23. Amici & Famiglia

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H A R R Y

Alcuni raggi di sole illuminano la stanza attraverso la finestra, sentendomi un po' dispiaciuto quando questi disturbano la ragazza coricata accanto a me. Mi alzo piano, chiudendo la tenda, e ritornando nel calore del letto.
Mi poggio sul mio fianco, poggiando la testa contro la mia mano mentre tengo il gomito sul cuscino: Louise si muove leggermente, mentre sposta la sua mano sulla mia felpa stringendola. Allungo la mano spostando alcuni capelli che cadono sul suo viso e la vedo sospirare. Sorrido mordendomi il labbro, accarezzando la sua guancia. Mi prendo qualche altro minuto, quando sento il telefono di casa squillare. Scatto in piedi correndo per il corridoio prendendo il telefono.

«Pronto?» sussurro.

«Harry? Sono la mamma amore» ride dall'altro lato. «Sono le otto e mezzo, come mai sei ancora a casa? Papà è uscito presto di casa»

«Mi sono messo d'accordo con lui per poter lavorare qualche giorno a casa: non è uno dei migliori periodi della mia vita»

Mi muovo piano arrivando davanti la mia camera da letto e vedendo che Louise dorme ancora, occupando un piccolo spazio nel letto matrimoniale.
Ridacchio, uscendo dalla camera quando mia mamma mi richiama.

«Sono qua mamma» annuncio. «Ti stavo ascoltando»

«Sì come no» ride dolcemente, facendo sorridere anche me. «Non so cosa tu stia facendo, ma vorrei che la prossima settimana venissi qui a cenare insieme a noi, è da un po' che non vieni più»

Annuisco, ricordandomi poi che lei non può vedermi. «Certo, mamma» dico, non sapendo se fare la domanda o meno. Poi mi decido. «È un problema se porto qualcuno? Anzi, qualcuna» mi affretto a correggermi, conoscendo mia mamma.

Mi sposto vicino la finestra, guardando come il sole sia altro. Louise alle nove e mezzo dovrà essere a lavoro, dovrei chiamarla ma mi dispiace svegliarla.

«Non c'è nemmeno bisogno di chiedere amore» ride dall'altro lato del telefono.

Mormoro qualcosa in risposta, spostando il mio sguardo sulla figura che adesso è in piedi, con la mia tazza preferita tra le dita e un visino da prendere a morsi: un po' rosa sulle guance per il calore del letto, i suoi occhi un po' gonfi e il nasino rosso. I suoi piedi sono coperti dalle mie ciabatte enormi, così ridacchio.

«Harry dio Mio!» urla mia mamma. «Ma mi vuoi ascoltare?»

Ruoto gli occhi, facendo sorridere Louise mentre beve il caffè caldo. «Sì, sono ancora qui. Ci sarò, tranquilla! Ciao» la saluto velocemente.

Mi saluta anche lei lamentandosi della mia poca gentilezza, e poco dopo chiudo e mi avvicino alla mia ragazza, afferrandola e tirandola a me. Le tolgo la tazza, poggiandola sul mobile vicino al divano e la prendo in braccio, costringendola a chiudere le gambe dietro la mia schiena.
La bacio dolcemente mentre lei stringe il mio viso tra le sue mani calde e io le strizzo il sedere facendola ridere.

«Buongiorno, piccola» le dico, baciandola ancora e più volte.

«Buongiorno a te, amore» dice, baciandomi il naso. «Mi accompagni a lavoro? Non ho tempo di prendere l'autobus»

«Non devi nemmeno chiedere, scema» rido, facendola scendere. «Ti avrei accompagnata io a prescindere»

Annuisce, camminando per il corridoio e sorridendomi, così la seguo. La trovo dentro il mio armadio, alla ricerca di qualcosa da mettere. Le do un mio maglione beige, di quelli che non indosso più per via della mia stazza. Afferra i suoi jeans neri, le DMs e si chiude nel bagno dell camera. Prendo un jeans chiaro, una maglietta bianca e una felpa nera, prendendo le mie Vans nere.

Poetry. » Harry Styles.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora