un passo, ma mi ritraggo poco dopo, non sapendo quanto valga la pena intromettermi durante una discussione tra ragazze.

«Ti ribadisco di rimanere nel tuo, cara» ricomincia, alzandosi ed andandole incontro. «Questo studio non ti appartiene. Tatua e richiedi i tuoi soldi. Limitati a questo» scandisce poi le ultime parole.

Mh. Perspicace la mia piccola.
«Come sei malvagia», la stuzzico, avvicinandomi a lei. Sorride, cingendomi la vita.

«Io sono esattamente così come mi vedi», riprende poi Shay. «Che possa piacerti o meno. Se Caleb non mi ritiene all'altezza di poter occuparmi del suo studio, è libero di mandarmi via» continua.

Sbuffo, infastidito.
«Potreste smetterla di parlare come se non ci fossi?» chiedo, alzando il braccio in segno di approvazione.
È assurdo tutto ciò.

«Tesoro, non preoccuparti. È tutto okay» tiene a precisare Shay, sfiorandomi il volto. «Avremo modo di parlarne meglio, nel corso dei giorni»

Sento le unghia di Jess infilzarsi sul mio bacino, facendomi sobbalzare.
«Ahi», sbotto, per poi guardarla.

«Le rispondi tu o posso occuparmene io?» mi fulmina con lo sguardo.
Continuo a guardarla, non capendo dove voglia andare a parare. «Cosa dovrei dirle?» le chiedo a mia volta.

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