Capitolo 40.

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Senza ragione

Il mattino seguente sono a Medford, nella mia città Natale.
Ho avuto una piccola telefonata con Alison, dove le comunicavo il mio temporaneo arrivo per parlare con lei ed incontrare Elettra.

L'idea è anche quella di ritrovarmi faccia a faccia con Richard, a dire il vero.
Di prenderlo a pugni fin quando il sangue non ricade sulle mie nocche.

Cazzo, sì.

Alla vista del cartello 'Medford', emetto un sospiro tra il sollievo e la preoccupazione. Socchiudo per un attimo gli occhi, un battito di ciglia, il tempo esatto affinché tutto rinascesse nella mia mente: mio padre ubriaco, mia mamma sottomessa e la mia sorella morta.

Le mie prime scappate di casa, il primo incontro con Richard all'età di quattordici anni circa, il mio primo tatuaggio e la prima ragazza che mi sono portato a letto.

Riapro gli occhi.
Scruto dei bambini giocare a pallone alla mia destra nel piccolo parco di questa accogliente cittadina e mi ci soffermo a guardarli per un po'.

Un po' tanto affinché i clacson delle macchine a venire mi rimbombano nelle orecchie, facendomi cenno che il semaforo è verde.

Sospiro e tiro via a tutto gas, percorrendo la strada per giungere a casa di Alison. Dalla tasca dei miei jeans, estraggo il mio cellulare componendo il numero di Shay.

«Ciao» risponde subito lei.
«Oi» le dico. «Sono a Medford, volevo avvisarti»
Mi ridacchia al telefono in un primo momento. «Vuoi davvero avvisarmi?»

«Non avrei dovuto?» allora le chiedo, stringendo il cellulare tra l'orecchio e la spalla, svoltando con lo sterzo a destra.

«A dire il vero non ti sei fatto vedere e sentire per un po'» chiarisce.
«Hai ragione» tossisco io, «ho avuto dei contrattempi»

«O forse non hai avuto il coraggio di parlare di quella notte» mi ricorda. Portarmela a letto quella notte non è stata sicuramente una delle mie azioni migliori.

«Sei proprio una stronza, lo sai?» ridacchio, cambiando la marcia e decelerando, immergendomi nel traffico.

«Lo so. Lei è lì?» domanda, riferendosi a Jess.
«Non ho idea di dove possa essere. Sono a Medford per parlare con Richard e incontrare Elettra. Ma sì, spero sia qui»

«E se fosse lì, hai pensato a cosa vorresti dirle?»
Mi soffermo un po' prima di rispondere. «A dire il vero no. Ma qualcosa mi verrà pur fuori, avendola davanti a me»

«Sì, probabilmente qualche vaffanculo e qualche porta sbattuta in faccia. Lo sai che è un tuo classico, Caleb»

«Lo so» dico mentre annuisco al tempo stesso. «Ed è questo che più mi spaventa. Cercarla e reagire al tal punto da cacciarla»

«Se la cerchi è perché ti manca e se ti manca è perché sei pronto a voltare pagina e ricominciare con lei. Se così non fosse, vai avanti. Non sprecare il tuo tempo per chi sai non perdonerai mai»

Ha perfettamente ragione la stronza.
Ho una dannata voglia di vederla e al tempo stesso di gridarle contro.
Ho voglia di stringerla forte a me e baciarla dolcemente mentre le accarezzo i capelli ma al tempo stesso di mandarla via lontana da me.

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