Vorrei portarti via
«Sono quello che ti uccide e poi piange per te» Guè Pequeno e Marracash.
Ho deciso di trascorrere un fine settimana fuori città, lontano da Medford, in compagnia di Jess.
So che probabilmente non sarebbe la cosa più giusta da fare, attualmente.
Avrei potuta lasciarla lì, sotto le mille domande di Alison e le mie.Ma tengo troppo a lei per lasciarla svanire così, senza neanche darle l'opportunità di spiegarmi.
La situazione che ci siamo lasciati alle spalle, non è delle migliori. Alison è furibonda, Richard desolato e rammaricato.
È stato un gran colpo per tutti, a dire il vero.Adesso mi è tutto più chiaro, però.
L'arrivo di Jess a Medford, la conoscenza immediata con i miei amici e la fiducia da parte di Alison, ignara di tutto.Ed anche la mia.
È come se mi sentissi usato, in questo momento.
Essermi dedicato interamente ad una persona la quale mi ha promesso tanto e dato tanto.
Ma tutto quel che abbiamo costruito, è basato su una bugia.Una strana è sconvolgente bugia.
O meglio, un segreto.
Il loro.«Non hai niente da dirmi?» rompo il ghiaccio, non appena entriamo nella nostra camera d'albergo e lancio le chiavi su uno degli scaffali più vicini.
Scuote il capo. «Mi sono già scusata, non ho intenzione di rifarlo», incrocia le braccia.
Mi avvicino a lei, toccandole appena una spalla, vedendola ritrarsi.
«Non sono arrabbiato con te, piccola» tengo a precisarle.«Non capisco perché tu me l'abbia tenuto nascosto», continuo.
Incrocia il mio sguardo un po' smarrito e sembra quasi cercare riparo.«Non è semplice raccontarti la mia vita» si esprime con un solo tono di voce.
«Neanche la mia», preciso, posando la mano sul mento ed alzandole il volto.«Sono certo però che con te al mio fianco, riuscirò ad aprirmi, prima o poi»
Annuisce. «Capisci perché tra noi non potrà mai funzionare?» dice a sua volta, ritraendosi ad agitando le braccia.Non capisco perché ad ogni minima difficoltà, debba sempre fuggire via.
Probabilmente dovrei essere io a respingerla, adesso. Non è forse così?«Sono dei tuoi pregiudizi», comincio ad innervosirmi. «Io penso che possa funzionare invece, Jess. Smettila di fare la difficile»
Mi guarda, con la bocca socchiusa e lo sguardo ferreo.
«Non vorrei dover avere paura anche di te», si esprime.Ed è come se ad ogni sua parola, una piccola parte di me si staccasse, rompendosi in mille pezzi.
«Paura di me?» sbotto infine, imperterrito.
Ma come è possibile questo?
Dal voler ricevere una spiegazione siam finiti che sono in grado di spaventare chi più amo?«Smettila di fare la bambina ed esci le palle», la incito allora, gesticolando.
«Non puoi sempre sparlare e sparlare e non metterti in atto»«Non costringermi ad aprire quella porta ed andarmene via, Caleb. Non portarmi a questo», sembra quasi minacciarmi.
Ma dico, scherziamo?
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Indelebile.
ChickLit[COMPLETA] Caleb Stevens, ha una vita intera colma di rimorsi da portare dietro le spalle. E' in grado di inghiottire chiunque lo circonda nel suo mondo definito "caos", senza dar loro la possibilità di ascoltarlo e di stargli vicino. All'età di di...