H A R R Y
Nella vita molte volte avevo sbagliato, anche nelle piccole cose, e quando avevo detto a mia mamma di questo viaggio, mi ero convinto che fosse sbagliato. Guardando però, adesso, Louise che osserva meravigliata la Sagrada Família non potevo far altro che sorridere felice. Così, mentre è distratta, afferro la macchina fotografica e la porto vicino al viso scattando prima che se ne renda conto. A Barcellona, purtroppo, rimaniamo solo un giorno quindi abbiamo deciso cosa visitare in assoluto. La prima tappa è, appunto, la Sagrada Família.
«Sai qualcosa su questa chiesa?» domandai piano, evitando di farmi rimproverare per il tono della voce.
«È una basilica, Harry» ridacchia piano.
«E qual è la differenza?» la guardo con un sopracciglio alzato, facendola sbuffare. «Non parlo più, ho capito: dimmi qualcosa su questa basilica»
«È uno dei più grandi lavori di Gaudì, più avanti guarderemo gli altri, ma purtroppo è ancora incompleta» mormora piano, guardando ancora meravigliata. «La costruzione iniziò nel 1882, pazzesco» sorrise guardandomi.
«Cosa c'è dopo sull'inventario?» domando mettendo le mani incrociate sul petto.
«Ti annoi?» domanda guardandomi.
«No, ovvio che no! Volevo solo sapere» rido avvicinandola a me e lasciandole un bacio tra i capelli. «Sono con te, come faccio ad annoiarmi?»
Rido troppo forte quando mormora un "lecchino", e arrossisce quando alcune persone si girano. Così abbassa il viso e inizia a camminare più avanti rispetto a me.
*
«Ti ho detto che era qualche chilometro più avanti» sbotta irritata mentre cerco di non ridere.
Da più di dieci minuti, mi urla contro perché ad un incrocio, invece di svoltare a destra, ho svoltato a sinistra perdendo di vista la nostra prossima attrazione: Casa Battlò. Inutile dire come Louise si sia subito incazzata con me, prendendomi anche in giro della mia scarsa capacità di orientamento.
«Ed io ti ho detto di stare tranquilla, ci arriveremo» le dico ridendo e scuotendo la testa. «Non ti fidi di me?» chiedo fermandomi ad un semaforo e guardandola mentre osserva la cartina.
Posa il suo sguardo su di me, sospirando. «Mi sono fidata e guarda dove siamo finiti» borbotta arrabbiata. Rido di nuovo sporgendomi verso di lei e stampandole un bacio con forza sull'angolo della bocca mentre lei, ancora arrabbiata, poggia le mani sul mio petto e mi allontana. «Non ti perdonerò. Abbiamo perso già un'ora»
Rimango in silenzio sempre con uno sguardo sulle labbra mentre riparto quando il semaforo diventa verde. «Guarda un po' lì» dico colpendo con le mie dita il suo ginocchio.
Louise sposta lo sguardo fuori dal finestrino e schiude le labbra quando vede le luci forti della casa comunque ancora un po' lontana. Riuscire ad entrare sarà comunque difficile, ma vedere ancora qualche volta quella sua espressione da bambina che scopre appena le cose e ne rimane meravigliata, mi fa venire voglia di fare di tutto per questa ragazza.
Parcheggiando qualche chilometro forse fin troppo lontano, Louise subito salta fuori dalla macchina che abbiamo noleggiato. Rido seguendola subito dopo aver chiuso l'auto e mi afferra la mano incitandomi a correre. Con il fiatone, riusciamo ad arrivare dopo qualche minuto al quartiere Passeig de Gràcia, al numero 43. La maestosa casa fa rimanere a bocca aperta anche me, mentre ne osservo i piccoli particolari e la bellezza che porta dietro da quasi duecento anni.
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Poetry. » Harry Styles.
Fanfiction-Charles Bukowski, Sì Sì. "Quando Dio creò l'amore non ci ha aiutato molto... ...Quando creò te distesa a letto sapeva cosa stava facendo era ubriaco e su di giri e creò le montagne e il mare e il fuoco allo stesso tempo Ha fatto qualche errore ma q...