23.Mi apro alla chiusura

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È passata già una settimana dalla mia medaglia d'oro.Una settimana di puro relax,di escursioni,di giornate al mare e di visite alle ultime gare,tra cui l’ultima finale dei tuffi della mitica Tania Cagnotto,che ha chiuso la sua strepitosa carriera con un argento nel sincronizzato ed un bronzo individuale,e quella della pallavolo maschile,sport che io amo,che purtroppo i nostri azzurri hanno perso ma che ci ha regalato comunque uno splendido argento dopo un cammino da applausi.Ignazio mi ha detto che anche lui gioca a livello amatoriale ogni tanto,e che quando andrò a trovarlo a Marsala mi porterà a vedere una partita della squadra della sua città.Non vedo l’ora!

Oggi però è il giorno della cerimonia di chiusura,quella che pone fine davvero a questa indimenticabile avventura,e nonostante la voglia di casa un pizzico di malinconia alberga in me.Come sempre accade molti atleti sono già rientrati in patria,quindi alla parata presenzieremo in pochi e il portabandiera sarà diverso:questa volta è stato scelto un atleta della coppia di beach volley,anche loro freschi della conquista di un argento.Il minor numero di atleti non rende però la cerimonia meno importante,infatti so che è stato allestito uno spettacolo altrettanto maestoso,e i nostri,ormai a me cari, cantanti sono un po’ emozionati esattamente come la volta precedente.Con la differenza che stavolta oltre a Barbara ci siamo anche noi ragazze a tranquillizzarli.

Sto aggiustando il nodo alla cravatta di Piero mentre lui si stira con le mani la giacca,ma per lo più per nervosismo,perché è stata stirata in maniera impeccabile.

“Dai,tesoro,andrà tutto bene.È andata alla grande l’apertura che era più impegnativa e vuoi che vada male questa? Canterete divinamente ancora una volta!”

“So che sarà sicuramente meno seguita in tv,ma un’è na babbiata (non è uno scherzo),fidati!”

“Certo che no,ci mancherebbe,ma voi siete bravissimi e ce la farete!”

Mentre tento ancora di rassicurarlo mi sento bussare su una spalla.

Lui:“Lavinia,scusami,posso parlarti un secondo?”

“Sì,Gigino,dimmi pure.”

Mi guarda contrariato per il soprannome,poi continua.

Lui:“Qui?”

Piero fissa il mio allenatore un po’ stranito.

“Non sarà mica un segreto,no? Piero può sentire.”

Lui:“Oh,ok,certo.Dunque,mi hanno informato che Lupo del beach volley ha un’intossicazione alimentare e sta già rientrando in hotel per vedere se riesce a ripartire entro stasera e curarsi per bene a casa.”

“Poverino,mi spiace!”

“Già...Comunque di conseguenza la Federazione ha indicato te come prima sostituta nel ruolo di portabandiera.”

“Ah,certo...No,aspetta,cosa hai detto??” - lo fisso sgranando gli occhi,mentre lentamente comprendo la frase che ha appena pronunciato.

“Che la sua sfortuna è egoisticamente per noi un'occasione perché sei tu ora che devi fare la portabandiera.La sfilata inizia tra tre quarti d’ora e noi siamo il quarto paese in ordine di uscita.”

“Ma che min-?”

Lui:“Lavi,non sta bene che le ragazze dicano le parolacce!”

P:“Ah,ora ti vinni puru a tia u scantu (è venuta anche a te la paura),vero? Comunque ha ragione lui,non dire le parolacce! Piuttosto preparati,è un grande onore!”

Di tanto in tanto esce sempre fuori la sua vena autoritaria tanto fastidiosa,quella che meriterebbe una mia rispostaccia condita proprio di parolacce.Ma per sua fortuna al momento non riesco neanche a farci caso:sono sconvolta,non ho ancora realizzato! Sposto lo sguardo dall’uno all’altro come se stessi seguendo una partita di ping-pong e continuo a sbattere le ciglia freneticamente, sperando ogni volta che alla riapertura degli occhi mi dicano che è tutto uno scherzo.Il mio stato di tranche viene interrotto quando mi sento afferrare per un braccio.

Pronti a volare {Il Volo/ P.B.} *Wattys2019*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora