Capitolo 5.

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                   Benvenuta

«C'è un oceano di motivi per essere felici» Cit.

L'aria calda che proviene dal camino, mi tranquillizza e l'odore della legna bruciata, invade le mie narici.
Mi ritrovo seduto comodamente sul divano di pelle nera di Richard, sorseggiando del vino.
«Allora, nessuna avventura?» mi domanda, venendomi incontro.

Scuoto la testa, poggiando il bicchiere. «Avventura?»
Strizza appena un occhio, creando gesti con la mano. «Non hai ancora catturato nessuna ragazza nel tuo mondo?»
«Sono apposto così», ribatto secco.

L'ultima cosa che voglio nella mia vita è una donna stabile. Non sono affatto il genere di ragazzo pronto ad avere una vera e propria relazione ed affrontare una convivenza.
Sin da piccolo, non ho mai saputo cosa significasse amare ed essere amati.

Non l'ho mai saputo non perché non lo volessi, ma perché non mi è mai stato insegnato.
Anche se guardando Richard, mi chiedo come possa aver trovato in me l'amico che da sempre desiderava.

Lui si è realizzato nella vita, ha avuto la fortuna di essere apprezzato dalla sua famiglia, di essere sempre stato elogiato. Tutto ciò che non ho mai avuto io.
E non mi sorprende vederlo al fianco di una bellissima donna e quasi padre.
Il suo ciclo di vita è nato così, ed è normale che si concludi come tale.

«Oggi pomeriggio Alison ha fatto l'ennesima visita ginecologica» mi dice, cambiando discorso e riempiendomi il secondo bicchiere di vino.
«E com'è andata?» domando.

«Avremo un maschietto» sorride fiero, lui.
E sorrido anch'io. Mi piace immaginarlo con le prese di padre, vederlo cambiare pannolini e pronunciare lentamente le parole affinché suo figlio possa pronunciarle.

«È fantastico» rispondo, contento. «Avrò un nuovo ometto da tatuare», ironizzo.
Richard unisce velocemente le sopracciglia, per poi ridere felicemente. «Se volessi realmente fare una cosa del genere, sarebbe meglio che cambiassi avvocato»

«Merda, mi darai un nipotino avvocato, come il suo papà» pronuncio, con tono quasi disgustato.

«È meglio che non aggiunga altro» sorride, alzandosi e dirigendosi verso la porta d'ingresso, sentendo l'auto della sua morosa parcheggiare nel viale.
«Direi di sì» rispondo, non appena Alison mette piede in casa.

Elegante come sempre, tacco vertiginoso e il pancino pronunciato.
«Caleb, che piacere rivederti» sorride, venendomi incontro. È suo solito essere cordiale con chiunque incontri.

«È reciproco, lo sai» ammetto. «Richard mi ha accennato la notizia, congratulazioni futura mamma» riprendo, sentendomi la voce cedere dall'entusiasmo.

Ali lo guarda con uno sguardo furioso, per poi sciogliersi leggermente. «Avevamo promesso di dirlo a cena questa sera, tutti insieme» riprende, continuando a fissarlo.

«Non prendertela con lui» intervengo. «Puoi ridirmelo tranquillamente a tavola, farò la stessa espressione di dieci minuti fa» ironizzo.
Alison sorride, dandomi una pacca. «Sempre il solito»

«Ma quando si mangia qui?» domando, massaggiandomi lo stomaco brontolante.
«Appena apparecchierete, maschi»

E la vedo entrare.

Elegantissima, con un vestito che accentua le sue curve pronunciate e risalta il seno prosperoso. Un semplice vestito color corallo e i capelli sciolti, appena mossi, gli ricadono sulle spalle.

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