Oltre
«La vita o la vivi, o La la scrivi.» Cit.
«Ho incontrato Jess, prima» è ciò che dico non appena metto piede nella casa di Shay.
«Oh», esclama sorpresa lei. «Com'è andata?»
«Non è andata», rispondo sinceramente. «Ha provato a parlarmi e dirmi che le dispiace, ma questo non cambia comunque ciò che ha fatto»
Annuisce. «Certo, lo capisco».
È di fronte ai fornelli, intenda a copiare una ricetta che sta osservando al televisore.«Vuoi continuare ad ignorarmi? Ti prego, ho bisogno di parlarne» mi innervosisco, spegnendole li televisore.
Lei mi scruta, fulminandomi con lo sguardo. «Non azzardarti a farlo nuovamente, Caleb» sembra quasi urlare, venendomi incontro e cercando di sfilarmi il telecomando.
«Parliamo?» le domando.
«E di cosa vorresti parlare, esattamente?»«Perché sei così nervosa?» continuo a chiederle, vedendola serrare le braccia.
«Perché l'unica cosa che sai fare è parlami di Jess. Dannazione, Caleb. Vai oltre», urla.«Vorresti farmene una colpa?» urlo a mia volta.
Scuote il capo. «Non è ciò che ho detto. Ma esci i coglioni e vai avanti con la tua vita»«È ciò che sto provando a fare» comincio seriamente ad innervosirmi.
«Non è vero. Sei un fottuto stronzo quando pensi a te stesso. Te stesso e nessun altro»«Adesso tiriamo in ballo robe di un anno fa, Shay? È così che funziona? Adesso pretendi di conoscermi perché probabilmente quando facevi la gatta morta con me ti ignoravo?» le urlo contro.
«Vedi? È del tutto inutile provare a trovare un dialogo con te» mi dice, «non è ciò che avevo intenzione di farti credere.»
Sospiro per un attimo.
Per un solo attimo decido di non controbattere e di sedermi sul divano, riprendendo fiato.So che Shay si riferisce a tutte le volte che l'ho trattata più come animale che come persona e so che si tira indietro per paura di ferirmi adesso.
«Devo farti una domanda» le dico, sospirando nuovamente cercando di calmarmi.
«Purché sia futile» controbatte invece lei, ancora stizzita.
«Pensi che io ti stia usando, stando qui?» allora le chiedo, guardando i suoi occhi non incrociare più i miei a quella domanda.
Scuote il capo. «No», risponde secca, raggiungendo la cucina.
«Guardami, per favore» la fermo, prendendola dal polso, piano. «Guardami e dimmelo negli occhi, ho bisogno di saperlo»
«Non posso dirtelo guardandoti negli occhi, mi dispiace», è tutto ciò che riesce a dirmi.
«Perché?» allora chiedo.
«Perché non sarebbe la verità»
«Ti senti usata, quindi?»«Non mi sento considerata, Caleb», ammette lei. «Sei tutta la mattinata fuori a lavorare e quando rientri tutto ciò che fai è mangiare, guardare la televisione e dormire. Non abbiamo dialogo e tanto meno lo cerchi. Tranne in questi casi. Le uniche volte in cui ti ho sentito parlare, le tue frasi iniziavano sempre con un: 'Ho saputo che Jess'. Basta, davvero» si sfoga, emanando il tutto sinceramente, senza staccarmi gli occhi di dosso.
«Mi dispiace», è ciò che riesco a dirle, posandole una mano dietro la schiena.
«Non dispiacerti», risponde lei. «In fin dei conti è colpa mia. Colpa mia se ho pensato di piacerti, colpa mia se ho provato a flirtare con te mentre eri impegnato e colpa mia se adesso sei qui»
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Indelebile.
ChickLit[COMPLETA] Caleb Stevens, ha una vita intera colma di rimorsi da portare dietro le spalle. E' in grado di inghiottire chiunque lo circonda nel suo mondo definito "caos", senza dar loro la possibilità di ascoltarlo e di stargli vicino. All'età di di...