Capitolo 6.

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                  Come in un film

«Ma c'è stato un momento esatto, in cui tutti gli altri sono svaniti e c'eravamo solo noi due» The vampire diaries.

Mi avvicino a lei, vedendola mordersi continuamente il labbro inferiore ed indicandomi.
«Devi allontanarti da me, lo dico per il tuo bene» quasi mi sussurra, cominciando a sbottonarmi i primi due bottoni della camicia.
La guardo, restando immobile. «Si?»

Annuisce. «Non ti vorresti ritrovare ad essere travolto da me» la sua voce è una continua provocazione.
«Scordatelo, ragazza. Non vorrò mai niente di serio nella mia vita, tantomeno da te» rispondo, lasciandola continuare a sbottonarmi la camicia.

Mi scruta attentamente, da capo a piedi, leccandosi il labbro, guardandomi.
«Dovresti smetterla» le dico, indietreggiando appena.

«Vuoi che mi allontani?»
«Insomma guardati, Jess. Sei così maledettamente bella e così maledettamente ubriaca» le dico, indicandola da sopra a sotto.
«Non sono ubriaca», mi risponde. «Non sono mai stata così lucida in vita mia» si avvicina nuovamente, sbottonando l'ultimo bottone della camicia e osservandomi il petto ormai quasi scoperto.

«Carino questo» mi sussurra, indicando un fulmine che ho tatuato accanto al capezzolo.
Lo tocca leggermente, facendomi rabbrividire.
«Jess, sul serio. Dovresti smetterla»
«Non hai voglia?» si morde nuovamente il labbro, avvicinandosi sempre più a me.

Sento l'erezione pulsarmi sotto al jeans, al contatto del suo corpo ed il mio. Così vicini.

«Non voglio approfittarmi di te. Questo non ci porterebbe da nessuna parte» chiarisco, allontanandola leggermente.
Mette il broncio, andandosi a sedere sul bordo del letto. «Non cambierebbe le cose?»
«No», ribatto secco.

«Allora lasciati trasportare, Caleb» mi dice, venendomi incontro e trascinandomi sul bordo del letto.
Mi strattona appena la maglia, il giusto per farmi abbassare alla sua altezza e sentire il suo respiro così vicino al mio.

«Non fare la bambina» le dico.
«Sh»
E mi bacia. Uno di quei baci lenti ma colmi di passione allo stesso tempo. Uno di quei baci che a parole è impossibile da definire. Uno di quei baci che ti smuovono qualcosa dentro. Uno di quei baci che mi ha fatto capire che, per questa notte, per questa sola e fottutissima notte, lei sarebbe stata mia.

Poggio una mano dietro la sua nuca, avvicinandola ancor più a me e baciandola in profondità.
Non importa quanto questo possa essere sbagliato.
Non importa se domani non ci guarderemo più negli occhi.
Importa ciò che sta accadendo adesso.
Ed io, voglio vivermelo. A pieno.

La prendo per la vita, facendola posizionare al centro del letto, facendomi spazio davanti a lei, senza smettere di baciarla.

Le sue labbra son calde e gonfie, ormai. Combaciano perfettamente con le mie.
Sento le sue mani sfilarmi la camicia, totalmente e scivolare libere sul mio petto e sulla schiena.

«Caleb, ti ho odiato così tanto» mi sussurra lentamente, leccandomi appena il lobo.
«E domani mi odierai ancor di più» le dico, baciandole con passione il collo mentre le massaggio l'interno coscia, dolcemente.
«Mi stai facendo impazzire» ricomincia a dire, mordendosi il labbro ed inarcando leggermente la schiena.

«Perché?» le dico a voce bassa, prendendo il suo viso e avvicinandolo al mio. «Perché, Jess?» continuo, mentre lascio scivolare più giù la mano, toccando l'elastico delle sue mutande.

«Oh, Caleb» dice, mentre i suoi respiri cominciano a farsi sempre più pesanti.
D'un tratto mi fermo e la prendo nuovamente per la vita, facendola stendere e mettendomi sopra di lei.
«Non accadrà, se non vorrai» preciso. Anche se in questo momento l'unica cosa che vorrei, è sentirla stretta a me.

Non aggiunge parola, se non prendermi il dito e cominciare a leccarmelo, guardandomi.
«Jess, maledizione» mi lascio andare, sfilandole da dietro il vestito e lasciandolo ricadere per terra.

Il suo seno prosperoso è stretto all'interno del suo reggiseno nero di pizzo. Sorrido, sollevando un angolo della bocca, per poi slacciarglielo.

«Sicura?» le domando, ancora una volta.
Annuisce, tirandomi a se e baciandomi con passione, lasciando scivolare le mani sul mio corpo.

Emette un gemito, non appena sfilo i jeans e premo sopra di lei con indosso solo i boxer.
«Caleb» sussurra, posizionando le mani sul mio sedere e premendo ancor più verso di sé.
«Non l'avresti mai ammesso che saresti stato così duro per me» mi stuzzica, leccandosi un labbro.

Mi scosto da lei, guardandola. «E tu così bagnata per me?» le domando, lasciando scivolare la mano tra la sua intimità, spostando appena le sue mutande ed infilandoci un dito, mentre con il pollice le stimolo il clitoride.

Inarca la schiena al mio tocco, sussurrando il mio nome.
La guardo: è così bella quando è se stessa. E lei è questa, non quella che si è presentata a me.

«Ti piace, piccola?» le sussurro, inserendoci un secondo dito, guardandola.
La vedo stringersi i seni ed i suoi capezzoli cominciano a vedersi dalla stoffa del suo reggiseno.

«So che vorresti ricambiare il favore» la provoco, estraendo le dita e ritornando sopra di lei, muovendomi appena.
«E so che non me lo concederai» risponde, con un tono appena più serio.
«Forse», spingo poco più forte.

La sento tremare sotto di me, chiudendo gli occhi. Sorrido, vedendola così.
È maledettamente eccitante, cosa che fino ad oggi non ho mai pensato.

Mi scosto ancora, riprendendole la vita e facendola appoggiare all'inizio del letto, incastrandola.

«Ti ho solo vista inarcare la schiena e gemere» le dico, leccandole il collo.
Il suo corpo caldo viene cosparso da una pelle d'oca e le sue guance cominciano ad arrossarsi.

«E?» mi chiede, cercando di spostarsi.
«E» comincio, bloccandola e abbassandole totalmente le mutande, «adesso, voglio sentirti urlare il mio nome» continuo, divaricandole le gambe.

Mi abbasso verso la sua intimità e le mordicchio appena l'interno coscia, guardandola dal basso.
«Non perdere altro tempo» mi dice, prendendomi i capelli e stringendoli tra le sue mani.

Le lecco dolcemente il clitoride, sentendola inarcare la schiena. La guardo, intenta a strattonarsi il seno e giocherellare con i capezzoli ormai duri.
Con la punta della lingua, le lecco le grandi e le piccole labbra, premendo appena.

Infilo un solo dito, posizionando poi la parte centrale della lingua sul clitoride, iniziando a muovere il viso a destra e sinistra, mantenendo sempre lo stesso ritmo.

«Caleb» ansima, inarcando ancora la schiena e spingendosi sempre più verso me.
Continuo ad assaporarla, invadendomi del suo odore caldo.

Sono qui, sotto di lei, a darle piacere.
E lei è qui, davanti a me, ad ansimare sotto le mie labbra e le mie mani.

«Mi fai perdere il controllo» dice con voce spezzettata, sentendo il corpo e la schiena cospargersi di brividi.

«Sapevo di farti questo effetto» le rispondo, leccando più velocemente e aumentando ed inserendo il secondo dito.
Solleva leggermente il bacino, roteandosi sotto la mia bocca e la mia lingua, gemendo.
«Caleb» sussurra il mio nome.

«Urlalo piccola» continuo a stimolarle il clitoride, guardandola dritta negli occhi.
«Urlalo»
«Oh mio dio, Caleb» ansima lei, lasciandosi trasportare dall'orgasmo e contraendosi sentendo ancora il contatto della mia lingua.

«Brava piccola» le dico, avvicinandomi a lei e lasciandole un bacio a stampo.

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