64.La vita è un uppercut

244 15 7
                                    


Infinitamente lenti,ma se non altro i primi giorni di riposo assoluto sono finalmente trascorsi.Inutile dire che,abituata come sono a fare mille cose,l'insofferenza da parte mia è stata forte.E ha raggiunto il culmine domenica scorsa,quando Luigi non mi ha neppure dato il permesso di accompagnare le mie compagne al palazzetto dello sport per supportarle durante la finale a squadre.Ne è nata una discussione in cui ho provato a fare valere le mie ragioni spiegandogli che non mi sarebbe accaduto nulla,ma alla fine ho dovuto arrendermi all'autorità che il suo ruolo di allenatore gli conferisce ed accontentarmi di seguire l'esibizione in tv dal letto della camera d’albergo in cui sono stata praticamente prigioniera per tutto questo tempo.In particolare dal punto di vista mentale è stato uno stress massacrante:mi sembrava di provare io stessa le loro emozioni ma al contempo non potevo fare nulla per aiutarle,ero come in gabbia e dunque totalmente impotente...Una sensazione orribile,che non avevo mai sperimentato e che spero di non conoscere mai più!
Alla fine della gara le ragazze si sono classificate al quinto posto,e, nonostante non sia una posizione da podio,io sono comunque molto orgogliosa del loro lavoro:hanno fatto tutte quante degli esercizi di grande qualità e pulizia,dimostrando di essersi migliorate moltissimo nel tempo e soprattutto di essere attrezzate per affrontare gli imprevisti nel migliore dei modi.Non so se le cose sarebbero andate diversamente se avessi disputato questa finale al loro fianco.Sicuramente lo avrei desiderato con tutta me stessa,ma l'unica cosa che so è che loro hanno in ogni caso reso onore alla nostra nazione facendo il loro dovere in maniera egregia,ed io sono fiera di essere italiana e soprattutto una loro compagna di squadra.

Tutta la spedizione della ginnastica artistica azzurra ha finalmente fatto rientro in Italia l’altro ieri,portando a casa comunque l'ottimo risultato finale di due medaglie d'oro all'attivo.Io invece sono rimasta qui a New York insieme a Luigi ed alla mia fisioterapista dalle mani fatate Benedetta,nomen omen,per fare la riabilitazione prescritta dal medico:lui ritiene che sia più sicuro non fare sforzi ed evitare di sottopormi al rischio di bruschi sbalzi di temperatura prima di essermi rimessa del tutto,perciò per il momento mi ha sconsigliato un viaggio lungo come quello intercontinentale necessario per raggiungere casa.
Quindi questa mattina ho fatto la mia prima seduta di fisioterapia e ho appena concluso proprio in questo momento una sessione di ginnastica posturale,utile quanto però abbastanza dura da sopportare al netto della forte botta che ho rimediato.

Seduta sulla lettiga aspetto che l’olio lenitivo si asciughi prima di rimettere il collare ortopedico,mentre col cellulare in mano leggo velocemente l’ennesimo articolo di un noto quotidiano sportivo riportato su Facebook,che parlando di noi esordisce così: <<Brutta tegola per la Ginnastica artistica nostrana:ai Mondiali di New York trionfo e disfatta per la punta di diamante Lavinia Zora,che dopo un oro al corpo libero alla sua amata trave subisce un brutto infortunio che la costringe a lasciare le compagne nei guai a pochi giorni dalla prova a squadre.Così la nazionale azzurra,dopo due fantastici ori,si classifica soltanto al quinto posto nella classifica di gruppo.Risultato egregio indubbiamente,ma bisogna essere sinceri ed ammettere che le aspettative di tutti prima della partenza della spedizione mondiale erano ancora più alte>>.

Sbuffo sonoramente annotandomi mentalmente il nome dell'autore dell'articolo per scriverlo nella mia personale lista nera,e senza proseguire in una lettura che sarebbe solo ulteriormente avvilente chiudo la pagina con un click netto sullo schermo del mio telefono,lanciando poi stizzita lo smartphone sulla poltroncina a pochi passi da me.Maledetto internet,in questi casi dovrebbe essere bandito come in Oriente!
Benedetta,che per sua natura mi ha sempre scrutata con grande attenzione e che soprattutto mi vuole bene da anni,si accorge subito del mio malumore.

“Che c'è,Lavi? Bambina mia,mi vuoi dire cos’hai? Ti conosco da quando eri piccola e non ti ho mai vista così.Già da un po' ho notato che hai un velo che oscura i tuoi begli occhioni e non li fa sorridere più,come prima invece facevano sempre.Dov’è la Lavinia che conosco?”

Pronti a volare {Il Volo/ P.B.} *Wattys2019*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora