Nient'altro che te
«Ti dicono matto e in realtà sei soltanto felice» M. Bisotti.
«So che vuoi baciarmi» le dico, chiudendo la porta alle nostre spalle.
Si avvicina a me, sollevandosi sulla punta dei piedi.«Frena i tuoi ormoni, ragazzina» sorrido, afferrandola dai fianchi.
«Son serena» mi risponde, mordicchiandomi il braccio. «Chi era la ragazza con cui parlavi prima?»Mh. «Si chiama Shay, è una cugina di Alison e vorrebbe essere un'assistente nel mio studio» inizio a spiegarle, andandomi a sedere sul bordo del letto, seguito da lei.
«Cosa le hai risposto?»
«Che proveremo» rispondo, prendendo le sue gambe e posandole sopra le mie, guardandola. «Non ti starà mica piacendo trascorrere del tempo con me, non è vero?» le domando, mordendole il collo.«Figurati se mi piaccia» sbuffa lei, fingendosi infastidita.
«Quindi mi hai portato qui senza ricevere neanche un bacio in cambio?» la guardo, mettendo il broncio.«Sei un bambino» ribatte lei, mordicchiandomi il naso. Continuo a guardarla, tenendo il broncio.
«Mi stai facendo annoiare» le faccio notare, mentre l'avvicino più a me.
«Basta che sia io a divertirmi», ammette.«È così che funziona qui?» domando, avvicinando le mie labbra alle sue.
Annuisce, guardando la mia lingua inumidire le labbra, senza battere neanche le palpebre.
«Puoi baciarmi, se vuoi» preciso.«Baciarti io? Ma andiamo. Non ho voglia di baciarti» ribatte secca.
«D'accordo», le dico. «Allora lo farò io»Infilo una mano nei suoi capelli, stringendoli appena, avvicinando la sua testa, unendo così le nostre labbra.
La bacio delicatamente, come se fosse tutto ciò che ho sempre desiderato.La bacio piano e dolcemente, lasciando le nostre labbra muoversi ad unisono e le nostre lingue assaporarsi. Ha un buon sapore ed un buon profumo, anche.
«Mi piace il tuo profumo» le faccio notare dopo, infatti.
Scuote la testa, sorridendo appena. «Non uso profumo»
«Beh», comincio. «Allora mi piace l'odore della tua pelle», ammetto.«Perché mi hai baciata?» mi domanda, toccandosi le labbra, incredula.
«Potrei chiederti la stessa cosa: perché hai ricambiato il mio bacio?», la provoco.Mi spintona leggermente, accennando un sorriso. «Perché mi è naturale darti un bacio»
«E perché non potrebbe esserlo anche per me?», chiedo.«Perché tu sei Caleb» mi indica, ridendo fortemente e gioiosamente.
«E tu sei Jess» rispondo, fermando la sua mano. «La mia Jess»«Santo cielo, Caleb» dice alzandosi e mettendosi le mani ai capelli.
«Cosa c'è?» domando stendendomi comodamente sul letto, poggiando i gomiti ed alzando la testa per guardarla.«Penso che la situazione ci sia sfuggita di mano» comincia a dire, girovagando per tutta la stanza. «Siam passati dall'odiarci e vederci di rado, ad incrociarci tutti i giorni, più di una volta»
«Capita in una città così piccola» le faccio notare, alzandomi e andandole incontro, accarezzandola dai fianchi.
«Dove vorresti arrivare, con questo?» continuo a chiedere.«Che non possiamo essere questo» dice, indicando prima me e poi lei.
«Jess, non siamo nulla. Calmati» la stringo, cercando di farla sentire al sicuro.«È questo il punto, Caleb» alza la voce, ricominciando a girovagare la stanza.
«Non riesco a capirti» rispondo sinceramente.
«Neanch'io», comincia. «Cinque minuti fa ti avrei riempito di baci e massacrato la ragazza con la quale parlavi», aggiunge.«E adesso cos'è cambiato?»
«Zitto, non interrompermi», sbotta lei. - «Adesso invece ti guardo e capisco che tutto questo è sbagliato e che avrei voglia di aprire questa porta ed andarmene. Ma non ce la farei, Caleb. Non ce la farei» continua a parlare nervosamente, infilandosi nelle mie braccia.La lascio fare, stringendola forte e baciandole la fronte.
«È così tanto sbagliato che due persone provino interesse?» le chiedo.
Annuisce, guardandomi con occhi impauriti. «Sbagliatissimo»«Ascoltami» dico, prendendo il suo volto tra le mani. «Prima del tuo arrivo ero un semplice ragazzo che trascorreva le sue giornate a lavorare per poi tornare a casa e dormire, dimenticando tutta la merda che lo circonda»
«Adesso», continuo. «Adesso che sei arrivata tu, mi hai mandato totalmente fuori pista. Mi hai fatto perdere del tutto il senso della ragione. Non sono mai lucido quando sono al tuo fianco», ammetto.
Mi guarda, con occhi meno impauriti. «Mi piace la persona che sono, quando sei al mio fianco»
Si distacca leggermente, togliendo le sue braccia avvolte su di me. «Basta Caleb, basta così» è tutto ciò che riesce a dirmi, dandomi le spalle.
«Piccola», mi riavvicino a lei, posando una mano sulla sua spalla. «Cos'è che ti spaventa così tanto?»
«Niente. Niente che tu debba sapere» risponde immediata, voltandosi verso di me.
Riesco a percepire il rossore dei suoi occhi, sembra quasi sul punto di piangere.Ed è strano vederla così, fragile sotto le mie mani. Lei che si è sempre mostrata forte e sicura di sé, è in uno stato di debolezza, di solitudine, di paura. E lo sta condividendo con me. E sono felice di questo.
«Abbracciami» le impongo, spalancando le braccia. «Quando tu vorrai, sarò sempre qui»
E non appena si rifugia nelle mie braccia, le accarezzo delicatamente i suoi capelli morbidi e profumati.«Non importa se domani mi odierai, se ti odierò o se ci odieremo. Nessuno dei due dimenticherà mai questo momento ed entrambi sapremo sempre che malgrado tutto, ci saremo l'uno per l'altra» cerco di tranquillizzarla, lasciandole un bacio stampato sulla fronte.
«Vorrei che questo momento potesse non finire mai» dice sottovoce, stringendosi più a me.
«Sta a noi stabilire questo, piccola»Sento scuotere la sua testolina. «Finiresti con il soffrire, non sai niente di me. Mi disprezzeresti e non mi guarderesti più con gli stessi occhi»
La sento tremare sotto di me. È confusa, spaventata, impaurita, incredula, polemica, piccola. La mia piccola. E voglio crescermela così, con tutte le sue paure.
«Basta con queste paranoie» le faccio notare, staccando le sue braccia da me e guardandola negli occhi. «Mi dai un bacio?»
«No» dice lei, abbassando lo sguardo.
«E perché no?» chiedo, sollevando il suo volto dal mento.
«Smettila Caleb, ti ho detto no» ripete, distaccando ancora lo sguardo.«Guardami negli occhi e dimmelo, Jess. Dimmi che non vuoi baciarmi» quasi le impongo, spalancando gli occhi.
Vado di matto quando sono con lei, perché vorrei averla e sentirla mia, costantemente. Mi urterebbe solo il pensiero che qualcuno possa parlarci o sfiorarla al mio posto.
E al diavolo l'orgoglio, il pessimismo, la non fiducia di me stesso. Voglio vivermela, malgrado ogni mio problema e malgrado ogni sua sofferenza.
E sarò anche egoista, ma la sento mia.
«Ho detto guardarmi», riprendo.
Alza lo sguardo, incrociando gli occhi con i miei ed alzandosi sulle punte, portando le mani dietro la mia nuca.Socchiude gli occhi e gli socchiudo anch'io, lasciandomi trasportare da questo bacio, più voluto, più desiderato, più passionale rispetto a tutti gli altri.
Quel bacio amaro misto tra passione e lacrime, quel bacio che senti di lasciare come ultimo.
«Lasciami andare, per un momento» riprende poi, staccandosi. - «Ho bisogno di restare un po' sola con me stessa»
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Indelebile.
ChickLit[COMPLETA] Caleb Stevens, ha una vita intera colma di rimorsi da portare dietro le spalle. E' in grado di inghiottire chiunque lo circonda nel suo mondo definito "caos", senza dar loro la possibilità di ascoltarlo e di stargli vicino. All'età di di...