Capitolo 33.

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                      Sere nere

«Non credere a chi non crede in te, credi in te e falli ricredere» Gio Evan.

Jess

Quando ti ritrovi sola, in una casa che non senti più tua, capisci di non essere più a tuo agio. E ti guardi attorno: le mura, il pavimento color avorio che tanto ti piaceva e il divano in pelle bianco.

Lasci scorrere la mano lungo le pareti, i quadri appesi e i mobili ormai impolverati.
E continui a voltarti su te stessa, domandandoti sempre se ne valga la pena.

Se valga la pena restare in questa città per me sconosciuta al fianco dell'uomo con il quale ho intrapreso una relazione un anno fa, circa.

Se valga la pena aver accantonato le mie passioni, lasciato l'Università e abbandonato la mia famiglia.

E ti ritrovi stordita, confusa e senti un dolore trafiggerti il petto.
È davvero così che ci si sente quando si è felici?

Il pensiero di dover uscire definitivamente un giorno da queste quattro mura, mi spaventa.
Mi terrorizza.

Mi sentirei un fallimento.
Aver rovinato la mia vita, ed anche la sua.
Sono un'egoista. Nient'altro.

Caleb mi ha rivoluzionato la vita e per questo non posso far altro che ringraziarlo.
Mi ha fatta crescere e maturare, facendomi sentire più Donna che bambina.

Ha sconfitto le sue più grandi paure per restarmi al fianco, senza lamentarsi mai.
Ha pianto ed ha anche urlato.

Ma ne è sempre uscito vittorioso.
Non esattamente come me.

Nel periodo più brutto della vita, è riuscito a starmi vicino, assorbendo ogni mia lamentela e lacrima.

Era lì, pochi centimetri distante da me. Mi guardava e sorrideva, tenendo sempre salda la mia mano nella sua.
Mi ripeteva: 'tranquilla, andrà tutto bene. Io non ti lascerò sola'

Ed invece non è andato tutto bene.
Mi sento morire dentro.
Ho tradito la sua fiducia ed è giusto che lui sappia.

Non pretendo che possa capirmi, ma pretendo mi ascolti. Come ha sempre fatto.
Non pretendo possa continuare a fidarsi di me, ma pretendo che questa volta lo faccia.

Ancora una volta.

Dirgli di essere andata a letto con il suo migliore amico, seppur ingenuamente ed in buona fede, è sicuramente la prova più difficile che la vita mi avesse mai riservato.

Ho una paura perenne di perderlo, pur sapendo di averlo già perso.
Ho paura di non poter più assaporare le sue labbra, pur sapendo che è ciò che avverrà.

Da questo momento in poi.

È difficile trovarsi in questa situazione. Una sorta di bivio, lo definirei.
E allora mi chiedo: amore o abitudine?

Cosa mi fa più male?

L'idea di aver tradito la sua fiducia o essermi giocata la possibilità di viverlo quotidianamente? Non capisco come queste due cose possano essere distinte.

Caleb è la persona più fragile che conosca.
Nonostante le sue avversità, non ha mai trovato occasione nella quale gettare la spugna.

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