Capitolo 11.

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               Lascia che io sia

«E una cosa la so. Che due matti non fanno uno sano, ma alle volte però sono bravi a tenersi la mano» Coez.

«Buon compleanno, amico mio» apro le braccia, permettendo a Richard di infilarcisi dentro. «Stai diventando vecchio»

«Grazie, fratello» mi ringrazia, sorridendo, facendo cenno ad Alison e Jess di avvicinarsi.
Deglutisco, vedendola arrivare.
Ha indosso una camicetta bianca leggermente sbottonata abbinata ad una gonna a vita alta di pelle nera.

«Ciao» mi rivolgo ad entrambe, soffermando lo sguardo verso Jess, la quale mi fa cenno di smetterla. Perché dovrei smetterla, poi?

«Caleb, che piacere rivederti. Ma quando hai intenzione di tagliarti quei capelli?» si avvicina Alison, arruffandomeli.
La guardo, fulminandola. «Son belli così lunghi» preciso io, sistemandomeli.

«Scusatemi», riprende poi Richard, andando incontro ai genitori di Alison, seguito da quest'ultima.
«Allora» incomincio, avvicinandomi alla mia donzella. «Vogliamo benedire qualche altra stanza, questa sera?» la stuzzico, strizzando un occhio.

La vedo imprecare. «Sei un deficiente» mi dice, mentre poso la mano sul suo fianco. «E non azzardarti a toccarmi», minaccia.

Inarco un sopracciglio, guardandola sorpreso. «Ricordi che ci siam dati un bacio, si?»
«Ricordi che non siamo niente, Caleb?» tende a puntualizzare. Ogni santa volta.

Annuisco, avvicinando le labbra sul suo orecchio. «Non a caso, sarà sempre il momento a trasportarci»
Sorride appena, dandomi una gomitata e facendomi sobbalzare. «Non farlo più, ragazzina», metto in chiaro.

«Altrimenti?» unisce le braccia, provocandomi.
«Saliamo in camera e ne riparliamo», le faccio capire, mordendomi il labbro inferiore.
Mi alza il medio, raggiungendo Alison ed accarezzandogli il pancione, sussurrandole qualcosa.

Intravedo verso la porta d'ingresso Diana, la mia segretaria, intenta a sorseggiare della birra fresca.
«E tu cosa ci fai qui?» le chiedo, sedendomi al suo fianco.

Diana lavora per me da quasi due anni, ormai. É l'unica persona che ha sempre sopportato i miei sbalzi d'umore senza dovermelo far pesare. E l'unica che probabilmente, non mi ha mai screditato e sottovalutato.

«È strano non vedermi nelle vesti di segretaria?» mi domanda, accennando un sorriso.
Annuisco, prendendo il bicchiere e portandomelo alle labbra. «Fresca», ammetto infine.

«Penso che Alison non gradisca la mia presenza» si avvicina Diana, sussurrando.
La guardo, inarcando un sopracciglio. «E perché mai pensi questo?», poso il bicchiere sul marmo alla mia destra.

Fa spallucce, spostando lo sguardo verso Richard intento ad abbracciare un suo caro amico e salutare una ragazza al fianco di quest'ultimo.
«Li conosci?» le domando.
Annuisce, riprendendo il bicchiere e sorseggiando la birra. «Soltanto lei»

«Capisco» emetto infine, alzandomi e raggiungendoli.
«Buonasera» espongo, porgendo la mano ai due, i quali ricambiano la stretta. «Piacere di conoscervi, sono Caleb»

«Caleb, lui è un giudice, nonché mio carissimo amico sin dai tempi dell'università. Lei è la sua compagna, com'hai detto che ti chiami, cara?» interrompe il ghiaccio Richard, attuando le presentazioni.

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