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Andrea

"Ti prego, rimaniamo qui..." mi lagnai, strofinandomi contro la spalla nuda del mio ragazzo, sdraiato alla mia sinistra. La sua pelle, nonostante la doccia di tre quarti d'ora che si era fatto a discapito dei dieci minuti da me dedicati in bagno, odorava di salsedine. Ma era piacevole. Mista all'odore della sua acqua di colonia, s'irrorava nelle narici, inebriandole.
Tiepida e liscia, veniva a contatto con la mia, scivolando ad un nostro tocco.
Sollevando lo sguardo in sua direzione, cercai invano di persuaderlo ad accettare ciò che gli avevo proposto.

"No, Ande. Io voglio uscire. Voglio andare in spiaggia" rispose, facendo per sollevarsi. Ma la mia mano andò a bloccare il suo bicipite muscoloso, flessosi per sollevare il busto.
"Ma dai, qua si sta bene. Siamo sul letto, a guardare la Luna splendere sulle onde, il mare sussurrare, l'aria fresca entrare dalla finestra. E se vogliamo possiamo anche stare in terrazza" provai a convincerlo nuovamente con altre parole. Ma la minestra era sempre la stessa.
"Per favore. Non usciamo".
Daniel, voltato il capo in mia direzione, mi guardò. Le sue iridi incontrarono le mie,.
Sospirando, si accinse a rispondermi.
"Dammi due buone ragioni per rimanere".
Riflessi, senza smettere di guardarlo. Impassibile, mi scrutava in attesa della mia presa di parola.
"Possiamo guardare la Luna dalla terrazza. È stupendo. E poi in spiaggia siamo già stati. Se rimaniamo qua possiamo stare sul letto e... stare assieme" ripetei non sapendo più che pesci pigliare.
"Perché altrimenti non potremmo farlo in spiaggia?" tentò di condurmi sull'altra strada lui.
"Certo che sì. Però non ho voglia di cambiarmi e uscire. Qua si sta bene".
"Ande...". Storse il capo. Il suo ciuffo coperse gli occhi.
"Dane, non è rovinare la serata. Ma solo trovare un'alternativa. Stare a casa non ci impedisce di stare assieme di sentire il rumore del mare, di vedere la Luna, di baciarci...".
"Tu hai in mente altro" rispose secco.
Sbarrai gli occhi, socchiudendo le labbra.
Poi, mettendomi seduto, le ginocchia contro il materasso, spinsi il mio ragazzo con violenza appoggiando le mani sul suo petto, duro.
"Che cazzo fai?" rispose malamente lui cadendo dal letto, gli avambracci contro il pavimento freddo, un ginocchio sollevato, il capo alzato che mi scrutava dal basso della posizione in cui era messo.
"Vai a farti fottere" risposi io dal canto mio, ancora in ginocchio sul letto.
"Bene. Direi che ti sei bruciato qualsiasi opportunità di andare in spiaggia. Stavo per dirti di sì, ma..." lo bloccai.
"Non m'interessa. Se devo stare in compagnia di una persona che in ogni momento ne approfitta per darmi del puttaniere e dire che il mio unico interesse sia quello di fare sesso, allora..." venni interrotto.
"Non ho detto questo".
"Ah no? Ed il tuo hai altri interessi per cosa stava?" controbattei.
"Tranquillo, non voglio farlo con uno che ha paura di non so cosa. Anzi, nemmeno lui sa di cosa".
"Come? Ma sai che stronzate tu stia dicendo?". Nel pronunziare ciò, inarcò un sopracciglio, corrugando la fronte.
"Daniel, senti. Ho capito come la pensi tu. Vuoi arrivare vergine al matrimonio".
Daniel si soffermò a guardarmi. Le sue labbra si schiusero, lo sguardo si fece serio. Forse schifato. Ma fui troppo orgoglioso per ammettere a me stesso quanto quelle parole avessero inorridito anche me. Non tanto per il loro significato, che di spregievole non avevano nulla. Quanto più per il modo in cui le avevo pronunciate. E soprattutto, a chi le avevo rivolte. Al mio ragazzo.

"Io lo avevo sempre saputo" prese parola il mio interlocutore. Tu aspettavi solo questo da me. Lo avrei dovuto capire prima, però". Rimasi in silenzio, abbassando lo sguardo.
"A te interessa solo questo del nostro rapporto, vero? Non è così?" domandò.
"Avanti, rispondi. Rispondimi!". Mi vidi obbligato a farlo sotto la sua incessante insistenza.
"No. Non è cosi. Ti sbagli". Scossi il capo rapidamente.
"E allora perché critichi la mia scelta di non avere fretta? Tu perché corri? Dove vuoi arrivare?". Rimasi in silenzio nuovamente.
"Non ti piace ciò che stiamo vivendo? Non ti piace la nostra relazione fatta di carezze, baci e, qualche volta, succhiotti?".
"Non ho detto quello..." provai a controbattere.
Daniel si sollevò e, in piedi, si erse in tutta la sua altezza, i muscoli in bella mostra: il petto, i bicipiti, l'addome più in basso, ma anch'esso di bella presenza.

Non ti lascerò dormire da solo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora