La mia dannata giornata sembra essere arrivata al termine, quando l'ultimo cliente esce alle cinque e venti del pomeriggio dal negozio.
Sospiro, chiudendo la porta con la serratura e inizio a sistemare il negozio.Suona il mio telefono, così mi sbrigo a prendere la chiamata di Niall e continuo a sistemare.
"Ehi, ma dove sei finito oggi?" Sorrido dolcemente.
"Scusa -tossisce leggermente- penso di aver preso l'influenza, sono in malattia e non verrò per tutta la settimana." Sospira, soffiandosi il naso allontanando il telefono. "Oh, il signor Adams avrà dimenticato ad avvisarti, così dovrai coprire anche i miei di turni."
"Oh, che meraviglia!" Esclamo sospirando. "Va bene, sta tranquillo. Domani pomeriggio vengo a trovarti con Soph, tranquillo."
Lo sento ridacchiare, così chiudiamo la telefonata dopo che ha starnutito parecchie volte.
Poso il telefono dentro la borsa, indosso il mio cappotto e lo chiudo, mettendo la sciarpa ben serrata per evitare di ritrovarmi come Niall. Spengo le luci dall'interruttore generale, giro il cartellino sulla porta con scritto "Chiuso" e la chiudo, dando tre giri di chiave che poi butto in borsa.
Rimango bloccata sui miei piedi quando una figura, non molto lontana da me, è poggiata al muro.
Lo osservo, guardando come le sue gambe lunghe siano strette in un jeans nero strappato dalle ginocchia. Ai piedi porta un paio di stivaletti dello stesso colore dei jeans e il suo cappotto beige fascia le sue spalle larghe. Inconsapevolmente, sorrido avvicinandomi.«Che fa, inizi a seguirmi ora?» rido leggermente.
Alza il suo sguardo, sorridendo anche lui e si gira completamente verso di me. I suoi occhi mi scrutano, dalla testa ai piedi, e si prende tutto il tempo necessario.
«Non sapevo come rintracciarti, quindi ho dovuto fare un po' lo stalker con i tuoi fratelli» ride debolmente e sulle sue guance sputano due fossette.
«Mi meraviglio di come abbiano ceduto, solitamente non lo fanno» faccio spallucce. «Quindi? Che ti serve?»
Sorride, avvicinandosi del tutto adesso. «Hai impegni stasera?» mi guarda, e scuoto la testa negativamente. «Bene, adesso ne hai uno» si indica, facendomi ridere.
Mi fa cenno di seguirlo, così iniziamo a camminare sul marciapiede. Il silenzio che si crea è leggermente imbarazzante, ma mi premuro a spezzarlo.
«Dove mi porti?» sorrido.
«Vedrai» sorride fermandosi davanti la sua auto, che riconosco subito. Apre lo sportello, per me dannazione, e mi fa cenno di salire. Nota un leggero disappunto nel mio viso, perché subito aggiunge «Avanti dai, non ti voglio violentare» ridacchia.
Subito mi accomodo sul sedile del passeggero, mentre lui fa velocemente il giro dell'auto, per via del freddo che gli fa muovere i suoi capelli.
Mette subito in moto l'auto, facendo rombare il motore, cosa che mi eccita da morire dannazione.
Harry ridacchia, facendo muovere l'auto...che ben presto ci porta in periferia.Sobbalzo quando il mio telefono squilla, facendomi portare una mano sul petto. Harry mi guarda con la coda dell'occhio mentre lo prendo notando il nome che lampeggia.
Sbuffo, prendendo la chiamata. «Qual è il problema adesso? Cosa avete combinato?»
Harry ride, sentendo la risposta del mio interlocutore. «Ciao anche a te, sorella» sbuffa Alex, facendo ridacchiare Jack. «Dove sei, e con chi, mh?»
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Poetry. » Harry Styles.
Fanfiction-Charles Bukowski, Sì Sì. "Quando Dio creò l'amore non ci ha aiutato molto... ...Quando creò te distesa a letto sapeva cosa stava facendo era ubriaco e su di giri e creò le montagne e il mare e il fuoco allo stesso tempo Ha fatto qualche errore ma q...