Capitolo 29.

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Tutto da capo

«Volevo solo ricordarmi come facevo a star bene prima di incontrarti» Cit.

Sei mesi dopo.
Mi sono trasferito a Washington.
Mi sono regalato da solo questo biglietto aereo per il mio ventiduesimo compleanno.
Ho fatto le valigie, sospirato profondamente e mi sono chiuso alle spalle quel che era la mia vita.

Ho aperto un nuovo studio, questa volta molto più spazioso, accogliente e piacevole.
Diana non è più al mio fianco, però. Ed i primi tempi senza di lei, sono stati abbastanza inquieti.

Devo dire che ritrovarmi in una città che non mi è mai appartenuta, mi ha fatto sentire spaesato per un po'. Forse un po' tanto.

Shay invece, ha scelto di seguirmi.
Non lavora più per me, però. Un giorno ci siamo seduti ed abbiamo messo le carte in tavola. Non avrebbe mai avuto null'altro con me che non fosse in ambito lavorativo.

Adesso ha intrapreso architettura all'università ed ha superato il primo semestre con il massimo dei voti. Ha molto potenziale ed è giusto che lo mostri al meglio. Con me sarebbe soltanto sprecata.

Alison ha ottenuto la cattedra in un paesino qui vicino, ed ora insegna lettere e filosofia in una scuola liceale.

È stata lei a darmi l'input di lasciare Medford e respirare una nuova aria. Probabilmente è lei l'artefice di tutti i miei successi, qui.

Richard invece, beh, con lui la questione si era fatta un po' più complicata.
Ha dovuto perdere circa un terzo dei suoi clienti a causa del suo trasferimento, di conseguenza questo lo ha portato a scarseggiare nell'ambito economico.

Per cui l'ho assunto da me, al posto di Diana.
Stiamo assieme due volte a settimana, alternato tra mattina e pomeriggio. Cerco di essergli d'aiuto negli affari, ma è sempre stato un asso duro.

Suo figlio cresce ogni giorno che passa. Gli sono spuntati i primi due dentini e la sua prima parola è stata 'pappa'.
Sì, Richard era totalmente convinto che avesse detto 'papà'.

Ho conosciuto una ragazza qui. Si chiama Elettra. Ed è una carica elettrica, pura.
Nel primo periodo, abbiamo trascorso molto tempo assieme, mi ha mostrato la città e fatto assaggiare i loro cibi tipici.

Ad Alison e Richard è piaciuta subito.
Gli ha conquistati proprio come ha conquistato me. Sembra piacer addirittura al loro piccolo ometto.

Elettra è stata e continua ad essere tutt'ora, una parte molto importante della mia vita.
Mi ha lasciato riflettere su diversi aspetti che magari precedentemente ho sempre preferito tralasciare.

È stata una scoperta, una vera e propria scoperta. Mi piace portarla al parco e al cinema. Si mostra per quel che è. E mostra il suo sorriso più sincero.

È bellissima, ed è amata da tutti coloro che la circondano. È impossibile solo il pensiero di doverle trovare un difetto.

Ma si sa, c'è sempre una storia dietro ognuno di noi.
Elettra ha quasi otto anni, ed ha perso entrambi i genitori all'età di due.

Trascorre le sue giornate su una carrozzina che le vieta di alzarsi e correre come tutti i suoi coetanei. Lo vedo il suo sguardo cupo quando tutti si girano verso di lei.

I suoi genitori sono morti in un incidente stradale, a causa di uno stop omesso.
Lei ha avuto 'la meglio' se così si può dire, rimanendo in vita.

Da quando l'abbiamo incontrata, le abbiamo sempre raccontato che i suoi genitori sono costantemente ad osservarla e vedere con i propri occhi quanto stia crescendo giorno dopo giorno.

Che non sarà mai sola e che non deve mai sentirsi sola.
È una ragazza fortunata per il semplice fatto del suo voler sorridere alla vita.

È così piccola, così pura.
Mi sento quasi un suo fratello e al suo fianco, mi trasformo in un bambino spensierato di otto anni, cercando di farla sentire sempre più a suo agio.

È stato un piacersi a primo colpo, il nostro.
Io mi sono avvicinata e lei e lei come prima cosa mi ha detto 'Sai che mi piacciono i tuoi tatuaggi?'

Solitamente i bambini tendono ad allontanarsi, per timore. Lei no.
Lei è speciale.

Alison ne è stata subito innamorata.
Ha chiesto più volte a Richard di poterla adottare, ma ci è sempre sembrato un passo più grande di tutti noi messi assieme.

Probabilmente abbiamo intrapreso anche una relazione.
Qualche settimana fa, mentre eravamo in attesa della cena, mi ha messo un bigliettino nella tasca posteriore del giubbotto.

Aprendolo, ho trovato diversi disegni raffiguranti noi due e la fatidica domanda: 'Vuoi metterti con me?'

In un primo momento ho sorriso ingenuamente, pensando quanto possa essere spensierata la vita di un bambino di otto anni.

Poi l'ho guardata ed i suoi occhi non sembravano poi così tanto spensierati.
Ne ha dovute passare tante e forse, ad oggi, ne sente il peso.

Così le dissi di sì, baciandole la fronte, mentre mi abbassavo verso di lei per abbracciarla.
Ha tirato fuori un aspetto del mio carattere che temevo di aver perduto da tempo.

Erano anni, ormai, che non avevo più un rapporto con un ragazzo che non fosse mio coetaneo.
Trovare lei è stato come trovare in me il bimbo che non sono mai stato.

E abbiamo sempre cercato di non farle mancare nulla. Non che chiedesse qualcosa di materiale, ma semplicemente affetto.
Ed in quello, non abbiamo mai fallito.

Io, Alison, Shay e Richard l'abbiamo accolta in quel che è, attualmente, 'la nostra famiglia'

In questi sei mesi son accadute tantissime cose, ho dovuto superare diversi ostacoli e incontrare persone che hanno segnato il mio passato in negativo.

Con loro accanto però, tutto mi ha fatto un po' meno paura.
Specialmente grazie alla presenza di Jess.

Oh, non ho voluto parlar di lei prima perché è giusto che abbia uno spazio tutto suo.
Io e lei non abbiam mai rotto. In questi sei mesi abbiamo scoperto nuovi aspetti e ci siamo innamorati anche di quest'ultimi.

Mi è stata accanto, sempre.
Dal primo passo nella nostra nuova casa, all'incontro con Elettra. Lei c'era.

Elettra considera Jess una 'mamma giovane', tanto da fare con le sue stesse mani una torta per il ventesimo compleanno della mia amata.

Sei mesi son pochi eppure son così tanti allo stesso tempo. C'è da dire, però, che qualcosa in lei è cambiato.
Probabilmente non sarebbe il caso di dirlo adesso.

Probabilmente dovrei pensarci sempre meno.
Ma io la amo. La amo così tanto.
La amo perdutamente.
La amo più di qualsiasi altra cosa.

Il solo pensiero di dovermi staccare da lei per solo un istante, mi lacera dentro.
È cambiata, tanto.
Si è fatta leggermente più alta ed ha messo su qualche chilo. Le calza tutto alla perfezione. 

Si è scurita ancor di più i capelli e ci ha dato un taglio netto, facendoli arrivare all'altezza delle spalle.

Il suo sorriso e la luce nei suoi occhi continuano a farmi sempre lo stesso effetto, anche a distanza di quasi un anno dal nostro primo incontro.

Ma io lo so che c'è qualcosa che non va in lei.
Lei lo sa. E noi lo sappiamo.

Ed è per questo, che oggi, le chiederò di sposarmi.

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