-Che ti prende? Perché non ti muovi?- Mi chiede Ryan con una mano sulla mia schiena e spingendomi leggermente.
-Io.. Niente.- Cerco di non fargli notare dove puntano i miei occhi, ma lui segue il mio sguardo e fa una faccia strana. Un misto tra fastidio e divertimento. -Perché fai quella faccia?- Gli chiedo puntando i suoi occhi che sono di nuovo su di me.
-Perché sei bella quanto loro. E quella tua testolina non dovrebbe pensare di essere inferiore.- Mi tocca la testa e poi mi sfiora la guancia.Nel frattempo le ragazze e i ragazzi con cui eravamo venuti sono scomparsi nella folla e non li riesco nemmeno a trovare con lo sguardo.
-Io.. Non..- Balbetto imbarazzata.
-Vuoi qualcosa da bere?- Mi sorride.Siamo a pochi centimetri di distanza e non capisco il momento in cui lui si sia avvicinato.
Annuisco cercando di trovare le parole per ringraziarlo, ma inutilmente.
-Vieni con me.- Mi prende la mano. Mi conduce in una cucina a dir poco stupenda. Sembra uscita da una rivista. È bianca. E le pareti sono di un ocra in perfetta sintonia con la cucina.
-Come sai dove andare senza perderti?-
-È casa mia.- Ride e io mi sento una vera idiota. -Che vuoi da bere? Abbiamo di tutto.- Mi chiede mostrandomi il bancone pieno di alcolici.
-Perché siamo vestiti eleganti?- Per ora sto bene così, se succede qualcosa però svuoterò il bancone.
-È il compleanno di Kira e ha voluto una festa a tema.- Alza le spalle scocciato.Kira è sua sorella. Ha appena compiuto diciotto anni. Ha capelli neri, un taglio scalato che le arriva alle spalle le dona un'aria sbarazzina. Occhi neri come quelli di suo fratello. È magra, alta, ogni curva al posto giusto. Anche lei sembra uscita da una rivista.
-Oh.. Non le ho preso un regalo, scusami. Mi sono dimenticata!- Mi metto le mani sul viso per nascondere l'imbarazzo.
Scena idiota parte 2..
-Tranquilla. Nel regalo che le ho preso ho messo il nome di tutti.- Sorride togliendomi le mani dal viso.
Il suo sguardo è come una calamita. Incredibile come riesca ad attrarre i miei occhi in questo modo. -D.. Dove sono a proposito?- Balbetto.
-Non lo so.- Si scosta da me e finalmente posso respirare di nuovo. -Hai fatto caso che non litighiamo da oggi pomeriggio?- Mi fa notare dopo qualche minuto.
-Si. Cos'è vuoi ricominciare?-
Ride e si appoggia al bancone con la schiena. -No, mi piace la tranquillità.- Sorride.
-Ma se sei il più casinista del gruppo.- Incrocio le braccia al petto e lo squadro.
Ride di nuovo. -Intendevo con te. Mi piace questa specie di tregua.- Indica me e poi se stesso.
-Capisco.- Invece non capisco proprio un cazzo. E il tutto perché ci siamo avvicinati e lui mi fissa negli occhi.Qualcuno ha la grande idea di spingermi e finisco su di lui che mi afferra subito per i fianchi. Appena le sue mani mi sfiorano mi sale un brivido lungo la spina dorsale.
Mi guarda sorridente. Anzi sta ghignando. Un ghigno malizioso. No. Dimmi di no. -Non riesci proprio a non saltarmi addosso.- Ecco..
-Mi.. Mi hanno spinto.-
-Si, peccato che sei ancora attaccata a me.-
Ho le mani sul suo petto e le sue mani sui fianchi. Cerco di mettermi diritta ma lui non me lo permette. -Non ti lascio di nuovo.- Sussurra vicino al mio orecchio.
-Non.. Non devi toccarmi.- Sussurro e lui ridacchia.
-Mm.. Mi sembra sia impossibile.- Mi dà un bacio sul collo facendomi rabbrividire. Riesco finalmente a scostarmi da lui.Non so con quale coraggio.
Corro fuori dalla cucina e mi dirigo su per le scale in mezzo al salone e finisco al piano di sopra davanti a quattro porte. Spero di trovare il bagno al primo colpo.
Invece con la mia solita sfiga appresso, la prima porta svela la camera di Kira. La seconda la camera dei suoi genitori. La terza sarà quella giusta... Invece, è la sua stanza. La stanza di Ryan. Entro facendo tacere la vocina fastidiosa nella mia testa che mi dice di uscire immediatamente.
Mi guardo intorno nella stanza semi buia. L'unica fonte di luce è quella della finestra. La luna a volte riesce ad illuminare le cose più oscure.
La stanza è grande. Un letto matrimoniale al centro della parete bianca. Di fronte a me. Due comodini ai lati. Un armadio a sinistra insieme ad una scrivania. Una libreria che occupa quasi tutta la parete dove c'è la porta. Anzi, mi correggo. Occupa tutta la parete a parte la porta. Sembra fatta apposta. È bellissima. Nella parte destra della stanza c'è una finestra enorme con sotto una panca.
La finestra dà sul giardino e rimango paralizzata a guardarlo. È immenso. Una serra in fondo. Una specie di ripostiglio, simile ad una mini casa, per gli attrezzi al lato destro. Un albero in centro al giardino che sembra lì da secoli è l'attrazione principale del luogo. Un'altalena appesa ad un ramo mi fa sorridere.
Immagino un piccolo Ryan su quell'altalena con sua sorella che lo spinge e ridono insieme, più uniti che mai.
Non sono mai stata qui, nonostante ci conosciamo da anni. Non ho mai avuto curiosità a vedere casa sua. Forse perché quello che mi interessava maggiormente era lui e non i suoi soldi. Che non sono pochi devo ammetterlo. Ma da sempre, ho guardato lui e non il "grado sociale" della sua famiglia.
-È interessante il giardino?- Alla sua voce quasi rischio di morire.
-Mi hai spaventata, idiota!- Mi volto verso di lui che ha in mano due bicchieri e me ne porge uno. Lo guardo male.
-È solo vodka. Penso che dopo quello che è successo prima ne abbiamo bisogno entrambi. Soprattutto tu.-
-Io non ho bisogno di niente.- Faccio per andare fuori da quella stanza ma lui mi prende un braccio. -Non mi toccare!- Quasi grido.
-Scusa. Non andartene però.- Dal suo sguardo rabbuiato capisco che non ha intenzione di litigare.
-Va bene.- Sussurro e mi siedo sul letto con il bicchiere tra le mani.
-Non voglio farti bere per fare qualcosa con te, stai tranquilla.- Ridacchia e si siede accanto a me. Vorrei scostarmi ma non lo faccio.
-Divertente. Non ci riusciresti comunque.-
-E come mai?-
-Non mi ubriaco tanto facilmente.- Dico fiera. È la verità, per fortuna reggo l'alcool più delle mie amiche.
-Ah si? E quanto ci metti a finire in un bagno a vomitare?-
-Tanto.- Mi limito a dire.
-Vedremo.- Beve un sorso dal suo bicchiere senza smettere di guardarmi.
-Sai che mi irriti quando mi guardi in quel modo?- Gli dico e lui quasi si strozza cercando di non ridere mentre beve.
-Perché?-
-Sei inquietante.-
-Inquietante?- Ride ancora.
-Inizio a non sopportare nemmeno la tua risata.-
-A me la tua piace.-E addio Lomy, è stato bello aver parlato insieme. È stato bello averti conosciuta.
Il mio cuore sta letteralmente impazzendo.
Non poteva trovare altre parole?! No, meglio "piace" che "amo" questo è certo. Già rischio l'infarto così. Mi immagino già a terra, morta stecchita come una mosca spiaccicata sul parabrezza di una macchina!
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Portami lontano da qui [Completata]
RomanceAvevo paura di tutto. Tutto quello che mi circondava. Pensavo che la vita non fosse una cosa per me. Pensavo che non sarei più uscita da quel tunnel, senza alcuna luce alla fine. Pensavo a tante cose.. Ma mi ero dimenticata la cosa più importante. ...