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Daniel

Ero stato da sempre un ragazzo molto riflessivo, sin da quando, piccolissimo, ragionavo quando i miei coetanei preferivano agire d'impulso.
Amavo pensare, contorcere la mia mente e vederla farsi spazio fra ragionamenti astrusi, introdurre argomenti con cui avrei potuto intrattenere i miei neuroni senza che la mia voce riproducesse suoni. Perchè quando si pensa, quella non serve.
La voce è tutta nella testa. La testa è la sola corda vocale di ciò che pensiamo. Sia che siano pensieri bramati, che fortemente indesiderati.

È un continuo dialogare con se stessi, sapendo che nessuno stia udendo tale colloquiare, cosa assolutamente privata, intima, di cui non bisogna spogliarsi condividendone la preziositá con altre menti, mai uguali alla nostra.

Sono sempre stato dell'idea che le cose migliori siano quelle che si pensano da soli, quelle che, anche se complesse, vengono risolte con lo sfruttamento della propria pazienza, del trascorrere del tempo. E soprattutto, del saper ascoltare noi stessi.

Non si può sapere se gli altri siano altrettanto bravi quanto noi a percepire il significato di riflessioni profonde che possono sfociare in incomprensioni, in assurditá se esplicitate. Le parole, concrete, a volte non possono spiegare un pensiero, simbolo di massima astrattivitá.
Ed il bello di tenere i propri pensieri per sè sta nel fatto che, senza rendersene conto, si passa da ragionamento all'altro in un istante, viaggiando come in una macchina del tempo. O meglio, degli argomenti; e ci si domanda il senso di far correre la mente da un discorso all'altro, ma poi si comprende che, nonostante la risposta a tale quesito non ci sia, è stupefacente fermarsi ad analizzare come il susseguirsi di pensieri dia origine a tutto ciò che, anche desiderando fortemente la novità, non sarebbe mai venuto alla mente di produrre, troppo abituati alla sedentarietà di quest'ultima.
Si è troppo occupati ad agire d'impulso quando tutto ciò che servirebbe sarebbe soltanto il lasciare che anche i pensieri abbiano un valore nella nostra vita.
E soprattutto, che possano fare la differenza.

Domandandomi cos'avrei fatto nel pomeriggio, passando per il chiedermi se avessi da studiare, arrivai a interrogarmi sull'esposizione di scienze che io e Agata avremmo dovuto presentare il giorno successivo alla prima ora. E da lì, il suo nome rindondò, implicando che mi soffermassi su ciò che fosse successo fra di noi durante la medesima mattinata al liceo.
Ciò che era accaduto mi aveva lasciato di stucco, in particolar modo il suo atteggiamento nel momento del bisogno, mai domandatomi perché da sempre rivolto in primis alle sue compagne di gruppo.
Era vero, mi aveva sempre dimostrato il suo affetto nel corso degli anni. Ma mai si era rivelata essere così tanto affezionata e devota a me. Non credevo di essere così importante per lei, per il poco che avessi fatto.
Quel giorno mi stupii seriamente delle sue parole, pronunziate con evidente sinceritá. Non me lo sarei aspettato.

Ero a conoscenza di come, che rispetto a Melissa e Lucrezia, si sentisse  inferiore, e di quanto fosse andata alla ricerca di una maniera per mantenersi al loro passo mostrandosi come la più egocentrica e la più bergola di tutte, a tratti persino prolissa ed eccessivamente spavalda. Non che non lo fosse piacevolmente, nella maggior parte delle occasioni. Però avevo avuto modo di conoscere un lato, di lei, che non mi pareva proprio avesse mai mostrato a qualcuno. Nemmeno alle sue due migliori amiche, Melissa e Lucrezia. Soltanto a me.
Era forse una parte meno spontanea del suo carattere. Forse era una vera parte di lei che aveva difficoltá ad emergere. Ed era per quello che probabilmente era uscita allo scoperto. Trovatasi in un momento di instabilitá, camuffare l'incelabile sarebbe stato impossibile. Perché nonostante fosse una ragazza testarda, tutt'altro che debole e con un bel caratterino, sapeva essere incerta, incapace di mentire e dotata di una grande sensibilitá, traducibile in grande riconoscenza alle persone che le stavano accanto quando ne avesse necessitá. E di quello, ebbi modo di accorgermene già in precedenza. Ma quell'episodio mi fece capire che si trattasse proprio di una parte certa di lei. Quasi quanto la sua voglia di spettegolare.

Non ti lascerò dormire da solo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora