Quando apro gli occhi, sono coricata ancora sul divano, anzi sopra qualcuno. Sorrido tappando il naso e la bocca a Niall che subito si alza, facendomi cadere sul pavimento. Rido sonoramente, accarezzandomi il sedere.
«Ma che cazzo, Lou! Sei impazzita per caso?» mi guarda allargando le braccia e con gli occhi sgranati.
Continuo a ridere, alzandomi lentamente. «No, non sono pazza. Russavi e iniziavo ad odiarti! Mi hai tenuta sveglia tutta la notte.» sbuffo, per farlo sentire in colpa, ma il sorrisino che spunta sulle sue labbra, mi dice tutt'altro.
«Bugiarda e stronza, hai dormito come un sasso!»
Lo sento urlarmi contro, mentre vado in cucina per preparare la colazione. Sono appena le dieci, e mi sembra quasi strano che sia riuscita a svegliare Niall a quest'ora.
Sorrido dolcemente, preparando il caffè e mettendo le fette biscottate in un piattino dopo aver spalmato la marmellata sopra. Prendo anche i biscotti che piacciono a Niall, mettendoli su un piattino.
La teiera inizia a fischiare, così la spengo. Per poco non mi cade a terra, per colpa di quel deficiente. Lo guardo storto mentre continua a ridere, così si siede e iniziamo a far colazione, dopo aver messo l'acqua e due bustine di the nelle apposite tazze.«Niall, dannazione, ti prego. Ho detto che non verrò, non ho intenzione di passare il mio fine settimana con la testa dentro un cesso e vomitare in continuazione» sbuffo, mentre guardo la vetrina carina di questo negozio. «E in più, stasera, è una scusa per restare da solo con la tua Molly» dico facendo su e giù con le sopracciglia.
Ruota gli occhi, sistemando gli occhiali neri e sbuffa. Per la prima, volta ha messo la camicia che gli ho regalato per il compleanno, facendoglielo notare e facendolo arrossire adorabilmente.
Continuiamo a camminare, decidiamo di pranzare insieme e alla fine decide di tornare a casa poiché lo ha chiamato sua mamma verso le cinque. Mi ha anche minacciato che non mi avrebbe dato confidenza se non fossi andati...pft.Mi incammino per il parco, chiudendo meglio il mio giubbotto e stropicciando il naso con la mano.
Sistemo il mio cappellino grigio, aumentando il passo e sospirando quando finalmente mi siedo sulla mia panchina.
Chiudo gli occhi, alzando il viso verso il cielo e ascoltando tutto quello che di naturale ho intorno.
Sento la panchina muoversi, così apro di scatto gli occhi girando il mio viso verso la persona che si è appena seduta. Il ragazzo di ieri, quello del telefono, è seduto di nuovo sulla mia panchina, avvolto nel suo cappotto nero. La sua lingua esce dalle sue labbra accarezzandola dolcemente, per poi fare un mezzo sorriso.
Distolgo subito lo sguardo, arrossendo visibilmente, e decido di prendere il mio libro dalla borsa, per aspettare il sole che tramonta.
Leggo qualche rigo, quando lo sento parlare.«Herman Hesse è uno dei pochi scrittori che non riesco a comprendere del tutto» sussurra guardando il libro tra le mie mani. «Ma Siddharta è uno dei libri che ho letto, davvero complicato.»
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Poetry. » Harry Styles.
Fanfiction-Charles Bukowski, Sì Sì. "Quando Dio creò l'amore non ci ha aiutato molto... ...Quando creò te distesa a letto sapeva cosa stava facendo era ubriaco e su di giri e creò le montagne e il mare e il fuoco allo stesso tempo Ha fatto qualche errore ma q...