Capitolo 15.

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              I know, you know

«Anche quando non ci sei, io mi giro a cercarti» Grey's Anatomy

«Allora che ti ha detto?» domando precocemente a Richard, non appena riattacca il telefono.

«Niente che possa andare a nostro favore, ma tornerà. Sono certo di questo» cerca di rassicurarmi, accomodandosi sulla poltrona del mio studio.

«So che tornerà, ma ho bisogno che lo faccia ora. Vado di matto, altrimenti» comincio a surriscaldarmi, sentendo le vene pulsarmi sul collo. «Non voglio che sparisca, sola poi»

«Penso che dovresti rilassarti un po', Caleb. Sei un fascio di nervi» interviene Shay, la cugina di Alison, venendomi incontro e massaggiandomi le spalle.

«Piantala, ragazzina» esplicito subito, distaccandomi da lei. «Limitati a tatuare» preciso infine.
Mi scruta, alzando quasi gli occhi al cielo, infastidita.

«Volevo essere d'aiuto» si esprime, accomodandosi sul lettino, penzolando con i piedi. «Sembravi essere molto più malleabile, l'altra sera», continua.

La ignoro totalmente, guardando Richard nella speranza che possa aiutarmi nel mantenere il controllo.
«Ma poi lei chi sarebbe? La tua fidanzata?», domanda ancora.

«No», sbotto io. Purtroppo non lo è.
«Sì» ribatte invece Richard.
Ci guarda perplessi, inarcando un sopracciglio e serrando le braccia. «Siete matti?», sorride.
Che ficcanaso, maledizione.

«Non è la mia ragazza», ribatto voltandomi verso il mio amico, fulminandolo con lo sguardo, affinché non aggiunga nulla.
«Okay», risponde poi Shay, continuando a guardarsi attorno.

«Ma cosa ci fa lei qui?» mi domanda infine, Richard.
«Alison vuole che le permetta di lavorare qui. Sembra essere un'amante dei tatuaggi» preciso io, quasi ironizzando la cosa.

Sorride, rimanendo perplesso. «Matta»
Sorrido anch'io, prendendo il cellulare dalla tasca, sentendolo vibrare.
«Rispondi», mi incita Richard.

«No, numero sconosciuto», sospiro, riposando il telefono nella tasca, scacciando via il pensiero che potesse essere lei.
Annuisce, dirigendosi verso la porta d'uscita.

«Sarà meglio che torni a lavoro, prima che si faccia tardi» ci saluta, lasciando me e Shay soli.
«Allora», le dico. «Avrei un cliente su per giù tra una mezz'oretta, vorresti occupartene te?»

«Sì», ammette, avvicinandosi a me.
«Intanto che si fa?» mi chiede.
Faccio spallucce, evitando il suo sguardo. «Vado a fumare fuori, per il momento. Se senti la necessità di uscire, sei libera»

Scuote la testa, avvicinandosi ancor di più.
«Speravo di poter trascorrere del tempo sola con te, Caleb» cerca di dire, improvvisando una voce provocante.

«Speravi male» ribatto schietto, prendendo il pacchetto delle sigarette dalla tasca posteriore del jeans. «Sarà meglio che vada fuori» la liquido, avvertendo velocemente Diana di farle perdere tempo, affinché non mi si avvicini.

Che rottura di balle le gatte morte.
Suppongono di sedurti improvvisando voci provocanti o mettendo mani dove non devono.
L'unica cosa che riescono a fare è schifo.

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