32. Lontananza

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Spesso si sente dire che la lontananza distrugga le persone, i rapporti che sono stati creati e tutte le belle sensazioni che si provano. La lontananza dalle persone alla quale teniamo e che amiamo, rende la nostra esistenza un eterno aspettare. Ed è proprio aspettando che si ripensa ai bei momenti, alle gioie vissute, ai sorrisi regalati e a come un amore del genere abbia potuto vedere la fine.
Ovviamente, non avrei mai pensato che in tutta la mia vita avrei amato così tanto un uomo da sentirmi annientata, letteralmente; da poter perdere la testa per un ragazzo conosciuto in un parco e che, inizialmente, mi procurava anche del fastidio. E, soprattutto, non avrei mai pensato che quel ragazzo mi avrebbe distrutta.

Sospiro girandomi di nuovo tra le lenzuola, asciugando le mie guance. Osservo la stanza buia e, chiudendo gli occhi, posso immaginarlo qui mentre sussurra nella notte delle dolci poesie d'amore che solamente le mie orecchie possono sentire. Riesco ad immaginarlo mentre si rotola tra le lenzuola, tirandomi a sé e usandomi come cuscino per la notte. Posso immaginarlo mentre, tra i sospiri, ci amiamo ancora una volta nella notte...o, più correttamente, lo amo ancora di più.

Apro gli occhi quando le lacrime incontrano il mio petto, rendendomi conto solo adesso. Le asciugo mentre prendo il telefono e, facendomi del male, guardo le nostre foto, i suoi messaggi dove faceva solamente lo stupido. È notte: sono passate settantacinque ore, trentasette minuti e ventidue secondi, che continuano a scorrere veloci, da quando sono andata via da quella dannata festa. Da quella sera non ho fatto altro che rimanere chiusa a casa, crogiolando nel dolore e rifiutando le sue chiamate. Ho permesso solamente a Sophie, Niall e i gemelli di farmi compagnia una volta ogni tanto; nonostante tutto, e nonostante l'assenza di Alex di un giorno fa, loro sono sempre stati fuori dalla mia porta pronti ad abbatterla se ne avessi avuto bisogno. I miei migliori amici si sono trasferiti qui, diciamo, dormendo nella camera degli ospiti. Ho riso quando Sophie, da dietro la porta, mi raccontava di come fosse fastidioso dormire con un Niall irrequieto durante la notte.
Si sono presi cura di me, della mia persona, obbligando il mio corpo a mettere dentro del cibo per evitare di stare male il triplo. Se sono qui, è solamente grazie a loro.

Sbuffo togliendo le coperte da sopra il mio corpo decidendo di scendere al piano di sotto. Faccio un caffè nel silenzio della casa per poi sedermi vicino la finestra a guardare la notte limpida piena di stelle.
Sento un groppo costante alla gola che non mi permette di respirare, di fare niente. Quando le lacrime bagnano di nuovo il mio viso, lancio la tazza contro il muro. Da lì in poi, non riesco a riconoscere nemmeno me stessa.

A L E X

Mi sveglio di soprassalto quando dei rumori pesanti sono presenti al piano di sotto: immagino già di cosa si tratti.
Scatto fuori dal letto, percorro il corridoio dando dei colpi forti alle porte dei ragazzi e poi corro al piano di sotto.
Louise è al centro della stanza, una tazza distrutta sul pavimento, il caffè intorno, mentre scaglia un vaso a terra..le lacrime ricoprono il viso e quasi non riconosco più mia sorella. Prende i cuscini sul divano, lanciandoli verso la parete dove ci sono le foto di famiglia appese, che di conseguenza cadono a terra.

Mi affretto verso di lei, bloccandole le mani. «Basta, smettila!» le urlo contro.

Lei si agita tra le mie braccia, mentre continuo a stringerla ugualmente. Sophie, Niall e Jack sono fermi davanti al caos mentre nei loro occhi vi è la preoccupazione di chi è stato svegliato di colpo e di chi, consapevole, sta perdendo un'amica e una sorella.

Sento i miei occhi lucidi, ma devo essere forte. La stringo a me, mentre scivoliamo sul pavimento. Annuisco ai ragazzi che, silenziosamente, vanno in cucina per lasciarmi con mia sorella. Le alzo il viso, sorridendo debolmente, mentre la costringo a guardarmi.

Poetry. » Harry Styles.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora