4.Olympia

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Finalmente ci siamo,il grande giorno è arrivato! Check-in, imbarco e si parte, Rio de Janeiro arriviamo!
Non appena salita sull’aereo posto una foto sui social insieme alle mie compagne di squadra per informare i fans e poi spengo il cellulare, esattamente come ci ricorda di fare la voce dell'hostess dall'altoparlante.Ci aspettano ben una decina di ore di viaggio, quindi la compagna migliore per me non può che essere la musica.Dopo qualche battuta con la mia vicina di posto inforco le cuffiette e mi immergo nel mio mondo sgombrando la testa da tutti i pensieri,finché piano piano non mi lascio prendere dal sonno.

Arrivati in città raggiungiamo il villaggio olimpico poco dopo le tre del pomeriggio, ora locale. Le case assegnate alla nazionale di ginnastica artistica sono vicine a quelle degli atleti del nuoto,e a dir la verità mi aspettavo qualcosina in più, mentre in realtà sono molto piccole e spartane.Ma non importa,siamo qui per gareggiare e non per farci una vacanza,e sicuramente il tempo che vi passeremo all'interno non sarà poi molto.

Dopo una rapida perlustrazione della casa, all'ottavo piano di un palazzone in mattoncini rossi,mi godo la splendida vista dell'oceano dal balcone per poi finalmente distendermi sul letto della mia camera,dove mi rendo subito conto di non avere un solo muscolo che non sia indolenzito dalle troppe ore trascorse seduta o distesa in aereo.Per fortuna come in ogni trasferta basteranno i primi allenamenti a farci sciogliere, ed ogni dolore passerà così com'è venuto.
Accostato alla parete più grande della stanza, tra una cassettiera e una poltroncina, risiede un armadio che è talmente piccolo che credo sarò costretta a lasciare molti vestiti direttamente chiusi in valigia,con la conseguenza che mi toccherà anche stirare.Realizzo tutto questo mentre continuo a fissare le ante in legno chiaro in ogni loro più piccola venatura, perché nonostante abbiamo il pomeriggio libero il mio cervello ha deciso che di dormire non se ne parla proprio,quindi non riesco a chiudere occhio nonostante la stanchezza...Maledetto fuso orario!
Dopo un’oretta ad occhi spalancati capisco che la speranza è vana, perciò riunisco la truppa in soggiorno e convinco tutte a fare un giro per il villaggio olimpico, è ora di andarlo a perlustrare!
Fatta mente locale,cartina alla mano, della zona del villaggio in cui ci troviamo per evitare di non riuscire più a tornare a casa viste le dimensioni simili a quelle di una nostra città, cominciamo a girovagare per questo spazio immenso e da subito ci rendiamo conto che è davvero fighissimo:più camminiamo più sembriamo sei bimbe al luna park,estasiate da tutto.
Attraversato un breve ponte su un laghetto artificiale ci ritroviamo davanti ad un enorme edificio in vetro,Casa Italia:è la base degli atleti e dei giornalisti italiani,dove torneremo spesso per interviste ed eventi ufficiali.Non appena ne varchiamo le porte scorrevoli veniamo subito  accerchiate da fotografi e soprattutto fans che sono qui per visitare la sede esattamente come noi, così con un po’ di pazienza riusciamo ad accontentare tutti o quasi con una foto e due parole e poi a farci largo tra le varie sale di questo posto enorme e all’avanguardia, separandoci tra di noi in modo da dare meno nell’occhio.

Mentre sono assorta nell'osservare la sala della realtà tridimensionale,con video delle gesta olimpiche del passato lungo tutte le pareti,sento del brusio più insistente del solito intorno a me.Penso che sia qualcuno che mi ha riconosciuta e facendo finta di niente per non rovinarmi il momento continuo ad osservare le immagini come rapita,quando all’improvviso sento alle mie spalle una cadenza familiare:

I:“Ma io l’ho vista due giorni fa nella pubblicità della Coca-Cola,ti ricu ca idda era!”

Dialetto siciliano,lo riconoscerei ovunque! Mi volto e con mia grande sorpresa mi trovo davanti sei paia di occhi di miei coetanei che mi fissano curiosi.Sono i ragazzi de Il Volo,ne sono certa,ma, a parte di Piero che ho incontrato di recente,ovviamente non ricordo i loro nomi.Non so se guardo più sbalordita io loro o viceversa,sta di fatto è una scena che vista dall'esterno risulterebbe buffa,ne sono convinta.
Per stemperare l'imbarazzo faccio qualche passo avanti per avvicinarmi a loro e decido di intervenire nella conversazione,visto che è di me che stanno chiaramente parlando.

Pronti a volare {Il Volo/ P.B.} *Wattys2019*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora